Halloween: zuppa o dolcetto?

Ha l’oro in tasca, il rosso nelle mani e il giallo tiepido nella luce, perché l’autunno è una seconda primavera. Una primavera più tiepida, più saggia, meno sfacciata per via di quel sonno invernale alle porte. Eppure immergersi nell’esplosione di colori spazza via qualsiasi tentazione di tristezza.
Anche la cucina si veste di nuovo e mai, come in questa stagione, riempire il piatto diventa un gesto d’amore e di conforto, per se stessi e gli altri. Oggi poi è il 31, la notte di Halloween si avvicina: “zuppa o dolcetto?” cantano in cucina.

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Tenerina alle pere ovvero la regina dell’autunno

Tenerina alle pereE’ definitivamente la regina dolce del mio autunno. Sarà per via di tutte quelle crepe imperfette che se ci sono ne decretano l’assoluta perfezione, soprattutto se si accompagnano a un cuore languidamente morbido, che si scioglie sulla lingua come se il tempo non esistesse. La Tenerina (o Regina del Montenegro, trapiantata a Ferrara come dolce tipico della cittadina), debitamente rivisitata come è nelle corde della sottoscritta, ha avuto la meglio sulla schiaccia all’uva fragola (ebbene sì, almeno per quest’anno), sulle crostate e torte dell’elfo sfornate nell’ultimo mese per accompagnare le colazioni e le merende dei pupi di casa.

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Pan dei morti

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E’ incredibile come le cose più scontate se ne stiano buone buone lì ad aspettare di essere scoperte. Alle volte si tratta di guardarle come fosse la prima volta (e in questo i bambini aiutano parecchio), altre di fermarsi e lasciarsi coinvolgere. Alle volte si tratta di scoperte preziose, altre di una semplice ricetta.

I pan dei morti (o ossa dei morti) a casa nostra sono strettamente legati a questi giorni grigi di fine ottobre. Più di tutte le preparazioni per Halloween che di anno in anno sperimentiamo: divertenti, sì, ma sempre diverse perché niente ci obbliga a ripeterle identiche e non passare oltre. Invece le ossa dei morti sono così tipicamente lombarde che non manca anno che non finiscano fra le nostre mani. La cosa più incredibile di tutto ciò è che mai, e poi mai, li ho preparati direttamente io. Li ho sempre acquistati dal nostro panettiere. Fino all’altro giorno, quando trovandomi di fronte al solito vassoio di pan dei morti Alice non mi ha chiesto se potevamo farli a casa. E così è stato. Il risultato? Talmente buoni da rifarli per ben due volte. Così speciali da farmi sorridere al pensiero del loro potere di riportarci per una notte i defunti (perché la tradizione così recita da noi).

Mi è piaciuta la semplicità degli ingredienti perché parla la lingua della mia terra, di quella dove sono nata e vivo. Un po’ come la torta paesana (ribattezzata torta dell’elfo ne La Forchettina), dove gli ingredienti paiono mettorsi in fila prendendoli dalla dispensa senza particolari procedimenti o tecniche di pasticceria. Il sapore finale deriva dalla combinazione con un paio di spezie, capace di farti ritrovare un morso dopo l’altro le stesse sensazioni dell’infanzia.

Abbiamo adottato i riti di Halloween nella sua veste più divertente e chiassosa, eppure lo spirito che c’è dietro non sta poi tanto lontano dalla nostra di tradizione. Non parlo di credo (qui ognuno al suo) quanto di quel senso di mistero, di sottile contagio fra vita e morte, luce ed ombra che ci attraversa continuamente. A volte basta una lanterna per scacciare le paure, oppure un biscotto, morbido, spolverato di bianco.

Ieri ho rifatto i pan dei morti (quelli di sabato erano stati spazzati via dai miei conquilini) e ne ho approfittato per infornare anche delle focaccine che strizzano gli occhietti per Halloween (la ricetta è la solita per la focaccia, con l’aggiunta nella salamoia di tre spicchi di aglio per tenere lontani gli spiriti cattivi:-)).

Di seguito la ricetta dei pan dei morti. Si discosta da quella tradizionale solo per la sostituzione dell’uvetta con frutti rossi disidratati e l’eliminazione di canditi e fichi secchi.

E che la notte degli spiriti sia!

Ingredienti

200 g di amaretti
200 g di savoiardi

100 g di biscotti secchi
100 g di farina 00

120 g di zucchero

4 albumi

100 g scarsi di cacao amaro

70 g di pinoli

100 g di nocciole in granella

120 g di frutti rossi disidratati (o uvetta)

100 ml di vin santo (o altro vino liquoroso)

1 cucchiaino di cannella

1/2 cucchiaino di noce moscata grattugiata
1 bustina di lievito
Come si fa
Mettete i frutti rossi (o l’uvetta) in ammollo nel vin santo. Frantumate i biscotti con un pestello: dovete ottenere un composto ben sbriciolato ma non in polvere come succederebbe con il mixer, io ho preso una grossa busta per surgelati o ho lasciato che le bambine si divertissero a pestare con i loro mattarelli.

Riempite una grossa ciotola con i biscotti sbriciolati, aggiungete la farina, lo zucchero, le spezie, il cacao e il lievito, mescolate tutto, e unite gli albumi leggermente sbattuti, i frutti rossi, il vin santo.

Girate nuovamente, unite anche le nocciole e i pinoli. Lavorate quindi a mano il composto amalgamandolo per bene.

Dovete ottenere una palla ovalizzata, appoggiatela su carta da forno leggermente infarinata e ricavate delle grosse fette di circa un cm e mezzo con un coltello.

Date una forma allungata e affusolata alle fette, aiutatevi con le mani infarinandole se necessario.

Trasferite i biscotti in forno caldo a 180° per 15-20 minuti. I pan dei morti devono risultare morbidi, per nulla croccanti, o almeno a noi piacciono così:-)

Spolverate con tanto zucchero a velo. Si conservano per giorni.

 

 

 

Facciamo merenda! a Milano

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Sabato sarò (anzi saremo, Miss Cia e io) a Milano, alla Libreria dei ragazzi. Motivo? Presentazione con merenda al seguito. Ovviamente arrivo in ritardo con l’invito, causa … vita che corre:-)

Ci tenevo però a invitarvi alla nostra merenda perché è la prima che facciamo a Milano dopo quelle di Roma e Monza. E in assoluto è il nostro primo libro che presentiamo a Milano (considerato il mio essere quasi milanese ci mancava proprio:-)).

Quando?

Sabato 9 maggio alle 17

Dove?

Saremo ospiti della Libreria dei ragazzi, in via Tadino 53, Milano. grazie a loro dell’invito!

Chi?
La sottoscritta, Miss Cia e Facciamo merenda!

Come?

Avremo un’ora e poco più per preparare insieme la merenda con circa una ventina di bambini. Ovviamente la ricetta arriva diretta diretta da Facciamo merenda! ed è la Foresta multicolor, ovvero pane, zucchero e … (la vedete nella foto)

Mi piace, voglio partecipare!

Bene, ti aspettiamo. Il laboratorio è aperto e gratuito fino a esaurimento posti. Scrivi o chiama la Libreria dei ragazzi (per info qui)

 

Muffin orzo e cioccolato (nel vasetto)

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Per me è un piccolo rito quando lavoro a casa (quindi la maggior parte della settimana, lol!). Dopo la pausa pranzo sprint, caffè d’orzo in tazza grande. Con aggiunta di un quadruccio di cioccolato fondente. Rigorosamente senza zucchero (non per motivi di dieta ma perché io le bevande, dalle tisane al caffè, le amo al naturale, senza zucchero, idem gli altri di casa).

Ecco, quindi orzo e cioccolato. Rigenerante, in quella tazza arrivata da Parigi, souvenir di Lui, durante un viaggio di lavoro.

Ho persino traviato mia mamma. Lei che ha sempre e solo bevuto caffè, ora sposa l’orzo, in tazza grande.

Come molti con bambini al seguito, dopo Pasqua abbiamo tanto cioccolato. Ormai da noi arriva solo il fondente (unico che viene gradito ed apprezzato pure dalle pupe e in micropezzetti pure dal pupo:-)), perfetto anche per essere utlizzato in cucina.

L’idea è arrivata veloce, mentre contemplavo ancora tre uova da scartare: muffin, muffin e ancora muffin, al cioccolato e… orzo!

Perfetti a colazione, un boccone dopo l’altro, am anche per la mia pausa “tazza grande”.

Reduce da un laboratorio di cucina, sabato scorso, dedicato proprio ai muffin (ma con le fragole e lo yogurt!) che ho fatto cucinare ai bambini nei vasetti di vetro, ho voluto ricreare la stessa cosa  a casa: mi piace l’idea poi di poter chiudere il vasetto e portarselo comodamente in giro per bocconcini qua e là (ad esempio a scuola per la merenda).

Potete utilizzare i vasetti di vetro un po’ grosso, tipo da confettura: non fate però come me che nella fretta ieri ho invasato in vasetti (bellissimi, ehhh) ma più larghi sotto, più stretti sopra. Ecco, tirarli fuori è stato comico:-)

Per la ricetta ho scelto un impasto leggero, a base di olio e latte di soia.

Ultimamente infatti siamo diventati consumatori appassionati di latte di sioia, di riso, di riso e mandorla, soprattutto Alice che ha testato tutte le variazioni possibili:-). Il mio preferito? Riso e mandorla!

Le quantità degli ingredienti sono a vasetto: considerate grosso modo le dimensioni di un vasetto di yogurt o un bicchiere scarso.

Ingredienti (per una decina e più di muffin)

3 uova

1 vasetto di olio di semi di mais 

1 vasetto di farina 00

1 vasetto di fecola

1 vasetto di farina di farro (o integrale)

2 vasetti scarsi di zucchero

1 tazza (o vasetto) di caffè d’orzo (con latte di soia o semplice acqua)

1 bustina scarsa di lievito per dolci

80 g di cioccolato fondente

Procedimento

Setacciate le farine e la fecola con il lievito e lo zucchero, tenete da parte.

Sciogliete un cucchiaio di orzo solubile in una tazza di latte di soia (latte o acqua) tiepido. Sbattete leggermente le uova con l’olio, amalgamate e versate il caffè d’orzo.

Tritate grossolonamente il cioccolato.

Ora unite gli ingredienti solidi a quelli liquidi mescolando con il cucchiaio per circa 12 giri. I muffin infatti non vanno mescolati troppo, dovete ottenere un impasto quasi grumoso. 

 

Riempite i vasetti leggermente unti, aggiungete in ognuno un cucchiaio di cioccolato tritato e cuocete in forno preriscaldato a 185° per 20 minuti circa.