Notre “blanche mangeri”… Biancomangiare

Il bianco. La magia dell’inverno, l’incanto di vedere ogni cosa nascondersi, sempre uguale eppure diversa. I suoni attutiti, quasi lontani, i passi lenti che affondano e la sorpresa di sentirsi avvolti dal silenzio (bè se non si decide di uscire in centro, a Milano). Il bianco e il “winterzauber”. 


La casa, la nostra, si è tinta di bianco, dall’albero fino all’ultima candela dell’avvento a quella bambolina dalla faccia tonda, simile ad una Ponyo in miniatura. Una manciata di giorni e sarà l’inverno, via la mezza misura dell’autunno, così lieve e technicolor. Il bianco, il “winterzauber” e la neve. Ho ripensato a dodici mesi quasi fa: quella mattina immersa nella neve, bianca e senza vento, di compleanno (il mio, a gennaio, sempre troppo vicino a Natale) mi ha riconciliato con me stessa e ha dato il passo leggero alle altre stagioni. C’è stato l’anno del mare, che ha portato la sua Alice. C’è stato l’anno senza stagione, sospesa e sorpresa, e poi il winterzauber. E ora che questi mesi, veloci, veloci, stanno per finire nel cassetto, proprio io che ho sempre amato l’estate aspetto impaziente la magia dell’inverno. Ecco spiegato perchè da oggi la cucina del cucchiaino si veste di bianco: di materie prime e di scodella:-).

La pappa di oggi gioca con il bianco, quello medioevale di ispirazione francese, e apre la serie, quasi che poi ogni nuova ricetta possa essere una variazione del blanc manger. E per questo primo biancomangiare tanti ingredienti, di fogge e famiglia diversa, tutti all white.
Il formato? Bebè 8 mesi, perfetto piatto svezzamento fase avviata, per via del pesce (filetto di platessa leggero, leggero), del globo biancoverde con radici (sedano rapa) e di un pezzetto piccolo, piccolo di quel porro di cervere che Alice&io vi presentiamo nei prossimi giorni. 

Piesse. Aggiungete sale, una spolverata di pepe e chips di cipolla e voilà, la vellutata per mam&papa.

 

Ingredienti


1 patata dolce
1 spicchio di mela
1 fetta di sedano rapa
1 pezzetto di porro di Cervere (o 1 porro piccolo e normale)
40 gr di platessa
1 cucchiaino di olio EVO

Cuocete al vapore le verdure pulite e la mela. Verso fine cottura, aggiungete la platessa avvolta nella carta argentata e una foglia di alloro. Passate tutto con qualche cucchiaio dell’acqua di cottura e un cucchiaino di olio EVO. 

 

Spuma di pera&ricotta

 

Non ho ancora deciso se la mia preferita è la William o la Decana del Comizio, anche perché devono essere appena arrivate le Conference e bè, dovrei riassaggiarle per decidermi. Un paio di mesi, nel Renon, rimasi strabiliata dalle varietà di mele esistenti, per non parlare dei succhi alla mela. Anche le pere non scherzano. 

Per mia nonna (la nonna bis dell’aliciotta) mele e pere sono i frutti più noiosi esistenti sulla terra. C’è da dire che lei è obbligata alla scelta: quando vorrebbe cachi e uva, con mestizia deve chiedere mela o pera. 

Ed io che fino a qualche anno fa condividevo in fondo, in fondo l’opinione, mi sono appassionata ultimamente di due frutti proprio "autunno-inverno". 

Trovo poi che le pere siano eccezionali declinate in versione salata, sì proprio salata (su non storcete il naso:-)). Mi hanno salvato in un paio di occasioni, di quelle dove arrivi a cena tardi, supertardi, della serie "e ora che faccio con l’uomo e la pupa delle caverne"? e voilà ecco le pere che infagottate con roquefort (per noi) e latteria (per pupi), arrotolate in sfoglia e chiuse da noce passano in forno che è un piacere.

 

Con la mela, la pera è il frutto dello svezzamento: dai sei mesi in poi (per qualcuno già dai cinque) è tutto un grattuggiare, omogenizzare e passare per i primi sputacchi del pupo.  E la spuma di oggi è proprio di quelle da fase primo svezzamento o subito dopo: ci sono ricotta e yogurt a completare la merenda, giusto in tempo per il settimo mese. Da ricordare che la pera è ricca di zuccheri semplici (fruttosio, ecco perché pure la nonna bis può mangiarne) e di un sacco di potassio, vitamina C e fibre (con una pera facciamo il pieno per un’intera giornata). Per i bimbi: se volete combattere la stipsi preferite la versione cotta.

In perfetto stile cucchiaino, la pappa (merenda o dolce, fate voi) si è sdoppiata e con una paio di aggiustamenti, veloci, veloci, si è trasformata per mamma&papà. Il fingerfood poi insegna: basta completare con coppetta, bicchierino o bicchiere è sembrerà tutto più fascinoso e chiccoso:-).

Ingredienti

40 gr di ricotta vaccina

300 gr di yogurt intero
1 pera matura (io ho usato la Kaiser)

Pelare la pera e tagliarla a pezzi. Frullare tutti e tre gli ingredienti e servire subito.

 

Spuma di ricotta alla cannella con pera al rum

150 gr di ricotta vaccina

2 cucchiai di zucchero a velo
1 cucchiaio di Rum
1 cucchiaino scarso di cannella
una manciata di uvetta

1 pera
amaretti

Lasciate qualche minuto l’uvetta a bagno con rum e acqua tiepida. Lavorate la ricotta con lo zucchero a velo, la cannella in polvere, aggiungete l’uvetta strizzata. Frullate la pera con un goccio di rum. In una coppa sbriciolate gli amaretti sul fondo, fate un secondo strato con la spuma di ricotta, coprite con la composta di pera al rum. Servite 

 

 

Stracciatella a modo mio

Devo imparare a stare zitta (la mamma quante volte ha tentato di spiegarmelo) e invece pure stavolta ci sono cascata. Una settimana fa, a cena con una coppia di amici, mentre dò l’assalto ad una serie di assaggi indiani, tutta beata spiego che l’aliciotta sono due mesi di fila che va al nido tutta felice. E soprattutto non ha fatto nemmeno uno starnuto (bè tanto per esagerare, no?). 

Sette giorni dopo, la febbre ha piantato tende e burattini (si dice?) e pare proprio che qui ci stia alla grande. Ho provato a combatterla con echinacea, biscotti – mai perdere il buon umore, n’est-ce pas?-,  yogurt probiotici (l’ho letto proprio l’altro giorno che aiutano, ma tanto), frutta come se piovesse e, of course, sciroppi, sciroppi, sciroppi: mai visto una pupa prendere e invocare tanto volentieri "ttachiperina". 
Stanotte, tra un colpo di tosse e uno starnuto (che malata è pure la sottoscritta), ho pure dato addosso a Mr B. che dopotutto mica è un pediatra ma un medico ridotto all’osso. E ho preteso che sì, il pediatra doveva venire anche da noi e dare un’occhiata alla nostra aliciotta. Verdetto: pazientare, passerà.

E intanto? La cucina è pressoché chiusa, ad eccezione dei suddetti biscotti e di pastine, zuppette e brodini, perché non c’è proprio nulla di più confortante.
Rettifica, registrata oggi alle 12.30: una mozzarella fiordilatte fresca, fresca ha battuto brodino di riso, ma credo che Alice non costituisca campione bebè credibile:-).

 

La stracciatella di ieri sera è a modo mio perché con la stracciatella romana poco ha a che vedere: al posto dell’uovo il semolino a dare quell’aspetto "strapazzato". Via libera quindi per un bebè piccolo, piccolo, 7 mesi (epr via del glutine nel semolino). 

I semi di finocchio, aggiunti nell’acqua di cottura, sono un ottimo rimedio a dolori addominali e vomito, conciliano la digestione e stimolano l’appetito.
 

P.S. Per tutte le mamme che allattano: pare che le tisane a base di finocchio e anice aiutino ad aumentare la montata lattea, di sicuro ne migliorano il sapore considerato tutte le tazze bevute dalla sottoscritta e la perseveranza della pupa a rifiutare qualsiasi altra possibile bevanda:-).

 

Ingredienti

2 carote

1 cucchiaino di semi di finocchio

acqua oligominerale
40 gr di semolino
1 cucchiaino di olio EVO

1 cucchiaino di parmigiano

a piacere finocchietto selvatico per decorare

 

Procedimento

Pulite le carote, se bio potete fare a meno di sbucciarle leggermente. Tagliate a pezzi e ponete in un litro circa di acqua con i semi di finocchio (che volendo poi potete eliminare filtrando il brodo). Passate le carote al mixer (io le ho schiacciate con la forchetta, visto il formato di Alice). Rimettete in acqua sul fuoco e aggiungete il semolino a pioggia. Girate per qualche minuto, aggiungete olio e parmigiano e servite. Io ho approfittato degli ultimi segni di vita della mia coltivazione sul terrazzo per la decorazione:-).

 

 

 

 

 

Panini alla zucca: Halloween…

Lo ammetto, sono tra quelli (pochi o tanti ditemelo voi) che non amano particolarmente Halloween: con i padri pellegrini mi sento più legata per il piatto del ringraziamento (e presto lo scoprirete) piuttosto che per Jack-ò-Lantern o fantasmi e spiriti (bè giusto le streghe mi sono simpatiche). L’unica cosa che veramente mi piace di Halloween è la zucca.

Non quella grossa, grossa, arancione, bella sì da vedere ma in cucina utile zero, ma la mantovana o la rugosa verde scuro, arancio acceso, polpa dolce, divina da mangiare:-).
Ecco che, in barba alla tradizione d’oltreoceano, ho accantonato ragnetti e fantasmi dolci per sfornare un superclassico dell’infanzia di Mr B: il pane alla zucca della nonna ‘Sunta. E con questo direi che la settimana pane in omaggio al World Bread Day a cui non ho partecipato è bella che archiviata.

La ricetta me la sono un po’ rivisitata, il pane sono diventati panini piccoli, piccoli che potessero stare nella manina di Alice ed essere divorati con pochi morsi. Cosa regolarmente successa fino a quando ho detto basta, che di panini per Mr B. per la sera non ne rimanevano che tanti resti morsicati:-)
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Nei panini ho aggiunto noci e semi di zucca, purtroppo questi ultimi li ho trovati all’ultimo momento solo bianchi e salati, mai più, che quelli verdi e naturali che di solito utilizzo sono un’altra cosa.

Il formato bebè? Bè se togliete noci, semi e qualche cucchiaita di latte che ci ho aggiunto io, potete tranquillamente utilizzarli già dopo qualche mese dall’inizio dello svezzamento, al posto del solito pezzettino di pane da pasticciare del panettiere. E poi pane e panini homemade col profumino che si spande per tutte le stanze (e alla sottoscritta sulla zazzera di capelli) sono una delle soddisfazioni maggiori in cucina.
Provate, magari col bebè a fianco che sbircia impasto e lievitazione! E poi: panino o scherzetto?

 

Ingredienti

400 gr di farina Manitoba

200 gr di farina normale 00

8 gr di lievito di birra fresco (meno della metà di un panetto)

500 gr di polpa di zucca cotta (io l’ho fatta al vapore)

semi di zucca (ricordate verdi e non salati!)

una manciata abbondante di noci

3 cucchiaiate di latte (si può farne a meno)

1 cucchiaino di zucchero o miele

sale

acqua

 

Procedimento

La sera prima preparate il lievitino (vi aiuta ad usare meno lievito ed evitare quel saporino chimico tanto fastidioso se non siete provvisti di pasta madre). Sciolgliete il lievito in un cucchiaio di latte e uno di acqua tiepida con i cucchiaino di zucchero (o miele). Mischiate 150 di manitoba e 50 di farina normale con il lievito sciolto e circa 70 gr di acqua. Lasciate girare il robot (o le vostre mani) per una decina di minuti. Prendete l’impasto e ponetelo in frigo (o fuori se la temperatura è bassa) per una decina di ore. La mattina riprendete l’impasto aggiungete la farina rimasta , la zucca, un pizzico di sale e impastate. A seconda del necessario aggiungete un paio di cucchiai di latte e acqua (dipende un po’ dalla vostra polpa di zucca più o meno umida e bagnata).  Io ho ottenuto un impasto che si staccava dal gancio del mio Mr Aid, però bello morbido. Coprite e ponete ancora a lievitare per un paio d’ore al caldo.
Quando l’impasto sarà più che raddoppiato, formate dei panini, in alcuni potete inserire noci, in altri semi di zucca (ma volendo anche altro, tipo semi o castagne cotte o persino gocce di cioccolata, vedete un po’ in base anche al formato del vostro bebè, ad esempio niente cioccolata almeno fin dopo i due anni, alcuni manuali dicono fino a tre!). Pennellate i panini con latte e decorate con semi, noci, etc… Ponete in forno caldo a 200° per venti minuti, poi abbassate a 180° per altri 10 minuti e finite a 170° per gli ultimi 10 minuti.

Questione di 2/3 di zucca…

 …e del taglio di Miss Cia che, biricchino, ha lasciato due fette arancio, arancio vicine, vicine e l’altra a ruzzolare sul tagliere. Come ogni giurin giuretta che si rispetti, delle mille e una zucca che volavano per l’aria, il cucchiaino da buon giocoliere ha combinato, semplificato ( stamane la sottoscritta andava veloce) e, bontà sua, si è sdoppiato.
 

Il risultato? Due ricette, una formato bebè 7 mesi, l’altra per mamma e papà. Tempo di cottura? Poco, poco, che la zucca io l’ho cotta al vapore mentre facevo esperimenti col latticello conquistato nel weekend (ergo, aspettatevi un on the road a base di buttermilch e kastagne in un prossimo post).
Unica concessione al tempo che non avevo un ventaglio bianco formaggio, tanto per stupire il Mr B. di casa. Perché non ne ho mai abbastanza di declinare la vellutata di zucca.


La vellutata di zucca per i bebè è uno di quei piatti inizio svezzamento che la gran parte dei soggetti pare apprezzare (sarà per il sapore dolce, dolce o per il colore arancio, arancio?)
P.S. Per curiosità di zucche, carrozze e "fa bene perché, e per come" leggete qui.

La zucca nel piattino
Ingredienti

1 fetta piccola di zucca

1 cucchiaino di olio EVO

1 foglia di alloro
1 cucchiaino di parmigiano

1 cucchiaio di robiola

Procedimento

Cuocere la zucca a vapore, mettendo nell’acqua la foglia di alloro.

Una volta pronte passarla al mixer con qualche cucchiaiata di acqua di cottura, olio e parmigiano. Servire col cucchiaio di robiola al centro.

 
La zucca nel piatto (con ventaglio al seguito)
Ingredienti

1 fetta di zucca bella grossa
1 scalogno piccolo

Olio EVO

1 bicchiere scarso di latte o panna fresca per addensare

un paio di amaretti

100-150 gr di parmigiano Reggiano

Brodo vegetale

Alloro




Procedimento

Tagliare lo scalogno sottile e rosolarlo con l’olio dolcemente: unire la zucca (che avrete già cotto) e un paio di foglie di alloro (che poi eliminerete). Aggiungere il brodo e il latte (o panna), salare e far cuocere una decina di minuti.
Passare al mixer ottenendo una crema vellutata. Nel frattempo far fondere il parmigiano in una padella antiaderente, appena fuso mettere su una tazzina o cupoletta per dare la forma alla cialda. Servire la vellutata con il ventaglio di parmigiano e un amaretto sbriciolato.

Mille e una zucca


E’ stata Alice a ricordarmelo senza dover scomodare Cenerentola, il salice di Leonardo o Jack-o’-Lantern. Di ritorno dal nido, mentre io tagliavo verdure piccole, piccole, l’aliciotta ha cominciato a nominare zucche, anzi pumpkin (o come dice lei "papki") protagoniste dei giochi del mattino. 
E finalmente mi sono decisa a fare questo post: le ricette, una buona serie, erano da settimane già lì belle pronte con tanto di foto scattate nell’orto dei nonni in una mattina di sole di inizio ottobre. Con la sottoscritta in estasi contemplativa e molto, molto entusiasta per questi esemplari rugosi, rugosi, dall’arancione al verde scuro, appena bagnati di rugiada “so di orto”.

Chissà perché avevo lasciato indietro, quasi fosse una novella cinderella, quella che per me è una delle verdure superlilloves dell’autunno. Non c’è nulla che mi consoli e mi riscaldi meglio di una vellutata di zucca (bè sì c’è anche la zuppa al vino e cannella, ma direi che non è per niente formato baby).
Tanto più che nella dieta di Alice ha fatto capolino nei primi mesi dello svezzamento. Ho testato tante combinazioni per capire di che zucca fosse la pupa: accoppiata con patate, vellutata con un formaggio leggero, leggero, profumata con alloro, combinata con le mele (nei dolci è fantastica anche con cannella e cioccolato per mamma e papà:-). Devo ammettere che l’arancione zucca che sia potage o risottato è diventato  un lilloves.

Al gioco della zucca ha voluto partecipare anche Miss Cia che, sapendo delle numerose varianti in mio possesso, si è munita di coltello grosso, grosso, e ha proceduto al taglio. E visto l’innamoramento col soggetto ha imposto niente ricetta, ci si pensa domani.
E per i bebè? Bè la zucca si può introdurre già a partire dal 7° mese, dalla sua ha il vantaggio di essere veramente poco calorica (solo 15 calorie ogni 100 grammi di polpa), di contenere tanta vitamina A e betacarotene e di avere effetti miracolosi sugli intestini più pigri:-).
Oltre alla polpa, provate i semi debitamente essicati: per il formato bebè 12-18 funziona come snack spezza fame e "tienilo occupato".
P.S. Di sicuro i più conoscono leggende di lanterne (avete presente Halloween, no?) e carrozze fatate che si trasformano in zucche e lasciano scarpette da ballo per la via:-). Provate a leggere qui, che di zucche ne ha parlato pure Leonardo.