da miralda | 19 Apr 2010 | Estate, In Viaggio, In Viaggio

Non ho ancora deciso. Se preferisco la fondue di pesce in montagna o lo scavo del riccio, a gara con la vecchia, maddalenina doc. Di sicuro ne ha mangiati più di me, di ricci. Intendiamoci un po’ pazzerella lo sono sempre stata. Si è aggiunto il caso a sballottarmi dall’ultima neve di montagna al primo mal di terra, quello che mi prende sull’isola dell’isola. Aggiungeteci dei giorni di corsa, un mezzo lavoro nuovo in più, quello di routine aumentato e la passione che mi ha portato al Salone (quello del mobile) pur non avendone il tempo:-).
Che ne è uscito? Un post un po’ in ritardo, Miss Cia che viste le foto della neve ha commentato "Me ne vuoi proprio parlare?" e io che in questo momento sono divisa fra una casa non ancora finita dove le porte chieste bianche tendono al "marron" e il resto degli impegni che non torna.
La cucina, quella di casetta, oggi non funzia, che ve lo devo dire?
Ho bisogno di respirare un attimo, solo un attimo, con quella "Stille" che questi posti hanno (di montagna e non di isola). E siccome al di là di cucina, ricette, e bla, bla, bla, ci sarà qualcuno che come me ha bisogno di ‘sta benedetta "Stille" o "calma, o silenzio, o chiarezza" come volete definirla, ho deciso che è cosa buona e giusta condividere.
Dieci giorni fa sono rimasta affascinata dal lento sciogliersi della neve tra montagna e laghi, giusto una manciata di chilometri dopo il Maloja e mi son detta che sarebbe stato bello assistere al progressivo arrendersi del ghiaccio e alla riconquista delle acque. Andata e ritorno.

Ho pensato che questa cosa c’entrasse tanto, ma proprio tanto con la primavera, il suo arrivo, e il naturale scorrere delle stagioni. Di solito viviamo di assoluti: o il mare, caldo, sfacciato ed estivo, o la montagna, la neve totale e assoluta. E invece ci sono le vie di mezzo, quelle che non ci avevi pensato, ma possono anche piacerti.

Nelle vie di mezzo ci sono pochi assoluti che non cambiano: l’isola di Chaviolas (c’è chi ha passato anni a fotografarla), il sentiero della Val di Fex che porta sino a Mount Selvas e la panchina sotto i larici di uno che a pensare ci passava tanto, troppo, tempo.

O cambiando scenario (che dopotutto ora sono qui), il profumo dei pini di Caprera, il traghetto avanti e indietro e il vento, di solito dispari (ed è iniziato solo oggi!).
E’ stato così che il post informativo si è trasformato giusto un po’: niente dove, come e perché. Sarà per la prossima volta, considerato che non potendo sedermi a guardare le nevi sciogliersi, ho già promesso all’aliciotta di ritornare. Là dove ora c’è ancora ghiaccio ci andremo con quelle buffe barchette a remi, a far spola da un lago all’altro.
da miralda | 09 Apr 2010 | 18-24 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà
Quando meno te lo aspetti ti possono stupire. Metti una sera. Prepari una vellutata tutta per la pupa. E per te fidelin del Moro, pomodoro, aglio e barba dei frati. Perchè dopotutto l’aliciotta è l’aliciotta, ma sempre pupa è. E questo sapore, l’intreccio di verde e marrone scuro, spruzzata di rosso non ti pare gusto per lei. Finisce che il tuo piatto viene requisito perchè non l’avevi considerato. La pupa è tipo da quinto gusto.
La lunghezza non la preoccupa, anzi motivo in più di divertissement.
Gli spaghettini sottili, a base di grano saraceno, acquistati in uno di quei negozi storici di Chiavenna mi hanno aperto un mondo. O sarebbe meglio dire che avevo un mondo davanti e non me n’ero accorta, benché ci fossi immersa. Ci è arrivata prima pupi. Con la sua passione per parmigiano, pomodoro, mozzarella, e la preferenza del verdo pisello a quello spinaci. E il furto dei miei fidelin (io a mia volta sono finita per “ladrare” sulla porzione di Mr B., vedi che succede ai ritardatari:-)).

Il dolce, il salato, l’acido, l’amaro. E l’umami, il quinto gusto, che si potrebbe definire come il saporito, il sapido o fate voi. Comunque delizioso.
Devo dire che ne sono rimasta affascinata. Ammetto la mia ignoranza, non l’avevo ancora codificato: dicasi caso di esperienza pratica ma non teorica. Esiste una vera e propria letteratura in materia: in italiano e non, libri e persino il “best secret” per l’hamburger di famiglia . A Londra, da Waitrose, l’avevo persino notato in tubetto, come dire l’umami tipo Chanel numero cinque.
Dove si trova? E’ presente in maniera massiccia nella cucina orientale, soprattutto giapponese, perchè composto da glutammato monosodico che si trova soprattutto nel pesce (accughe, granchio, capesante, ricci di mare, ad esempio), nelle alghe (kombu e wakame) e nella salsa di soia.
Anche però in prodotti molto più europei come parmigiano, mozzarella, patate e pomodori.
Che cos avrà mai di così interessante? Il sapore che conferisce, consentendo di ridurre il sale, e la capacità di rinforzare le difese immunitarie di soggetti deboli (anziani o malati di cancro sottoposti a chemioterapia).
E con i bebè che c’azzecca, mi direte? Pensate che il latte materno è ricco cinque volte in più rispetto a quello di vacca di glutammato e secondo studi sullo sviluppo del gusto nei neonati l’umami sembra essere apprezzato.
Della serie per le prime pappe prendiamo spunto anche dagli usi orientali
E i fidelin del moro? Questi spaghettini, soprattutto se conditi con pomodoro, olio EVO e aglio, hanno il potere di esaltare il quinto gusto, percepito subito dopo che deglutite. Sarà per qullo che Alice solo dopo un paio di forchettate mi ha requisito il piatto.
Inoltre sono perfetti per chi ha allergie al glutine.

Nella ricetta ci ho aggiunto la barba dei frati che incontro ogni volta di questo periodo al mercato (si qualcuno la chiama anche agretti, ma barba dei frati è già uno spettacolo di per sè:-)). Mi pareva un bello spettacolo tutto ‘sti intreccio di spaghetti marroni e verde scuro.
Il formato? Avrei detto adulto, ma stavolta ho toppato. Il bebè formato 18 si può dare all’assaggio, giusto per via di tutte queste lunghezze da gestire.
Ingredienti (per tre)
150 gr di fidelin del moro
un mazzetto di barba di frati
1 spicchio d’aglio
una manciata di pomodorini dolci
olio EVO
eventuale sale
Procedimento
Lavate la verdura. Passate in padella lo spicchio d’aglio (che poi eliminerete) con olio. Aggiungete pomodorini e barba di frati (io ho lasciato tutta intera se non che gusto c’è?).
Bollite la pasta. Per i fidelin bastano sei minuti. Una volta pronta passate con il condimento in padella e servite.
da miralda | 05 Apr 2010 | 18-24 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà

"… i caldi pensieri generano calde azioni, e le calde azioni sono l’amore" W. S.
Il cucchiaino come promesso ha creato la sua ricetta, giusto in coda alla Pasqua. E per le 99 colombe, alla mezzanotte di un anno dopo, è rinata una fetta di dolce, il forno ne ha fatto una cosa nuova eppure uguale a se stessa.
Il soufflè è dolce da bebè formato anno ben suonato, per via di quelle uova da sbattere e ribattere, mischiare e amalgamare, del latte e di tanto zucchero. Solo un consiglio che la sottoscritta non dimentica mai quando si parla di soufflè: da mangiare appena sfornato:-).
piesse: se vi piace preparate una crema inglese, aromatizzata alla vaniglia per accompagnare il soufflè così ben sfornato.
Ingredienti (per tre)
un paio di fette di colomba
2 uova
succo di arancia (qualche cucchiaio)
1 bicchiere di latte abbondante
20 gr di maizena
scorza di limone bio
Procedimento
Tagliate a pezzetti la colomba, tenendo da parte la copertura di granella e qualche mandorla. Bagnate la colomba con latte e succo di arancia, mettete sul fuoco a fiamma bassa e aggiungete la scorza di limone e la maizena, continuando a mescolare. Una volta che il liquido si è asciugato, togliete dal fuoco, fate raffreddare, separate tuorli e albumi. Nel composto aggiungete i tuorli sbattuti, montate a neve gli albumi. Unite anche questi, poco alla volta, al composto. Mettete in stampini da soufflè, posizionando nella parte alta la copertura della colomba (granella e mandorle) che vi eravate tenuti da parte.
Passate in forno caldo (175° ventilato) per 15 minuti.
da miralda | 29 Mar 2010 | 12-18 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà

Di uova e coccodè sul Cucchiaino ne avevo già parlato qui e oggi ne ho pure parlato qui. Però ammetto che al di là di ricette, letteratura in materia (di uova, sì signori, pure Dante ha scritto la sua) e cotture 3 minuti, cinque minuti, dieci minuti, eccessiva, l’uovo in assoluto che più mi ha colpito è stato quello col bollino reale (in attesa arrivi quello 100% fondente di Pasqua da qualcuno:-)). Da noi, poveri mortali, a meno che non vi approviggionate direttamente dalle galline per intermedia indulgenza (come fa l’aliciotta), le uova riportano sul guscio numeri e date, giusto per non sbagliarsi sul consumo.
In Inghilterra invece ho scoperto che c’è il marchio della corona (almeno su quelle che mi è capitato di acquistare lì): come se ogni uovo ricevesse la benedizione e l’approvazione di queen Elizabeth.
Il tutto, non so perchè, ti mette in una situazione strana verso l’uovo che vai a consumare, da una parte ti faresti una risata dall’altra un po’ di soggezione c’è (vedi cosa fa un po’ di british marketing).
E tutto questo cosa c’entra? Nulla, ma ci ho ripensato ieri mentre mi apprestavo a sgusciare le mie uova made in Italy che sono finite in cocotte (senza coperchio) dal gusto francese.
Come già detto la pupa è di quelli che amano l’uovo alla coque ma indulgono senza problemi in piccole deviazioni al tema. Aggiungeteci poi la magia, perchè l’uovo in cocotte cresce e ricresce nella versione cucchiaino: effetto stupipupo. Svantaggi? E’ della famiglia soufflé:va servito subito o finisce male:-).
Dell’uovo sapete tutto o quasi, in questa preparazione è intero quindi da somministrare a formato 12 mesi. Arricchite di formaggio (tipo latteria poco stagionato) per effetto fondant e di erbe aromatiche per profumare.
Il cucchiaino consiglia per mamma&papà una grattata di tartufo prima di servire o semplicemente utilizzate burro al tartufo da spalmare sulla cocotte. Accompagnate con crostoni di pane.
Piesse: preparate rigorosamente col bebè, sarà uno spettacolo, soprattutto la fase “ohoo, forno”:-)
Ingredienti (per tre)
3 uova
poco burro
erbe (timo o erba cipollina tritate)
formaggio latteria
(sale, tartufo o pepe bianco per mamma&papa)
Procedimento
Sbattete le uova con la frusta o il robot da cucina. Aggiungete le erbe. Riempite per tre quarti degli stampini alti o cocotte imburrati. Tagliate il formaggio a pezzettini e tuffateli nel composto. Passate in forno caldo (180°) per 10-15 minuti. Servite immediatamente.
da miralda | 25 Mar 2010 | Alice-pedia

Mangerà, avrà mangiato abbastanza, non mi mangia? La pappa che ho preparato sarà adeguata, della serie abbastanza carboidrati, grassi (poco, poco), vitamine (quelle che servono, mica voglio ricorrere ad integratori) e proteine (animali, vegetali, di latticini&formaggi, che confusione!). E soprattutto il bebè si sarà sottoposto alle giuste ripartizioni colazione, pranzo, mini merenda e cena?
Bene, scatenate (ma non troppo) le vostre domande. La pediatra del cucchiaino mi ha giusto mandato qualche spunto di discussione per la rubrica mensile "Alice-pedia"…
Una mini premessa: proteine non significa solo ed esclusivamente carne. Anzi. Personalmente non amandola eccessivamente ho sempre tenuto dosi basse:-). E sostituito con tanto altro: legumi, soia (ad esempio tofu) e latticini. Ma soprattutto legumi che legati ai cereali (pasta, cous cous, bulgur, riso, miglio, farro, orzo…) sono di sicuro un connubio perfetto e completo dal punto di vista nutrizionale. In quanto a proteine forniscono un apporto del tutto simile a quello della carne senza però i possibili svantaggi (colesterolo, grassi, ecc…).
Ecco cosa ha scritto la dott.ssa Alessandra Zenga.
A proposito di proteine…
L’eccesso proteico nella dieta del lattante e del bambino può portare a conseguenze negative a livello digestivo-metabolico nell’immediato e a effetti negativi evidenziabili nelle successive epoche di vita. Sono numerosi gli studi che evidenziano come un elevato apporto di proteine nei primi due anni di vita si correli ad un precoce incremento dell’indice di massa corporea BMI) e al rischio di sviluppare obesità negli anni successivi.
Il latte materno è ideale per il lattante nei primi sei mesi di vita perchè perfettamente bilanciato dal punto di vista nutrizionale e adeguato alle sue esigenze. In mancanza di latte materno sicuramente le formule con un contenuto proteico ridotto e controllato sono quelle più indicate.
L‘eccesso di proteine nella dieta del primo anno di vita è l’errore nutrizionale più frequentemente riscontrato e documentato da indagini sulle abitudini alimentari, tanto che in uno studio italiano è stato visto che l’apporto di proteine in bambini di un anno rappresenta il 20% dell’energia totale.
Dal sesto mese di vita, con l’introduzione di alimenti solidi, è ancora più importante l’attenzione alla quantità di proteine nella dieta del bambino.
Per evitare confusione e per saperne di più è sempre meglio parlare con il proprio pediatra o con personale sanitario specializzato per aiutare a comprendere meglio quale possa essere l’alimentazione ideale.
Ricordo alle mamme che esistono delle indicazioni generali che possono essere seguite ma che l’alimentazione e lo svezzamento sono personalizzate e ruotano intorno al proprio bambino e alle sue esigenze.
…e di stili alimentari
E’ importantissimo avere delle adeguate abitudini alimentari già dai primissimi anni di vita per diminuire i danni alla salute dati da uno stile di vita ed alimentare scorretto (aterosclerosi, ipertensione, diabete, infarti, carie, obesità,tumori , disturbi dell’apparato digerente).
Piccole regole d’oro:
- Importanza della prima colazione. Spesso per la fretta o per la pigrizia alla mattina questo pasto fondamentale viene saltato.
- Lo spuntino a metà mattina e la merenda , meglio se a base di yoghurt, frutta, pane integrale con un velo di marmellata, focaccia semplice (sempre nelle razioni raccomandabili per l’età del bambino);
- Assunzione di un pasto completo sia a pranzo che a cena (primo e secondo, sempre verdura e frutta)
- Riduzione dell’apporto di grassi e proteine di origine animale (limitare il consumo di formaggi, salumi, creme)
- Aumento del senso di sazietà cercando di privilegiare alimenti a basso indice glicemico (come legumi, frutta e verdura fresche, pasta al dente), limitare il consumo di alimenti che contengano zuccheri ad alto indice glicemico (dolci, succhi di frutta, pasta o riso troppo cotti, pane).
Queste riportate sono delle indicazioni che sarebbe utile approfondire e discutere con il proprio pediatra, magari in occasione di una delle visite che vengono fatte per il controllo della crescita.
da miralda | 23 Mar 2010 | 6-9 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Sì è ancora questione di rape. Questa volta non si tratta nè di navet nè di turnips, tantomeno di rutabaga. E ne sono ben sicura, grazie alla boccia di sedano rapa.
Oggi è scomparsa la pioggerellina fastidiosa, tipologia british, ma il cielo è ancora grigio, pallore smorto. Che c’entra col sedano? Bè è stato naturale ripiegare su una vellutata bianco pastello intonata allo scenario. La cosa buffa è che ho avuto la cucina affollata di verdure primaverili per pasticciamenti culinari del cucchiaino su altre sedi, sulle riviste si sa si gioca d’anticipo, e a me è toccato ripiegare sul reparto surgelati per far finta che fosse già maggio. Una tristezza, lo ammetto, ma Mr Sedano Rapa, lui no, è autentico prodotto del mercato di fine inverno.
Bello come il sole che non c’è, si fa per dire, e molto meno ingombrante, nelle ricette, del sedano a foglie: il sapore è fresco, delicato e soprattutto la sottoscritta ha una lunga storia di amicizia con il soggetto in questione. Della serie che fra le rape è quella che mi è andata prima a genio.

E chiaramente è quella che alla pupa ho proposto per prima. La boccia con tanto di radici ha dalla sua la presenza di minerali, come potassio, fosforo, calcio e zinco, una buona dose di vitamina E e la lecitina (una specie di parente stretta di quella di soia utilizzata quando volete che il vostro piatto bè si dia un po’ di arie).
Come detto sopra il Mr Sedano Rapa è stato acquisto di mercato, dove la sottoscritta, per una volta pronta e informata, ha pure spiegato alla signora un po’ perplessa che con quello ci avrebbe potuto fare un sacco di cose: sformatino, vellutata, fingerfood o proprio semplice crudo in insalata (non per il bebè!). La signora ha afferrato la boccia e decretato la scelta: “Grattuggiato con senape”.
Non è stato poi il Cucchiaino ma l’aliciotta a sdoppiare il piatto. Vista la prima scodella per mamma&papa accompagnata da turbante di salmone affumicato e finocchietto, ha preteso anche lei una simil finitura. E fatta la domanda si è data la risposta: jambon, jambon, ma cotto.
La vellutata così veloce e semplice è formato svezzamento 8 mesi, prosciutto cotto (senza polifosfati incluso), salmone affumicato escluso.
Ingredienti (per tre)
1 sedano rapa
1 patata
olio EVO
1 fetta di prosciutto cotto
2 fette di salmone affumicato selvaggio – finocchietto selvatico- sale&pepe al limone (per mamma&papa)
Procedimento
Sbucciare il sedano rapa e le patata. Tagliare a tocchetti e mettere a bollire in abbondante acqua fino a quando risulteranno morbidi. Frullare sedano e patate con parte del brodo di cottura e un cucchiaino di olio. Per il bebè servire con turbante di prosciutto cotto (eventualmente sminuzzate se non mastica), per mamma&papa, condite con sale, pepe al limone, decorate con turbante di salmone affumicato e finocchietto selvatico.