Sa di autunno, basta fare un morso, affondare i denti, e perdersi. Deve essere calda, magari appena sfornata, con quel croccante proprio dell’essere focaccia, ma dolce, che proprio non te lo aspetti. Risultato? Provate a guardare le foto. 

Questa è Alice, ora 16.30, giusto rientrata dall’asilo. Direi passione al primo morso:-). Confesso che condivido. Non ho mai apprezzato le focacce dolci acquistate un paio di volte dal panettiere. Mi sono sempre parse un ibrido, poco, poco convincente. E invece questa all’uva l’ho trovata "a-d-o-r-a-b-i-l-e". 

Questo è il secondo esperimento con l’uva della cesta. In realtà niente di nuovo perché con la ricetta, di origini toscane, si sono cimentati parecchi. Bè, naturalmente, come mio solito ci ho messo qualche sperimentazione, con indubbio compiacimento: dopotutto la cucina è libera, democratica e se è creativa, ancor meglio. 

L’intenzione, quando l’ho fatta settimana scorsa presa dall’ebbrezza della "vendemmia", era di farne il piatto del 21, giusto per l’inizio dell’autunno (che per quanto ho scritto e magari avete inteso per me pareva già bello che arrivato). Poi ieri sono stata travolta da una serie di eventi.

Dall’aliciotta felice che per due giorni si è disperata (ma veramente disperata con grida e così via) all’arrivo all’asilo: direte, è normale, bellezza, bè la mamma si preoccupa, soprattutto se così non fu mai:-). 

Poi dalla chiacchierata fatta a Milano, ospiti di Prenatal, con Valentina di Design per Bambini, Sara di Smamma e Chiara di Machedavvero(ho letto in poche ore il suo libro "Quello che le mamma non dicono", e devo dire che da parecchio non mi facevo così tante risate, riconoscendomi, stando seduta in poltrona) e Chris Wilson (sempre di Prenatal).
Personalmente mi sono divertita parecchio,  per una volta ho parlato poco, poco o quasi (che ero lì a moderare:-)) e ho soprattutto scoperto delle persone reali, interessanti e con molte cose da dire. 

Ad un anno e poco più dalla messa on line del Cucchiaino, sono stata felice di aver più volte cambiato strada (almeno nel lavoro) perché tante cose non sarebbero altrimenti state:-).

 

La ricetta. Io ci ho fatto giusto due divagazioni: i semi di anice e l’uva schierata di tutte le fogge (dovevo pur terminare la mia cesta, no?).

Ingredienti

500 gr di farina manitoba

12 gr di lievito di birra

120 gr di zucchero di canna

600 gr di uva (fragola, bianca, nera…)

olio EVO

semi di anice

 

Procedimento

Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero. Lasciate risposare per qualche minuto (il lievito schiumerà e crescerà). Unite il lievito alla farina con 2/3 dello zucchero, aggiungete un cucchiaio di olio e impastate aggiungendo acqua quanto basta per ottenere un impasto morbido ma compatto (se usate il robot sarà pronto quando un’unica massa di attorciglierà al gancio). Prendete la palla, mettetela in un panno umido o ancor meglio in una ciotola e lasciate lievitare in un luogo caldo (ad esempio il forno a 35°) per un paio d’ore. Riprendete l’impasto, dividetelo in due parti e stendetelo su carta da forno: prima una parte, coprite con l’uva (togliete se possibile i semini), qualche seme di anice e spolverate con lo zucchero di canna. Ora stendete l’altra parte dell’impasto e sovrapponetelo sopra, ripiegando i bordi per unirli e chiudere.  Condite la parte sopra con olio, uva, zucchero e semi di anice. Posizionate in forno a lievitare per un’altra mezz’ora. Quindi cuocete a 210° per venti minuti circa.