Rosso Natale!

merry xmas 2014 per blog

Non ci sono dubbi. L’aspetto che più amo del Natale è l’attesa. Coi suoi colori, bianco spruzzato di rosso. Quei 24 giorni che ci separano alla notte più speciale, in una Vigilia da condividere con coloro che più amiamo. Tutto il resto mi è sempre interessato poco e col tempo tendo a scrollarmelo di dosso (ecco, ansia da regalo anche no:-)).

Adoro il nostro albero, perché raccoglie nel suo candore (ebbene sì tutte decorazioni bianche:-)) gli anni della mia famiglia che cresce, i nostri viaggi e i nostri ricordi. Mi piace il rito ogni anno della stella di Natale (pure lei bianca:-)) e della lettera per Babbo Natale scritta da manine piccole e lasciata su un ramo per il passaggio dell’elfo.

Amo raccogliere i sogni, dei miei bambini, e perdermi nelle loro grida di gioia con le canzoncine natalizie che ormai scandiscono il loro ritorno a casa. La mia preferita? The little Drummer Boy. E la vostra?

In queste settimane ho sfornato parecchi biscotti riprendendo le classiche ricette della bisnonna austriaca (di Lui). E ho rifatto più volte una versione di dolce leggero e soffice che mi ha entusiasmato per la sua resa in velocità.

L’ultima volta ci ho aggiunto la meringa come copertura e tanti chicchi di melagrana.

Ecco a proposito di rosso qui da noi direi che la melagrana è il frutto più amato della stagione. Persino dal piccolo Lui che mangia un chicco alla volta spruzzandosi mani e faccia. Ho preso l’abitudine di preparare anche la spremuta a base di melagrana: basta adoperarla proprio come fosse un’arancia.

A me poi piace tanto aggiunta con noncuranza prima di portare in tavola l’insalata: belga, spicchi di kiwi, finocchio a julienne, semi vari e chicchi di melagrana (tanto che ho realizzato una ricetta qui).

E poi è rossa, e io ultimamente ho una vera e propria passione per il rosso!

Intanto la torta. Niente glutine, ma un mix di farine diverse: fecola, farina di riso e farina di tapioca (questa una new entry nella mia cucina da poco). Niente olio nè burro ma solo ricotta (o in alternativa mascarpone oppure ricotta+yogurt). E succo di limone con un cucchiaino di scorza.

Per la meringa, io ho passato in forno per qualche minuto, potete decidere anche di brunire e biscottare di più la meringa lasciandola cuocere del tempo maggiore in forno oppure semplicemnete di fiammeggiarla col cannello.

Piesse: per i pupi più piccoli, informazione di servizio. Abbiamo realizzato uno splendido servizio di Natale coi prodotti di Sauvinex (che io adoro per il loro design), trovate tre ricette in veste natalizia sul blog Il Club Mamme Felici.

 

La ricetta.

Ingredienti (per tante tortine o una torta da 20 cm di diametro)

3 uova

il succo di due limoni

un cucchiaio di scorza di limone

150 g di fecola di patate

100 g di farina di riso

70 g di farina di tapioca
1 bustina di lievito

250 g di ricotta (oppure 150 g di ricotta e 100 g di yogurt bianco)

90 g di zucchero

semi di vaniglia

 

melagrana

succo di melagrana

2 albumi a temperatura ambiente

150 g di zucchero semolato

50 ml di acqua

Procedimento

Separate i tuorli dagli albumi, montate questi ultimi a neve ben ferma e tenete da parte. Sbattete i tuorli con lo zucchero fino a ottenere una crema. unite la ricotta, icorporandola per bene, quindi i semi di un paio di cm circa di stecca di vaniglia, il succo di limone (potete anche mescolarlo con qualche cucchiaino di succo di melagrana) e la scorza.

Setacciate le farine con il lievito e unitele poco alla volta all’impasto. Infine incorporate gli albumi, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto.

Riempite con l’impasto diversi pirottini oppure una tortiera leggermente unta da 20 cm di diametro.

Cuocete in forno preriscaldato a 185° per 25-30 minuti circa. Sfornate e alsciate raffreddare.

Preparate la meringa. Riscaldate l’acqua, portandola al bollore (100-110°), sciogliete lo zucchero. Montate gli albumi e incorporate lo sciroppo caldo, in maniera da pastorizzarli. Dovete ottenere un composto ben fermo, che quasi scriva.

Decorate la torta con la meringa a cucchiaio o con una siringa, potete quindi passare in forno per brunire la meringa ma anche servire la torta così candida, aggiungendo semplicemente i chicchi di melagrana.

Perché a dicembre.

biscotti e corona 01 disegnato

La stanchezza, il tempo che non c’è. E’ una combinazione complicata, spesso scomoda, per lo più faticosa. Che però ha dei piccoli vantaggi. Ti obbliga a fare delle scelte. Ad eliminare quello che non sta nelle tue mani, o che scopri alla fine scivolare via appena i tuoi occhi si spostano altrove. Cerco di concentrarmi: mi pongo domande continuamente, sottovoce, mentre faccio altro. E tento di capire come scrollarmi via tutto ciò che mi appesantisce, zavorre inutili, insospettabili che rubano attimi.

E’ un esercizio che forse dovremmo concederci più spesso. Osservare da fuori per vivere meglio dentro. Le cose che ci fanno felici, le persone che ci rendono leggere.

Oggi, siamo spesso intrappolati in liste, io per prima. Perché lavoro (e  mi piace), sono la mamma di tre bambini e ho un Lui col quale vorrei passare tanto tempo proprio come se fossi ancora la sua ex-ragazza. Sono tre punti, chiari ma a volte complicati.

Le giornate, lo so, sono fatte purtroppo di tante piccole cose che dobbiamo portare avanti: camminiamo, corriamo. Però, capisco sempre di più, che a volte sta a noi fare delle scelte. Per lo più è impossibile, ma ci sono casi in cui bisogna soffiare via.

Analizzo e ultimamente sottraggo per rendere più leggere le somme. L’altro giorno mi sono regalata un libro, per bambini: “Vorrei un tempo lento” e mi sono commossa leggendolo.

Domenica ho impastato i biscotti per il nostro calendario di dicembre con le bambine. Ci sono riti che risorgono ogni volta come una promessa. E i figli sono qua a ricordarcelo, a rendere le scelte a volte talmente semplici nella loro limpidezza. Basta guardare.

Ecco, giusto per dire che anche quest’anno ho scomodato il nostro calendario della renna, compagno di tanti “24” a Natale. Perché dicembre dopotutto è sempre un mese speciale, e l’attesa è più dolce se si consuma insieme, magari cantando e ballando proprio come quando eravamo bambini.

 

Le ricette. Ho mostrato ad Alice “Patisserie” di Felder e lei ha scelto da lì un paio di ricette da aggiungere alla mia per i biscotti (presa grosso modo dai Biscotti del Sor-riso da Il Cucchiaino libro, niente uova ma panna e farina di riso).

Abbiamo fatto un paio,  solo due, piccole modifiche perché avevamo dell’ottima farina di castagne che non ho resistito ad infilare nei biscotti.

Per il resto le due pupe ognuna a loro modo si sono divertite a pasticciare, impastare e creare: Alice, ormai una vera “sous chef”, con tanto di “mamma, leggo io e peso o mamma, prima di andare avanti sistemo quetso e quello e pulisco”, Lea da tenere a vista perché l’impasto rischiava di scomparire a piccoli pezzi nella sua bocca.

Vi lascio entrambe le ricette. Dei biscotti e della corona per decorare (porta e tavola) o da mangiare.

 

Ingredienti (per tanti biscotti)

150 g di farina 00

50 g di farina di castagne (noi marroni)

1 cucchiaino di cacao amaro

1 cucchiaino di cannella

100 g di burro a temperatura ambiente

90 g di zucchero

1 cucchiaino di lievito per dolci

1 uovo

1 cucchiaio di latte

Per la decorazione

zucchero grezzo

acqua

 

1 albume

zucchero a velo (circa 150 g)

gocce di limone

 

Lavorate il burro ammorbidito con lo zucchero fino a ottenere una crema. Aggiungete l’uovo e il cucchiaio di latte. Quindi le farine, il lievito, il cacao e la cannella setacciati. Avvolgete l’impasto ottenuto nella pellicola e mettete in frigo a riposare per un’oretta.

Riprendete l’impasto e stendetelo a un’altezza di circa 4 mm. Ritagliate i biscotti e se volete appenderli praticate un piccolo foro all’interno.

Spennellate i biscotti con acqua e passateli nello zuccheor grezzo.

Cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 10-15 minuti.

Preparate la glassa in questo modo: montate a neve ben ferma l’albume, aggiungetene una parte allo zucchero a velo insieme a qualche goccia di limone. Dovete ottenere una consistenza liscia, uniforme, non troppo liquida per potrela usare per decorare.

Decorate i biscotti a vostro piacere.

 

 

La corona profumata (ma veramente superprofumata!)

Ingredienti

300 g di farina Manitoba

200 g di farina integrale

100 g di zucchero

100 g di burro

5 cl di rum

1 cucchiaino di sale

la scorza grattugiata di un’arancia

la scorza grattugiata di un limone

5 cl di acqua di fiori d’arancio

1 bustina di lievito madre

2 uova

frutta candita (noi frutti rossi)

 

1 tuorlo d’uovo per spennellare

 

Sciogliete il burro con lo zucchero, il rum, il sale, le scorze a fuoco lento. Togliete dal fuoco e unite l’acqua di fiori d’arancio. Fate raffreddare.

Setacciate le farine, aggiungete il lievito e le uova. Mescolate e versate lo sciroppo tiepido. Lavorate l’impasto fino a ottenere una palla omogenea, nella quale aggiungere la frutta candita.

Mettete a lievitare in luogo tiepido per un paio d’ore. Riprendete l’impasto e formate un salsiciotto lungo circa 50-60 cm. Aiutatevi con una forma rotonda creare una corona, unite le estremità e rimettete a lievitare per un’altra ora.

Spennellate infine la corona con il turolo d’uovo leggermente sbattuto. Con un paio di forbici praticate delle incisioni una dopo l’altra nella parte superiore.

fate cuocere in forno preriscaldato a 200° per 10 minuti, quindi abbassate a 180° per altri 15-20 minuti.

 

 

Crema catalana all’uva fragola

Crema catalana uva fragola  disegnata smallIMG_9766-2

Ci sono cose che a distanza di cinque anni cinque ormai conoscete a memoria. Odio il lunedì, il mio motto è quello del Bianconiglio (uhm, sono in ritardo e bla, bla, bla), mi piace organizzare feste di compleanno e aperitivi improvvisati, amo stare negli aereoporti con un trolley in una mano e il tabellone delle partenze davanti agli occhi, adoro cinque o sei ingredienti che ritornano nella mia cucina (e stranamente piacciono anche alle pupe, sul piccolo Lui devo ancora indagare per bene).  Fra questi ingredienti di sicuro, in questa stagione, c’è l’uva fragola. Perché è un frutto che mi ricorda un profumo. E ti permette di tornare bambino dopo il terzo, massimo quarto acino passato fra i denti.

Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di avere un vero e proprio carico di uva fragola regalata per ben due volte dalla vigna del nonno di un’amica. Bene, con le bimbe ci siamo esercitate a schiacciare gli acini sotto la lingua, tanto da incuriosire pure il piccoletto che ha reclamato la sua parte.

Gli acini erano veramente tanti ma tanti. Ci ho fatto la focaccia con questa ricetta qui, un po’ di sugo d’uva (la ricetta è anche su Il Cucchiaino libro) e mi sono avventurata a pensare se non poteva funzionare un risotto (ecco, ma non l’ho fatto, se qualcuno ha notizie mi dica che qui d’uva ne abbiamo ancora).

L’altro giorno ci ho provato con la crema catalana. Alice e Lui adorano la versione classica, tanto che quest’estate l’ho sperimentata diverse volte anche a base di fragole, lamponi e pesche.

E perché non l’uva fragola? Detto fatto. Ho aggiunto qualche ago di rosmarino selvatico del terrazzo. E Alice si è divertita a decorare le cocotte come fossero un prato fiorito.

Dal riposo alla caramellatura con il cannello all’affondo del cucchiaino nella trama croccante il tempo pare essere durato quasi nulla (la piccola leoncina vince in simpatia:-))

Ingredienti (per tante cocotte)
600 ml di latte intero

4 tuorli

scorza di limone

vaniglia in polvere
1 cucchiaio di amido di mais (circa 40 g)

80 g di zucchero

un rametto di rosmarino

acini di uva fragola

zucchero di canna

 

Procedimento
Mettete a scaldare il latte con la scorza di limone e il rametto di rosmarino (che poi eliminerete). Sbattete i tuorli con lo zucchero e la vaniglia fino a ottenere una crema densa. Unite quindi la maizena a poco a poco, malgamandola per bene. Ora mescolate il latte caldo con la crema d’uovo continuando a girare. Rimettete sul fuoco e portate a ebollizione continuando a mescolare. Spegnete. Riempite delle cocottine con la crema, lasciate raffreddare per una decina di minuti, quindi decorate con gli acini di uva fragola.

Fate raffreddare in frigorifero per un paio d’ore, spolverate con zucchero di canna e caramellate con il cannello oppure sotto il grill del forno.

 

Pane e “ammore”

Panini Edo apertura

Ho un nuovo amore. Ha gli occhi fra l’azzuro e il grigio e lo sguardo di qualcuno che già amo. Per lui contano poche cose, questo mi piace, è uno che sa fare delle scelte. Io vengo prima di tutto per la maggior parte della giornata. Vorrebbe correre, per ora striscia come un piccolo marine e deambula se gli si offre sostegno. Gli ho dedicato un libro, di ricette, per ora non ne ha ancora assaggiata una, ma l’haiku che c’è in calce, beh quello è una promessa.
Ama viaggiare ma si accontenta: un giro nel quartiere, una puntata al parco, una biciclettata al super. La sua risata ha il potere di farmi sorridere pure se è lunedì e il lavoro non gira come dovrebbe. E poco importa che la sua bocca abbia a malapena due denti. Il suo profumo? Lo adoro. La mia cucina? Gli piace. Tantissimo. Prendiamo questi nodini di pane. Alle mele.

Complici cassette di mele arrivate nella mia cucina, sto dando fondo alla mia creatività dolce e salata a base per l’appunto di mele. Ecco, giusto per dirvi, che arriveranno altre ricette.

Per tornare al “nuovo amore” ha gusti semplici, esigenze molto naturali e tanta curiosità. Oltre alla voglia di sboconcellare pane (sarà mica che ha preso dal papà?:-)). E’ anche un bisogno nostro, in parte perché mi piace, quando ci siamo tutti, mangiare insieme o quasi, cosa che al momento significa gestire il pasto con una quasi settenne, una duenne e un pezzettino e un pupo formato 8 mesi. Non è semplice, a volte regna una confusione che “vorrei scappare ma non c’è l’uscita” però ci piace così:-).

Siamo fortunati: Lea è adorabile, ha già abbandonato il seggiolone, ceduto al fratellino, e mangia da “solaaa” con cucchiaino e forchettina. Alice per lo più aiuta e beh Edo mangia, in fretta. Il piccolo Lui finisce la sua pappa e… ha bisogno di fare qualcosa per stare con noi. Il pane entra in gioco qui. Lo manipola, lo fa cadere, lo ciuccia, lo sboconcella a briciole.

L’altro giorno ho guardato le mele. Ho pensato “tò, non ho mai fatto il pane con le mele”. Chissà perché. Mi sono sembrate un’ottima soluzione per un impasto dalla vaga nota dolciastra per il formato svezzamento.

Ho deciso di creare dei piccoli nodini, d'”ammore”. Ne ho sfornati tanti da mettere da parte nel congelatore e utilizzare per piccole dediche quotidiane.

 

Ingredienti

300 g di farina Manitoba
50 g di farina di farro

50 g di farina di riso

1 bustina di lievito madre secco

1 bustina di malto d’orzo

100 ml di succo di mela 100%

2 cucchiai di olio EVO
80 g di ricotta vaccina

acqua quanto basta

1 cucchiaino di zucchero (o miele)

3 mele rosse dolci

 

Procedimento

Setacciate le farine con il lievito e il malto, aggiungete il cucchiaino di zucchero,

il succo di mela, la ricotta e l’olio e cominciate ad impastare. Unite dell’acqua tiepida tanta quanta ne occorre per ottenere un impasto morbido e omogeneo.

Mettete a lievitare per un paio d’ore in un luogo tiepido (ad esempio il forno a 30-35°).

Riprendi l’impasto e aggiungi le mele grattugiate (io ho lasciato anche la buccia perché mi piaceva quel rosso acceso), incorporandole per bene. Ora ricava tante piccole porzioni, lavorale ottenendo dei salsiciotti e annodali. Appoggia i nodini su carta da forno, spennelali con poco succo di mela e rimetti a lievitare per una mezz’oretta. Cuoci in forno preriscaldato a 200° per 10 minuti, abbassa a 185° per altri 10 minuti. Fai raffreddare. Se vuoi puoi congelare i panini ancora tiepidi in comodi sacchetti di plastica.

Nostalgia e cioccolato

plumcake zucchine e cioccolato 16072014

Non esiste nulla ma proprio nulla che risolva anche per la frazione di qualche minuto un animo vagamente nostalgico, tendente al triste, come un dolce che sa di cioccolato. E’ il profumo che cammina per la cucina e abbraccia la casa, è quel piccolo morso soddisfatto che tacita qualsiasi altro pensiero.

Oggi è lunedì, credo il giorno che più mi sta antipatico dell’intera settimana, e soprattutto è un lunedì di inizio settembre con tutta la sua carica di “devo” in una lista lunga che fatico a controllare. Il lavoro da riprendere in mano, l’inserimento di Lea al nido (da mercoledì!), la ripresa della scuola di Alice (da lunedì), la piscina moltiplicata per tre col resto di un più uno (se decido di andarci pure io:-)), la danza per una raddoppiata a due giorni, il piccolo Lui che resta a casetta con mamma (ma soprattutto con nonna), etc…

Oggi è lunedì, di ritorno dalle due settimane sull’isola del mio cuore, giorni di mare, sole acceso e cielo terso, di risvegli lenti, sabbia, sale, tramonti di fuoco e tanto tempo da dedicare ai bambini.

Qui tre panoramiche dell’isola più bella che c’è:-)

Oggi è lunedì, e qui il sole è timido, la sua luce sa di autunno, il cielo è spento, l’aria rumorosa. E la sottoscritta estremamente nostalgica. Poi passerà, ma ora va così.

E’ stata un’estate che è corsa veloce, troppo veloce, anche questa è una costante ormai delle mie giornate. Già un momento in cui cominci a non contare più il tempo, a non sentire più i giorni lunghi, le vacanze immense, mi dico spesso che è tutta questione di anni. Oppure di figli. Oppure di giri di vita. Non è che sia così male, però di tanto in tanto mi fa rabbia la mia incapacità di avere mani che non trattengono come una volta.

E’ stata un’estate speciale, la prima in cinque, con la fatica gioiosa che questo comporta. Abbiamo viaggiato come sempre, fatto giri in bicicletta e in mare, piccoli aperitivi improvvisati sulla terrazza con qualcosa adatto a noi,  le pupe e il pupo (sì, pure lui:-)), abbiamo trascorso il tempo per lasciare ricordi nei nostri figli e voglia di stare di nuovo insime.

Ogni tanto osservo tutto da fuori e mi stupisco pure io di questi tre pupi, per me una famiglia molto numerosa:-). Beh, non solo per me, visto che costante di tutta l’estate è stato un continuo chiedermi “Sono tutti e tre suoi? ahh, complimenti”, con osservazioni comiche tipo “Guarda, guarda (rivolto alla moglie di romano con due femmine, l’ultima appena nata), l’ultimo è un maschioooo, magari ci riesce anche a noi!”. ma anche “Se li metti fila fanno la scaletta” (ecco sì, e io la utilizzo per pulire le parti alte di casa:-)).

Conclusione: un figlio è poco, due sono la regola che vi conserva inosservati, tre vi mette al centro di aiuti (e commenti) inaspettati. Tipo che ho trovato in spiaggia due o tre nonnette all’occorrenza veramente utili:-).

 

Torniamo alla cucina che qui si è riaperta. Cioccolato, nostalgia e zucchine gialle. E’ nato così questo cake da declinare per la merenda o la colazione, ma anche da portare a scuola (che qui si sta per riaprire, e-v-v-i-v-a!), in tema vedete un po’ col mio libro in uscita il prossimo 18 settembre (segnatevi, “Facciamo merenda!, ediz. Gallucci), proprio dedicato alle merende.

La ricetta? Semplice e veloce, io ho utlizzato zucchine gialle (venete) ma è ottimo anche con quelle verde chiaro, piccole e dolci.  Ho sostituito il burro con olio di semi, per un risultato più leggero, e combinato la farina 00 con farina di riso e avena.

 

Ingredienti

50 g di farina 00
100 g di farina di riso
40 g di farina di avena
50 g di cacao amaro
150 g di zucchero

3 uova

1 cucchiaio di estratto di menta naturale (anche smeplicmenete ottenuto facendo bollire una decina di foglie di menta in poca acqua e zucchero)

100 ml di olio di semi di girasole
2 zucchine gialle grattugiate

100 g di cioccolato fondente

foglie di menta piperita

nocciole tritate

1 bustina di lievito per dolci

1 pizzico di sale

 

Procedimento

Grattugiate le zucchine a julienne, frullate il cioccolato a pezzetti.

Dividete i tuorli dagli albumi, montate questi ultimi a neve. Lavorate i tuorli con lo zucchero e il pizzico di sale, unite quindi l’olio e l’estratto di menta. Aggiungete le zucchine (lasciandone una manciata da parte), le foglie di menta tagliuzzate e il cioccolato.

Ora versate le farine, il cacao e il lievito setacciati poco alla volta, amalgamando con il resto. Unite da ultimi gli albumi montati con movimenti dal basso verso l’alto lenti.

Ungete uno stampo da plumcake, verstae l’impasto e decorate la superficie con filetti di zucchine a julienne e nocciole tritate.

Cuocete in forno caldo a 185° per 30 minuti circa.

Miralda va veloce…

 

La cucina è soprattutto anima. Credo lo sia, anzi ne sono convinta. Qualcosa che a tutta prima ha la pesantezza della materialità ed invece ha un fondo così leggero. Ci sono i ricordi, ci sono le preparazioni che confortano, tengono insieme e raccontano del mondo stando fermi a un tavolo. La mia cucina alla fine riflette intensamente come sto, chi sono, cosa posso dare. Ci pensavo stamattina, quando a distanza di ormai due mesi mi sono accorta che dovevo assolutamente riaprire le porte del mio diario. Far entrare aria, luce e idee. Vita più di sopravvivenza. 

Non ho cucinato molto in questo ultimo periodo. Nel senso di cucina vissuta più che di sopravvivenza (ecco, qui hanno mangiato tutti, ovvio che sì e bene o male nessuno si è lamentato). 
Sono state settimane dove sto andando veloce, molto veloce e sono poco contenta del passo affrettato. 
Vivo un po’ sospesa: la casa, quella attuale che stiamo per lasciare a giorni, spoglia di cose ma carica di ricordi, l’altra là, già ordinata di mobili ma da riempire di tutto il resto. Però ho voglia di camminare e andarci. Perché è piena di luce: entra potente di energia e leggera dalle grandi finestre. Sarà una carezza che diventerà abito quotidiano. 
Le settimane si danno il cambio, una dopo l’altra, in maniera quasi spietata per chi volesse trattenere e conservare le sensazioni, invece di lasciarle scivolare velocemente.
C’è stato l’inizio della scuola. Alice in prima elementare. Credo di essere stata più triste che felice. Forse perché sono una nostalgica nonostante ami le nuove avventure. Forse perché adoro il profumo dell’infanzia. Poi l’altro giorno Alice ha cominciato a mettere insieme le lettere e riconoscere le parole. Mi ha emozionato. C’è sempre qualcosa a cui rinunciare per correre su un’altra strada, ma non è detto che non ne valga la pena.
C’è stata la chiusura del mio prossimo libro. La foto di copertina scattata a fine agosto nella nuova cucina, usata come set prima ancora che diventasse casa. Ora è attesa: pare che a breve avrò la mia prima copia tra le mani, tutte quelle energie, idee e splendide immagini che si trasformano in pagine da sfogliare. Arrivano lontano e vivono nelle cucine di altri. Oggi ho saputo della data d’uscita: 24 ottobre. 
 
C’è un regalo imprevisto che ha un battito doppio del mio e porterà un fiocco azzurro a ridosso del mio prossimo compleanno. Sono stata così presa a sopravvivere in questi mesi che fatico ancora a esserne consapevole. Anche per questo c’è bisogno di un passo lento.
C’è la voglia di tornare in cucina, sedersi e ridere. L’altra settimana Alice e io abbiamo preparato un dolce. Profumava di ritorno da scuola e mele. Ero felice. 
Domenica è stata la volta dei muffin al cioccolato con ciliegie candite. Era mattina, appena alzate Alice ed io siamo scese in cucina e la casa, ormai spoglia, si è riempita di un abbraccio caldo che sapeva di buono. 
Alice era felice e lunedì ha mostrato orgogliosa a scuola la sua merenda.  
Oggi abbiamo preparato dei piccoli tortini rovesciati. Ai mirtilli, gli ultimi di stagione. Gli ultimi in questa casa:-)
Ecco la ricetta. Una sorta di piccole “tatin” morbide e soffici.
Ingredienti per tanti tortini

250 g di farina
50 g di fecola di patate
3 uova
90 ml di olio di semi delicato
150 ml di latte
120 g di zucchero (+ il resto )
2 confezioni di mirtilli
un pizzico di sale
1 cucchiaino di vaniglia in polvere

1/2 bustina di lievito per dolci
zucchero a velo
burro

Procedimento
Lavate i mirtilli. Prendetene un terzo della quantità e cuoceteli per qualche minuto con due cucchiai di zucchero. Spegnete e tenete da parte. 
Sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso, aggiungete il latte e l’olio a filo. Setacciate la farina con il lievito e la vaniglia e unitele al resto, amalgamando per bene. Prendete degli stampini da muffin. Ungeteli con del burro, spolverate con un leggero strato di zucchero, quindi aggiungete uno strato di mirtilli cotti e qualche mirtillo intero. Riempite infine gli stampini per due terzi con l’impasto.
Cuocete in forno preriscaldato a 185° per 20 minuti circa. Una volta cotti, i tortini vanno rovesciati e spolverati con zucchero a velo.