Lo so, qui si rischia non solo di latitare ma anche di diventare monotoni. Però non posso farci nulla: voglia di preparazioni lunghe poca, poca, anche se dopo il rito della pizza settimanale, sta diventando un’abitudine quella del dolce fatto insieme alla pupa (che pretende di solito ci sia il lato "ora decoro" e quindi è un fiorire di muffin&cupcakes:-)). 

Bene, quindi ancora zuppa, rigorosamente a base di legumi, di sicuro uno degli ingredienti che utilizzo più spesso ultimamente, considerata la scarsità di ferro e proteine che mi perseguita. Poi trovo che si facciano veramente quasi da soli: ok, dovete ricordarvi dell’ammollo, vanno lasciati cuocere quell’ora e più, ma alla fine voi non dovete fare quasi nulla. E l’ammollo di per sè è quasi un’operazione confortante con quel consumarsi dell’acqua lento, lento. Infine questi sono fagioli, con l’occhietto come dice Alice.

O almeno io le ho raccontato questa storia, un paio di mesi fa, quando ne avevo comprata una confezione durante i giorni di vacanza sull’isola. Il racconto era nato di sana pianta in una serata di capricci. Non ricordo nemmeno bene come filasse, però aveva avuto il suo magico effetto: zuppa finita e i fagioli ribattezzati "con l’occhietto". 

Da lì ho preso a usarli, invece dei soliti borlotti o cannellini. Mi piace vedere come occhieggiano dal piatto:-).

Nelle zuppe di legumi ho l’abitudine di unire più varietà: ceci, piselli spezzati, fagioli, cannellini o fagioli azuki, una mancita di lenticchie rosse verso la fine e finire il tutto con un cereale, che sia pasta, orzo o farro o riso… Così l’effetto proteico dovrebbe essere garantito:-). L’assimilazione del ferro rispetto alla carne è più bassa e lenta, lo so, ma preferisco intervallare, insieme a tante verdure fresche e limitare al minimo (ok, quasi allo zero) gli integratori (ma solo a me mettono nausea???).

 

In questo caso però, ho utilizzato solo i fagioli con l’occhietto, e unito una generosa porzione di zucca, giusto perché mi piaceva l’effetto cromatico.

E contrariamente al solito, ci ho messo pure una pasta di quelle grosse, per via della forma, parevano tanti sorrisi!

L’effetto è stato più da minestra quasi asciutta che da zuppa, delizioso e completato dall’unico superstite "aromatico" del mio terrazzo, rosmarino (cresce proprio facile, che qui di bagnare ci siamo praticamente dimenticati).

Ovvio, la minestra o zuppa o simile è perfetta per i pancioni, grazie alla generosa quantità di legumi unita a pasta, ma anche per i più piccoli, regolatevi col formato di pasta a seconda dei denti!

Come si fa? Per tre circa: 200 g di fagioli con l’occhio, 300 g di zucca, 1 patata piccola, 1 cipollotto, 1 spicchio di aglio, Olio EVO, 100 g circa di pasta a piacere (i miei si chiamno radiatori:-)), rosmarino, Parmigiano Reggiano, eventuale 1 cm di alga kombu per l’ammollo (rende più morbidi e digeribili i legumi) e sale/pepe (per adulti)

Mettete in ammollo i fagioli per una notte (io ci aggiungo l’aga kombu). Quindi fate appassire un cipollotto a fettine sottili e uno spicchio di aglio in una pentola con un cucchiaio di olio e un rametto di rosmarino. Unite i fagioli e mescolate, rabboccate con acqua tiepida. Dopo una ventina di minuti aggiungete la zucca e patata tagliate a tocchetti piccoli, se l’acqua si è consumata troppo aggiungetene altra.  Quando le verdure e i legumi saranno morbidi unite la pasta e cuocete insieme (fate sempre attenzione di avere abbastanza brodo…). Servite con una spolverata di parmigiano e un rametto fresco di rosmarino.