da miralda | 14 Ott 2011 | 24-36 mesi, Dal Mondo, In Viaggio, In Viaggio

Sì, sono di quelle organizzate (o almeno qualcuno mi descrive così:-)), che ha sempre ricordato ogni cosa a memoria, pur appuntandosela sulla Moleskine del momento (tempo ante pupa), che poteva passare da un progetto all’altro e dare l’impressine di farcela senza troppa fatica, decisa, beh, sì, e convinta sull’obiettivo. Sono anche quella che rimane sul treno non perché ignori la fermata ma semplicemente perché troppo presa dalla lettura, sono quella che è stata capace di presentarsi alle 5 di mattina senza passaporto prima di un viaggio di lavoro importante e organizzato nei particolari (uhm, sono partita grazie a Lui che ha fatto to&back a una velocità su cui è meglio soprassedere), e sono quella che a volte dice sì ma è su Marte.
Prendete questa personcina, shackerate, mettete insieme circa 600 foto scattate con diligenza e maniacalità, una sera tarda, tanta stanchezza, il pensiero su almeno un paio di altre questioni e un Mac che nell’ultimo periodo imita la sua padrona. Bene, ora capirete perché vi racconto di un viaggio in Normandia e Bretagna con una manciata di poche foto.
Il mio dito, per nulla collegato alla parte corretta del cervello, leggero e sbarazzino ha schiacciato elimina (esempio di autodistruzione da oca del villaggio) e via tilt del Mac e foto bye-bye (eccetto poche sopravvissute degli ultimi due giorni). Poi ho pianto, o quasi.
Niente ninfee immortalate in ogni possibile angolatura (credetemi bellissimo il giardino di Moneta Giverny e simpatica la giapponese che ci ha voluto fotografare, ovviamente con la mia reflex), niente Honfleur o Saint Malo, e nessun ricordo di quell’andare sotto la pioggia (bardati con superimpermeabili) per le vie del Mont Saint Michel su fino e dentro all’abbazia, noi e pochi altri a sera tarda (ecco, se capitate da quelle parti scegliete la sera per addentrarvi, spettacolare e tenetevi lontani dalla pazza folla del giorno). Nemmeno un’immagine a dimostrare che sì, lì piove, piove, raggio di sole, e ripiove, piove e pioviggina, ma che ti può capitare di finire in un paese che condivide il nome con un formaggio (oui, le Camembert). E poi le secche che lasciano le barche in precario equilibrio mentre tu cerchi di indovinare cosa si nasconda in quel miscuglio di terra e sabbia. E la pupa, deliziosa con in testa le righe bianche e blu, caratteristiche dei tessuti di queste parti.
Bene, inutile dire senza mostrare:-). Vi lascio giusto l’impressione dei paesaggi di luce,vento e mare di quella parte della Francia dove tanti paesini paiono usciti dalle pagine di una Madame Bovary o da un racconto di fari, naufragi e tempeste.


E la cucina? Personalmente un pochetto pesantuccia negli assemblaggi, ma deliziosa negli elementi base, della serie a volte meglio una galette e sidro (proprio come un vero bretone!), piuttosto che cozze, far breton o baguette con camembert ( o livarot, il preferito di Alice!) che affrontare più portate pensando di sopravvivere:-).
Tornata a casa, vi ho già detto dei financiers, ma c’è stata anche la gallette, una crepe a base di farina di grano saraceno, completata con quello che più aggrada, benchè la tradizione raccomandi per “une galette complète prosciutto, formaggio e uovo al tegamino nel bel mezzo.
Solitamente viene ripiegata ricavando così quattro lati e creando l’effetto sorpresa per il ripieno interno (almeno per Alice).
All’inizio non ne sono rimasta granché entusiasta, ma era dovuto al fatto che non era preparata a regola d’arte. A Dinan, dall’atmosfera intensamente medioevale con le tipiche case a graticcio, ce ne siamo innamorati in uno di quei locali che offrono solo ed esclusivamente galette e sidro, servito nelle scodelle basse bianche con bordatura rossa.
Ecco la ricetta. Danno il meglio in versione salata, in quella dolce meglio le classiche crepes. La ripiegatura le trasforma in bauletti dei segreti o di caccia al tesoro o annua sa e indovina, perfetti per incuriosire la pupa:-).
La nostra versione non è “complète”, considerato che ho eliminato l’uovo e inserito all’interno gli ultimi pomodorini di stagione dell’orto dei nonni.
piesse. Comunicazione di servizio:-). Se avete voglia dire la vostra su quel passeggino troppo pesante, su quel libro che ha risolto la nanna del vostro pupo o sul vostro/i blog preferiti (uhm, uno a caso? Il Cucchiaino… va beh, va beh…) fatevi un giro su Mums up!

Ingredienti
200 g di farina di grano saraceno fine
1 uovo
50 ml di acqua fredda
sale
prosciutto, formaggio (emmental o camembert…) e pomodorini
Procedimento
Mescolate la farina con l’uovo, aggiungete quindi acqua e sale. Girate con una frusta o una forchetta per amalgamare, quindi lasciate riposare per una mezz’oretta. Ungete una padella con del burro, riscaldate e versate un cucchiaio abboandante di pastella. Aspettate un paio di minuti e voltate dall’altra parte con una spatola. Inserite nel mezzo del formaggio per l’ultimo minuto, passate su un piatto e ripiegate i bordi.
da miralda | 11 Ott 2011 | 24-36 mesi, Happy Birthday!, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda, La colazione

E’ una giornata che sa d’autunno, frizzante e multicolor. Ma con un cielo e una luce che non hanno dimenticato l’estate. Una vera meraviglia. Un po’ come ciò che sento guardando mia figlia. Meraviglia, intensa e inaspettata. Perché quando gli anni cominci a contarli e ci vuole quasi una mano, è impossibile sfuggire alla meraviglia. Almeno per me. I ricordi, proprio i ricordi, sono fili teneri, morbidi, e c’è la sensazione di vedere Alice e vedere me, e scoprirci tanto simili. E le diversità, le sue, sono un concentrato di quello che è la sua natura ma anche di quello che stiamo costruendo insieme.
Ci pensavo, mentre ieri mescolavo a mano (sì a mano per una mezz’ora e più) l’impasto della torta che allude al Paradiso, e osservavo più tardi sulla mano i mirtilli, quattro, finiti sulla Tenerina.
Non credo ci sia un momento della vita in cui da figli ci si trasforma irrevocabilmente in genitori. Ci ho riflettuto in questi giorni, mentre leggevo un romanzo di Iréne Némirosky (per la cronaca "Due").
Sono convinta invece che ricordare quello che abbiamo sentito, provato e vissuto come figli, come bambini, sia il segreto per capire i nostri di figli. E, inutile dire, conservare l’incanto.
Ci sono stati momenti, e ci sono momenti in cui, complice la mia irrequietezza, cerco di sfuggire ad Alice. Credo che anche questo sia normale, per non dimenticare che siamo altro rispetto ai nostri figli. E so che, dopotutto, è una maniera per tornare ed essere con lei al meglio di quanto posso dare.
Ieri sera ho fatto tardi. Mi sono ostinata a preparare all’ultimo momento la torta per la merenda all’asilo, e beh, doveva essere semplice ma speciale. Presa dall’entusiasmo (ho già detto che adoro il compleanno di chi amo?) ho deciso che non ci si può alzare il giorno dei propri quattro anni e non spegnere una prima candelina a colazione. Detto e (quasi) fatto. Seconda mini torta con divagazione formato Aliciotta.
Stamattina ho fotografato veloce la giornata che si alzava e la tortina prima dell’arrivo della pupa. E ho pensato che era una vera meraviglia, proprio come lei.

La torta? Paradiso, la ricetta l’ho presa qui, pari, pari per la torta seria, seria da portare all’asilo, e introducendo giusto una piccola variazione per la minitorta da colazione "esprimi il desiderio" ( e altrimenti senza desideri che compleanno è?). Ho frullato mirtilli rossi essiccati e li ho aggiunti all’impasto alla fine. Il risultato? Una meraviglia:-).
A proposito, fa capolino anche il primo regalo di oggi: una tazza gattosa e tisaniera, considerato che la pupa preferisce il rooibos al latte.

Mentre la torta Paradiso si è giusto arricchita di caramelline colorate di zucchero (ma dall’interno inaspettatamente morbido), scovate domenica.

E il desiderio? Non so se i bambini in generale non hanno desideri, al contrario di tutti i vorrei di noi adulti. Forse sono semplicemente felici di ciò che vivono, ora e adesso, senza i domani. Fatto sta che la mia, oltre a non rispettare la regola del silenzio ha trasformato il desiderio in una dichiarazione d’amore per la mamma…
E infine la torta per la cena di stasera, solo noi tre (in attesa delle festicciola di domenica con gli amici, beh vi racconterò, promesso).
Ho trovato una prima versione in un libro (seconda cronaca, "Dolci e fiori" di Néderlants e Angela Odone) che mi ha regalato una cara amica e sono rimasta conquistata dall’unione morbida e cioccolatosa coi mirtilli. Ho pensato che era perfetta per l’Alice di oggi. 
Ho quindi studiato in rete e ho scoperto che altro non era che la torta Tenerina. Sapete, no, che i nomi hanno su di me una presa tutta loro, e Tenerina si scioglie già in bocca come una caramella morbida. Un po’ come il pensiero di Alice quando siamo lontane, un po’ come Alice quando dorme e la guardi, un po’ come questa giornata o il ricordo di Miralda bambina.

La preparazione della Tenerina è semplice, semplice, badate solo a diminuire o aumentare i tempi di cottura a seconda della vostra teglia e forno per assicurarvi un esterno croccantino e un interno ancora morbido.
La sottoscritta (ovvio, no?) ha voluto apportare un paio di modifiche, diminuendo zucchero e burro, e introducendo farina di riso e farina di mandorle, per dare ancora più morbidezza e una nota delicata in più.
Il risultato finale è stato simile nella forma a un fiore, dai petali poco definiti con i punti di viola ricoperti di zucchero, perfetta per dire, sentire e raccontare "Buon compleanno, Alice!".
La ricetta.
Ingredienti (per 4)
120 g di cioccolato fondente
80 g di burro
2 uova
70 g di zucchero
1 cucchiaio di farina di riso e 1 cucchiaio di farina di mandorle
1 confezione di mirtilli
Procedimento
Fondete a bagnomaria il cioccolato a pezzi e il burro, mescolando. Montare i tuorli con lo zucchero, quindi unire cioccolato e burro fusi (lasciati raffreddare per un paio di minuti). Incorporate i due cucchiai di farine, amalgamate quindi delicatamente i due albumi montati a neve.
Ungete una teglia (o ricoprite con carta da forno) e passate in forno.
Io ho poi infornato a 175° per 20-25 minuti circa.
Quando la torta è raffreddata, decorate con mirtilli passati per qualche minuto in freezer e rotolati quindi in zucchero bianco.

da miralda | 23 Set 2011 | 24-36 mesi, Dal Mondo, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda, Lil Loves!

La richiesta è stata immediata. Assaggiato, riassaggiato, preteso lo scambio, e quando ne restava poco meno della metà: "Mamma, lo rifacciamo a casa?".
Individuiamo i protagonisti dell’amore a prima vista. I finanzieri e la mademoiselle (sì, beh la pupa, qualche settimana in terra francese:-)).
Lo so, la forma dei finanzieri (la nostra, ma anche quella assaggiata oltralpe) non è ortodossa. Pare più un muffin, cresciuto pochino. Però non avendo né gli stampi da financiers (che li fanno assomigliare a piccoli lingotti) nè il tempo, in questi giorni di procurarmeli, e soprattutto avendoli mangiati simili ai nostri, ecco li ho preparati così. E giusto perché oggi è il primo giorno d’autunno (quest’anno non sbaglio:-)) io li ho profumati all’uva fragola.
La passione di Alice è nata a Rouen, alla fine del nostro viaggio fra Normandia e Bretagna un mesetto fa (cavolo, di già, e io non ho ancora scaricato foto, etc…). Passeggiando siamo incappati in una piccola pasticceria/sala da tè che era uno spettacolo. Lui ci ha aspettato fuori (pensate, avevamo finito di fare colazione da meno di mezz’ora:-)).
Bene, io e lei non abbiamo resistito. Entrate la pupa ha scelto un brownie, identificandolo come qualcosa che aveva già assaggiato con molto piacere, io per un financier dalla forma tonda e non rettangolare come prevederebbe la tradizione.
Bene, era fantastico: aromatizzato al tè verde con mirtilli. Ingenuamente ho fatto assaggiare alla pupa, bene ha preteso lo scambio. E mi sono ritrovata con un brownie al posto di un finanziere.
Lo scorso venerdì li ho infornati a casa, ovviamente conservando la base ma modificando il resto.

E l’innamoramento è stato lo stesso, considerato che all’uscita dell’asilo Alice è stata in grado di mangiarne due e un pezzo (sì, io quasi non ci credevo:-)).
Sarà che questi dolcetti, pare nati nel distretto economico e finanziario di Parigi, sono proprio perfetti per l’ora del tè, sarà il profumo di uva fragola, ma di sicuro entrano fra i lil’loves dell’Aliciotta.
Del perché sia dovuta passare una settimana dal cucinamento al passaggio al Cucchiaino, e del per come presento memorie gastronomiche da viaggio senza mostrare foto on the road, beh ve lo racconto la prossima volta. Giurin giuretta che lo faccio:-).
piesse: intanto buon inizio autunno! io oggi sono totalmente immersa in questa luce tiepida di fine settembre.
La ricetta.
Ingredienti
3 albumi
60 g di farina di mandorle
40 g di farina 00
60 g di zucchero a velo
70 g di burro
una ventina di acini di uva fragola
Procedimento
Mescolate lo zucchero con le due farine, sbattete gli albumi a forchetta, non dovete montarli troppo, uniteli al resto e mescolate. Ora preparate il burro noisette.
Fatelo sciogliere sul fuoco dolce, portate a ebollizione, si formerà in superficie una patina biancastra, che caramellizza depositandosi sul fondo. In questo modo otterrete il burro noisette, nocciola che darà ai vostri financiers un aroma particolare. Mi raccomando il burro non deve bruciare o fumare!
Ora passatelo al setaccio, e unitelo al composto lavorandolo fino a quando ben spumoso. Lasciate riposare in frigo per un paio d’ore. Riprendete l’impasto, riempite i vostri stampini (io ho usato dei pirottini di carta che ho appoggiato in uno stampo da muffin), decorate con l’acino di uva fragola e cuocete in forno caldo a 175° per 15 minuti circa. Una volta pronti spolverate con pioggia di zucchero a velo.

da miralda | 12 Set 2011 | 18-24 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà

Riaprire dopo settimane il Cucchiaino fa uno strano effetto. E’ un ritorno, un ritorno a casa. Non è che le vacanze siano durate tanto a lungo, ma è tutta colpa del ritorno che mi ha travolto: lavoro, lavoro, lavoro che mi ha, tra le altre cose, vista infornare cinque tipi di biscotti "Bianco Natale" mentre fuori siamo ancora oltre i 30°. Ecco, niente che possa rimbambire di più se addizionato al rientro, a oltre 500 foto da scaricare e sistemare e a una serie di novità.
Poi è arrivata lei. Regale, nonostante quel nome "cucuzzalunga", forse per quel racconto fatto alla pupa di fate malate e bisognose di minestra magica (ed estremamente confortante!). Risultato? La zucchina è arrivata fino a noi con tanto di carrozza e nocchieri fatati.
La zucchina. Ci ho impiegato un bel giro in rete per capire che diavolo di tipologia fosse cresciuta nell’orto dei nonni, perché sì la zucchina arriva a chilometro zero zero.
Per prima si è divertita la pupa: buffissima con ‘sta zucchina lunga in mano che faceva a gara su chi fosse effettivamente più lungo (però direi Alice, che ormai gli anni fra un mese sono quattro!).
Poi l’ho contemplata io: non si trattava della solita a trombetta, il verde è bello chiaro e, beh, non si torce per niente.
Bene, è una zucchina siciliana (e devo ancora capire come cavolo i miei siano riusciti a trovarne delle piantine qui), detta anche zucchina lunga, serpente o, e qui va tutta la mia infinita simpatia, cucuzzalunga. Un nome che stende.
Scoperta l’origine, ho rispettato la tradizione, ricalcando una ricetta siciliana e, considerate le temperature del fine settimana, ho optato per servirla tiepida, quasi fredda.
Poi, dato che qui, si parla di pupi, farla semplice, semplice proprio non andava e così approfittando della lunghezza della zucchina, ho svuotato la parte centrale e ricavato tanti anelli da infilare.
Infine, siccome i ritorni vanno in qualche modo celebrati, una parte di zucchina è finita per assomigliare a un cucchiaino, caso ami qualcuno ci avesse dimenticati:-).

La ricetta.

Ingredienti (per tre)
1 zucchina lunga
una manciata di pomodorini
un cipollotto
1 patata piccola
erbe aromatiche (basilico, rosmarino, etc…)
50 gr di pastina ad anelli
olio, pizzico di sale
Procedimento
Per ricavare gli anelli dalla zucchina potete optare per due strade: o svuotarla internamente e poi tagliare gli anelli, oppure tagliare tante fettine sottili, successivamente vi munite di uno stampino tondo (tipo taglia biscotti) piccoli e ricavate i cerchi.
Pelate quindi la patata, lavate i pomodorini, e affettate sottilmente il cipollotto. Stufate quest’ultimo con un cucchiaio di olio extravergine, aggiungete le patate a tocchetti, il mazzetto di erbe aromatiche, le zucchine e da ultimi i pomodorini. Rimboccate con acqua (circa due litri) e portate a cottura. Aggiustate con poco sale, aggiungete la pastina e cuocete.
Potete quindi servire subito o lasciar raffreddare e servire con un cucchiaino di olio a crudo.
da miralda | 03 Ago 2011 | 6-9 mesi, L'ora della merenda, La colazione
Sono settimane in cui la cucina è ridotta all’essenziale, se non fosse per rare escursioni, giusto per lavoro e non dimenticare l’a,b,c. Certo è che, con Alice a casa, ci concediamo colazioni lunghissime. E uno degli ultimi esperimenti, tanto geniale quanto di una semplicità stupidissima è quello per lo smaltimento della frutta. Che compro, in questa stagione, in quantità alle quali ci è poi difficile stare dietro. E allora via con l’omogenizzazione spalmabile o quasi.
Nel senso che ho unito quanto facevo nei primi mesi di svezzamento della pupa a una sorta di marmellata di rapida cottura. 
Avete mai provato a preparare l’omogenizzato alla frutta homemade? Io lo facevo cuocendo la frutta, con giusto un cucchiaio di succo di mela 100% per addolcire, frullando (sì usavo il solito Mr Aid, ma se siete in possesso di un’omogenizzatore ancora meglio perché dovrebbe evitare la formazione di aria e quindi le possibile coliche, anche se al settimo mese ormai dovrebbero essere un ricordo) e, se fatti in grosse quantità, riempiendo vasetti che congelavo o facevo bollire sottovuoto (mi raccomando chiusura superermetica!).
L’idea della frutta cotta, frullata e spalmata di questi giorni è la stessa. Cambia un pochino il contenuto: in cottura ci aggiungo zucchero o miele agli agrumi, in qualche caso aromatizzo con vaniglia o cannella, e lascio cuocere un po’ di più rispetto all’omogenizzato, in maniera da far addensare.
Nel caso delle prugne, visto che ne avevamo in quantità (ossia troppe:-)), con Alice abbiamo riempito pure un vasetto per l’intera settimana. In questo caso ho sterilizzato in acqua bollente e pentola alta il vasetto, più per precauzione considerato che la nostra mousse marmellatosa è durata qualche giorno ed è stata conservata in frigo.
Infine lo spiedino. Bene, abbiamo pensato alla merenda e per farla diversa dal solito, la frutta l’abbiamo infilata su stecco e intingolata nel succo di mela che abbiamo comprato qualche settimana fa in Alto Adige.

La ricetta? Uhm, ormai già detta, considerato che è fatta di nulla o poco più. Pulite la frutta che più vi aggrada, tagliate a pezzi e cuocete lentamente (con zucchero o miele dopo l’anno) a pentola coperta. La frutta si sfalderà e diventerà polpa, lasciate addensare. Quindi frullate ed eventualmente passate al setaccio se dovete eliminare semi o altro (ad esempio se avete utilizzato lamponi o uva…). Quindi iniziate a spalmare. Semplice, no?
da miralda | 25 Lug 2011 | 18-24 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà

Pare che il mood continui e perduri. Date colpa all’estate e ai miei pensieri di questi giorni. Che mi hanno fatto riesumare uno di quei classici che più classici da pomeriggio estivo non si può (allora alzi la mano chi non ha mai, ma poi mai sperimentato la torta fredda allo yogurt, magari in versione scatola?:-)). Bene, questa è la nostra versione, con biscotto debitamente "pestato" con indubbio piacere dalla pupa, e prugna, di provenienza Doc altesina, a fare da coulisse e cappello in testa. Chiamatela torta fredda allo yogurt o cheesecake ( ma si può?), as you like.
L’idea è stata quella di un dolce da pomeriggio da preparare con la pupa al seguito, senza accendere nemmeno per un minuto il forno di casa. E’ andato giusto il fornello, il tempo di sciogliere l’agar agar e ridurre quattro cinque prugne gialloarancio in salsina.
Va a bracetto con il sorbetto a scacchi della scorsa settimana, come a dire che da queste parti è cambiato poco o quasi. Perdonate, è l’estate.
In realtà non credo che la nostra tortina abbia il rango di cheesecake, considerato che la crema è tutta a base di yogurt e panna, e giusto un cucchiaio di latte dove sciogliere l’agar agar a caldo, niente ricotta, niente mascarpone.
E dato poi che la sottoscritta ama la versione mignon, niente torta unica, simil scatola di nota marca, ma delle tortine piccole, piccole, ognuna con la sua prugna a far da stendardo.
Ovvio, Alice ha voluto dire la sua e tra parte biscottosa e crema candida ci sono finite fettine sottili sottili di prugna. Giusto perché con lei fare le cose regolari regolari è impresa impossibile che a me piace così.
Pupa a parte, la tortina mignon non ha rinunciato a quella sua aria chic, forse per cotanto cappello, e ha preteso di finire su un’alza dolcetti da dessert di gran rango.
Perfetta per i più piccoli dai 18 mesi in su o quasi.

Ingredienti
biscotti ai cereali, amaretti
farina di mandorle (circa 1 cucchiaio)
30-40 g di burro
2 vasetti di yogurt bianco
150 ml di panna fresca montata
2 cucchiai di latte
40 g di zucchero a velo
una decina di prugne e 1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di agar agar
Procedimento
Sbriciolare biscotti e amaretti con un pestello, mescolare quindi con la farina di mandorle e il burro a temperatura ambiente fino ad ottenere un composto ben amalgamato. Sciogliere l’agar agar con il latte e un cucchiaio di zucchero su fuoco basso, mescolare quindi allo yogurt con lo zucchero a velo. Incorporare alla crema la panna. Lavare e tagliare 6-7 prugne a fettine sottili, lasciarne una parte e cuocere il resto con un cucchiaino di zucchero sul fuoco fino a ridurre in salsa (aggiungere poca acqua o succo di mela se necessario). Passare la salsa al colino.
Prendere una forma, ad esempio un tondo, e riempire con la base di biscotti circa più un terzo, premendo con le dita. Livellare e distribuire qualche fettina di prugna, quindi fare il secondo strato con la crema di yogurt, arrivando a poco meno del bordo. Finire la superficie con la salsa di prugna. Passare in frigo per 3-4 ore, decorare con una piccola prugna prima di servire.