Miralda va veloce…

 

La cucina è soprattutto anima. Credo lo sia, anzi ne sono convinta. Qualcosa che a tutta prima ha la pesantezza della materialità ed invece ha un fondo così leggero. Ci sono i ricordi, ci sono le preparazioni che confortano, tengono insieme e raccontano del mondo stando fermi a un tavolo. La mia cucina alla fine riflette intensamente come sto, chi sono, cosa posso dare. Ci pensavo stamattina, quando a distanza di ormai due mesi mi sono accorta che dovevo assolutamente riaprire le porte del mio diario. Far entrare aria, luce e idee. Vita più di sopravvivenza. 

Non ho cucinato molto in questo ultimo periodo. Nel senso di cucina vissuta più che di sopravvivenza (ecco, qui hanno mangiato tutti, ovvio che sì e bene o male nessuno si è lamentato). 
Sono state settimane dove sto andando veloce, molto veloce e sono poco contenta del passo affrettato. 
Vivo un po’ sospesa: la casa, quella attuale che stiamo per lasciare a giorni, spoglia di cose ma carica di ricordi, l’altra là, già ordinata di mobili ma da riempire di tutto il resto. Però ho voglia di camminare e andarci. Perché è piena di luce: entra potente di energia e leggera dalle grandi finestre. Sarà una carezza che diventerà abito quotidiano. 
Le settimane si danno il cambio, una dopo l’altra, in maniera quasi spietata per chi volesse trattenere e conservare le sensazioni, invece di lasciarle scivolare velocemente.
C’è stato l’inizio della scuola. Alice in prima elementare. Credo di essere stata più triste che felice. Forse perché sono una nostalgica nonostante ami le nuove avventure. Forse perché adoro il profumo dell’infanzia. Poi l’altro giorno Alice ha cominciato a mettere insieme le lettere e riconoscere le parole. Mi ha emozionato. C’è sempre qualcosa a cui rinunciare per correre su un’altra strada, ma non è detto che non ne valga la pena.
C’è stata la chiusura del mio prossimo libro. La foto di copertina scattata a fine agosto nella nuova cucina, usata come set prima ancora che diventasse casa. Ora è attesa: pare che a breve avrò la mia prima copia tra le mani, tutte quelle energie, idee e splendide immagini che si trasformano in pagine da sfogliare. Arrivano lontano e vivono nelle cucine di altri. Oggi ho saputo della data d’uscita: 24 ottobre. 
 
C’è un regalo imprevisto che ha un battito doppio del mio e porterà un fiocco azzurro a ridosso del mio prossimo compleanno. Sono stata così presa a sopravvivere in questi mesi che fatico ancora a esserne consapevole. Anche per questo c’è bisogno di un passo lento.
C’è la voglia di tornare in cucina, sedersi e ridere. L’altra settimana Alice e io abbiamo preparato un dolce. Profumava di ritorno da scuola e mele. Ero felice. 
Domenica è stata la volta dei muffin al cioccolato con ciliegie candite. Era mattina, appena alzate Alice ed io siamo scese in cucina e la casa, ormai spoglia, si è riempita di un abbraccio caldo che sapeva di buono. 
Alice era felice e lunedì ha mostrato orgogliosa a scuola la sua merenda.  
Oggi abbiamo preparato dei piccoli tortini rovesciati. Ai mirtilli, gli ultimi di stagione. Gli ultimi in questa casa:-)
Ecco la ricetta. Una sorta di piccole “tatin” morbide e soffici.
Ingredienti per tanti tortini

250 g di farina
50 g di fecola di patate
3 uova
90 ml di olio di semi delicato
150 ml di latte
120 g di zucchero (+ il resto )
2 confezioni di mirtilli
un pizzico di sale
1 cucchiaino di vaniglia in polvere

1/2 bustina di lievito per dolci
zucchero a velo
burro

Procedimento
Lavate i mirtilli. Prendetene un terzo della quantità e cuoceteli per qualche minuto con due cucchiai di zucchero. Spegnete e tenete da parte. 
Sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso, aggiungete il latte e l’olio a filo. Setacciate la farina con il lievito e la vaniglia e unitele al resto, amalgamando per bene. Prendete degli stampini da muffin. Ungeteli con del burro, spolverate con un leggero strato di zucchero, quindi aggiungete uno strato di mirtilli cotti e qualche mirtillo intero. Riempite infine gli stampini per due terzi con l’impasto.
Cuocete in forno preriscaldato a 185° per 20 minuti circa. Una volta cotti, i tortini vanno rovesciati e spolverati con zucchero a velo.
 

Un fiorfiore di gelato. Il biscotto gelato.

Il ghiacciolo mi ricorda le estati da bambina, con quel gusto di color azzurro (non il puffo, neh…) che mi faceva impazzire e c’era una volta sì e due no. La piccola coppetta color cioccolato invece mio nonno, che non c’è da più da anni. A lui piaceva e automaticamente piaceva un po’ anche a me. Poi c’è il biscotto gelato: lo sceglievo per via della “stupida” barzelletta a fumetti, mangiavo la parte al fiordilatte e mollavo il resto (perché crema e cioccolato da piccola non mi facevano impazzire, soprattutto in versione poco artigianale). 

Nell’impastare una sorta di frolla bicolor per preparare dei biscotti da farcire con il gelato Fiorfiore Coop l’altro giorno ho ripensato a tutto questo. Il cibo, alla fine, è anche ricordo e memoria.
Per miei biscotti farciti, ho optato per una misura piccola, rettangolare e a due gusti. E’ stato divertente lasciare che Alice intagliasse i biscotti con lo stampo ondulato e rubasse di soppiatto piccoli porzioni di impasto che sono finite per diventare uno dei suoi “personaggi” (ecco di solito succede con l’impasto della pizza con il quale dà forma a creature marine spaventose, principesse improbabili e mamme ricciolute:-)). 

I nostri biscotti non avevano disegni o storie in superficie (ma magari per il prossimo giro possiamo attrezzarci!), si sono giusto colorati di cacao da un lato.
E siccome la farcitura dei due biscotti mi ha ricordato lontanamente gli s’more americani (che hanno come base dei biscotti Graham, simili ai Digestive, farciti di marshmallow abbrustoliti e cioccolato sciolto), ho accompagnato il tutto con piccole marshmallow colorate. 
Per il ripieno ho scelto il gelato alla nocciola Fiorfiore e quello al caffè (per il quale sto sviluppando una vera e propria passione inaspettata), perfetti per questi croccanti biscotti bicolor.
La ricetta.
Ingredienti
150 g di farina 00
50 g di farina integrale
50 g di farina di riso
90 g di zucchero a velo
1 uovo e 1 tuorlo
1 cucchiaio scarso di cacao amaro

120 g di burro
1 cucchiaino di cannella

1 confezione di gelato Fiorfiore Coop alla nocciola
1 confezione di gelato Fiorfiore Coop al caffè
marshmallow
 
Lavorate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero, aggiungete l’uovo e il tuorlo. Continuate a impastare unendo le farine setacciate e la cannella. A questo punto si formerà una palla, dividetela a metà e in una parte amalgamate il cacao. 
Avvolgete le due palle nella pellicola e mettetele in frigo per una cinquantina di minuti.
Riprendete la prima palla, stendetela a un’altezza di circa 1 cm e ritagliate i biscotti a rettangolo o cerchio. Fate lo stesso con la seconda palla.
Appoggiate i biscotti su carta da forno (potete anche bucherellarli con uno stuzzicadenti spesso, ad imitazione di quelli che si acquistano) e cuocete in forno preriscaldato a 185° per 10 minuti circa.
Lasciate raffreddare per bene i biscotti. Per farcirli io ho proceduto in questo modo. Ho svuotato la vaschetta di gelato ben surgelato su un tagliere e ho ricavato delle fette di circa 1 cm. Ho quindi ricavato dalla fetta la forma del mio biscotto e l’ho appoggiata su una prima base di biscotto. Ho chiuso con il secondo biscotto e messo subito in freezer (che ‘ste manovre con questo caldo sono a rischio scioglimento ghiacci perenne:-)).
Ho proceduto così con il resto. 

Un Fiorfiore di gelato. Il gazpacho rosso che profuma di limone.

Amo la filosofia “gazpacho”. Ossia quel genere che ti permette di frullare verdura (ma anche frutta) e servire zuppe ghiacciate che hanno l’estate dentro. Noi qui siamo dei veri cultori del genere, magari poco rispettosi nel seguire per filo e per segno le regole (evito solitamente l’utilizzo dell’aceto, ad esempio), ma dopotutto appassionati. 

Dopo il gazpacho rosso di Barcellona, ho voluto sperimentare nuovamente con lo stesso colore variando gli ingredienti. Anguria al posto delle fragole, pezzetti di feta annegati invece dei crostini e una pallina di sorbetto al limone Fiorfiore, morbidamente appoggiata su pane carasau, croccante scialuppa da “intingolare”.
Farlo è stato così facile che la cena mi è parsa così veloce, del tipo “chiudo gli occhi, immagino et voilà il piatto è qua”. L’unica noia di tutta la faccenda è stato eliminare i semi dall’anguria, ma qui ho ingaggiato l’Aliciotta mentre Lea si dava all’assaggio di piccoli pezzetti del frutto rosso. Segnatevi: avere gli aiutanti giusti al momento giusto facilita la vita, pure in cucina.

Ovviamente il gazapcho, al di là della versione più ufficiale che esista (quella andalusa, a base di pomodoro, cetriolo, pane raffermo etc…) a mio parere apre un mondo infinito, di zuppe ghiacciate dove inserire a vostro piacimento. Esempi? Alle carote e timo limonato, alle zucchine appena scottate e menta, al melone… Ne avete qualcuno anche voi?
L’abbinamento. Mi piace, inizialmente pensavo fosse troppo azzardato per via del dolciastro del sorbetto ma alla fine ha conquistato persino quella scettica di mia madre che alla prima spiegazione del contenuto mi ha guardato come fossi scesa da Marte.
Provate anche voi e mi direte.
 
La ricetta.
Ingredienti
200 g di polpa di anguria senza semi
400 g di pomodorini
qualche fogliolina di basilico

mezzo cipollotto fresco
olio extravergine d’oliva

sale
pane carasau

1 confezione di sorbetto al limone Fiorfiore Coop
cubetti di ghiaccio
100 g di feta a cubetti

 
Prendete il mixer e inserite anguria, pomodori, cipollotto, basilico, un paio di cucchiai di olio, frullate e aggiustate di sale. Aggiungete i cubetti di ghiaccio, assaggiate e se necessario unite ancora un pizzico di sale. 
Riempite delle ciotole fonde con il gazpacho, aggiungete in superficie i cubetti di feta. Appoggiate sul bordo della scodella un ritaglio di carasau che userete come base per la pallina di sorbetto. Decorate con una fogliolina di basilico e servite immediatamente.
 

Un Fior Fiore di gelato. Frutti rossi alla menta e vaniglia Bourbon

Sanno di bosco, passeggiate in montagna ed estate che sfiora leggera l’autunno. Amo i frutti rossi: lamponi, more, mirtilli e ribes. E fragoline. Tra i frutti sono quelli che più toccano la mia memoria, che evocano posti e ricordi. In inverno mi mancano, anzi, ormai, direi “ci” che qui Alice è una vera appassionata e Lea promette di diventarlo.Mi è capitato di attraversare un vero e proprio periodo “rosso bosco” (vezzo d’artista? anche no:-)) e nel programmare ricette e pezzi (anche per il prossimo libro)  continuavo ad infilarli freschi o disidratati qua e là. Non me ne accorgevo, alla ricerca della mia cara memoria estiva, fino a quando Miss Cia mi ha fatto notare che forse era il caso di cambiare nota:-).

Bene, ora è estate e possiamo allegramente ubriacarci del genere senza moderazione. 
L’ho fatto ieri con una zuppettina (o come direbbero i puristi un sauté) di frutti rossi, profumati alla menta fresca e accompagnati dal gelato Fiorfiore Coop alla vaniglia Bourbon. Un connubio delizioso, soprattutto per via del fresco dolciastro dei frutti e dei semi di vaniglia del gelato.

La ricetta è di quelle semplici, semplici, quasi banali nel numero degli ingredienti e nelle modalità di preparazione, quindi perfetta per questi giorni che sanno di caldo, sole e aria di quasi vacanza. 
Il gelato alla vaniglia Bourbon Fiorfiore è stato un vera scoperta: appena sollevato il coperchio mi è piaciuto veder occhieggiare i puntini di vaniglia come dei vecchi e cari amici. Mi ha richiamato subito i miei gesti, quando afferro la stecca e delicatamente la apro per estrarre i semi ed utilizzarli nelle mie preparazioni. Oppure ne taglio un pezzettino per annegarlo nel latte. 
 
La ricetta. 
Ingredienti
500 g di frutti rossi misti (lamponi, ribes, more, mirtilli…)
1 rametto di menta fresca
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di zucchero bianco
1 fetta di limone
gelato alla vaniglia Bourbon Fiorfiore Coop
Come si fa? Ovvio, in pochi minuti:-). Lavate delicatamente i frutti rossi e la menta, prendete una casseruola, versateci lo zucchero e le foglie di menta.
Mettete sul fuoco e scaldate per un minuto, unite la fetta di limone spremuto e i frutti rossi (tenete da parte qualche rametto di ribes). Fate saltare per cinque minuti cinque, quindi spegnete il fuoco. 
Filtrate il liquido di cottura dei frutti rossi con un colino e mettete da parte. 
Prendete delle coppe, riempite il fondo con i frutti rossi tiepidi, aggiungete delle scaglie grosse di gelato alla vaniglia, decorate infine con delle gocce del liquido di cottura dei frutti, un rametto di ribes e un paio di foglioline di menta.

 

L’Uno di Lea. Buon Compleanno!

Il primo figlio è un po’ come quel primo innamoramento che ti lascia stordito e poco capace di distinguere. Pensi di aver compreso tutto, aver conservato sensazioni e ricordi a piene mani. Poi capisci. La volta dopo. Non è che tu sia diventato più bravo, o che il tempo sia capace di rallentamenti che non ti costringano continuamente alla rincorsa. Anzi. Però sai che ti devi costringere a guardare e guardare un’altra volta, annusando quell’aria, quel sapore che pare duri sempre e il momento dopo è già andato. E oggi, 8 marzo, che è uno, questo primo compleanno è di Lea ma è anche mio. 

Mi sono scoperta nuovamente innamorata, presa e incantata, come se fosse la prima volta, mi sono scoperta mamma, inevitabilmente mamma da sindrome da figlio unico per ogni figlio (che fatica!), mi sono sentita tanto più consapevole perché c’è stata la prima volta. 
La leoncina di casa oggi fa uno.
C’è la stanchezza, il bisogno assillante di momenti miei, della ragazza che ero e voglio ancora essere.
Questo, credo, per più della metà del giorno (uhm, però sono sopravvissuta!). E poi c’è l’aria, quella delle mie figlie, dell’ultima di casa, che mi manca appena mi allontano, perché non ho ancora imparato a dividere le sue giornate dalle mie.
E’ quel momento del giorno, molto meno della metà, che però quando arriva ti illumina e riempie.  
Non sono diventata brava, come mamma, ma sono cresciuta.
Mi sono ripetuta per mesi che ogni istante andava conservato e contemplato perché quel profumo di neonato, quel primo sorriso, la sorpresa dei “ta-ta” e “ma-ma”, gli occhi che si accendono quando ti vedono, la pace di un profilo addormentato accanto al tuo corrono troppo in fretta. Vorrei averlo fatto ancora meglio oggi che è uno. E i piedini, fatti di burro, hanno già preso a correre, quasi volare.
Buon compleanno Lea! 
piesse: ricetta veloce dei piedini burrosi (liberamente ispirati allo shortbread scozzese ma alleggeriti con tanta scorza di lime!), che qui c’è da correre per la festicciola della sera:-)
Ingredienti
100 g di zucchero
200 g di burro
300 g di farina

scorza di un lime
2 cucchiai di frutti rossi disidrati e tritati

 

Lavorate il burro con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete la farina e iniziate a impastare con le dita. Unite i frutti tritati e la scorza di lime e finite di impastare fino a formare una palla. Avvolgete nella pellicola e mettete a riposare per almeno un’oretta in frigo. Riprendete l’impasto e stendetelo a un’altezza di 6-8 mm, ritagliate la forma prescelta. Cuocete i biscotti per 10-15 minuti in forno caldo a 185°. Potete anche stendere l’impasto in un’unica forma (altezza 1-1,5 cm) in una tortiera tonda, bucherellare con una forchetta, fare un taglio a croce e infornare per 30 minuti circa: in questo caso, tagliate delle fette con una rotellina quando la teglia è ancora calda, quindi lasciate raffreddare. 

Happy new year!

Non so bene come andrà l’anno nuovo, per il momento sto ancora cercando di tenere la traccia di quello che finisce oggi. E ringraziando di essere sopravvissuta (che con due pupe, un lavoro mai interrotto e diversi progetti nella testa non è sempre facile:-)). Però ci sono, e seppur molto stanca, un po’ nervosetta e irrequieta dopotutto sono ancora io. La me che conosco o quasi. Vorrei fare, essere di più (soprattutto per le mie figlie, lol) e correre e tanto altro ma come dicevo non è proprio la cosa più semplice in questo momento. Guardo la mia famiglia, quella che danza intorno a me e cresce e ride e dopotutto, ecco, sono felice. 

Non so bene che anno nuovo augurarmi o augurarci… o forse sì. Felice, of course, pieno di sorprese (piacevoli:-)), fortunato ma soprattutto spensierato, non sempre, ma almeno qualche volta. Un po’ come quando eravamo bambini e sapevamo di avere tutto il meglio nelle nostre mani, come non ci fosse un domani. E non fosse importante contare i giorni ma viverli.

Happy New Year!

E caso mai aveste un pupo con voi, e voleste qualcosa di caldo, profumato e per nulla alcolico, ecco il nostro glogg!

Ingredienti

1/2 litro di succo di mela

il succo di un’arancia fresca

2 bicchieri di succo di ribes (o lampone)

1 scorza d’arancia

3 cucchiai di frutti rossi canditi

1 cucchiaino di mix di spezie (cannella, chiodi di garofano, anice stellato, zenzero)

 

Mescolate il succo di mela con quello di arancia e ribes e aggiungete i frutti rossi, il mix di spezie e la scorzetta d’arancia. Lasciate riposare in frigo per qualche ora (o tutta la notte). Riprendete il tutto, mettete sul fuoco e scaldate. Servite caldo con un lungo cucchiaio per pescare i frutti:-)