Pare che questi siano giorni da dedica, tanto che, in barba al lunedì, ho acceso il forno e complici le lilfriends dell’aliciotta ho (ops, abbiamo) sfornato una torta.
Rigorosamente senza un sacco di cose (avete presente la without) però pensata dopo l’anno per tutti quelli che “vade retro latticini, glutine & affini”.
L’idea era lì che frullava da tempo per tutta una serie di coincidenze: c’è stato il mare, un paio di mesi fa, con Miss Kia e la sua allergia ai latticini (tanto carina e simpatica quest’amica di Alice, non foss’altro per l’indubbio apprezzamento alle mie realizzazioni culinarie), c’è stata Miss Sofi che all’allergia latticini aggiunge una sana indifferenza per il cibo e c’è stata la passione di Alice per le prugne prima estive e ora settembrine delle coltivazioni casalinghe (uno dei suoi lilloves:-)
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Al momento che ho ripreso la ricetta dall’agenda che mi ostino ad usare come taccuino, c’è stata la mia mania di esagerare (sì, sono di quelli che proprio non si accontentano mai, dice Mr B.).
Ecco che oltre ai latticini, sono scomparsi un paio di altri ingredienti: la farina di grano ha ceduto il passo a quella di riso appena acquistata durante l’on the road a Birago (leggi qui) e l’uovo, bè, si è visto soppiantare da un mix di banana schiacciata, fecola di patate e semi di lino. 
Quando mi faccio prendere la mano funziona sempre così: mi metto in rete e leggo (anzi scrollo, scrollo) siti sull’argomento. In questo caso ho scoperto da fonti vegane che l’uovo si può sostituire con una serie di soluzioni.
L’uovo vi serve per legare o deve fornire un aiutino in lievitazione? Nel primo caso potete usare purea di banana, mela o pera (dipende da voi e dal sapore che siete disposti ad ottenere), o un paio di cucchiai di fecola di patate insieme a latte o yogurt di soia, semi di lino lasciati in acqua per un paio d’ore (le quantità 1/3 di semi e 2/3 di acqua da frullare insieme), tofu schiacciato, o semplicemente un paio di cucchiai di acqua e olio, nel secondo caso aumentate lievito e bicarbonato. In alternativa ho scoperto che si trovano anche dei preparati chiamati No Egg da aggiungere nei dolci.


Se contate poi che nella ricetta non c’è zucchero, la tortina potrebbe funzionare anche sotto l’anno (eventualmente eliminate le spezie).
A proposito, come scritto, ho esagerato un pochino: sarà la paura che il tutto non legasse o sarà che proprio volevo provare, ci ho messo banana, yogurt di soia, fecola di patata e semi di lino (ma questi poco, poco che avevo paura per il sapore).
Questi ultimi li lascerei perdere nel dolce e li userei, se avete voglia di cimentarvi in qualche altro no egg, in polpette o impanature vegane.
Last, but not least, la mini tarte è stata sfornata da Alice, per disperazione di Miss Cia che era dietro l’obiettivo:-)

Ingredienti


150 gr di farina di riso
2 cucchiai di fecola di patate
1 barattolo scarso di yogurt di soia
2-3 cucchiai di latte di soia
4 prugne settembrine (quelle viola, viola)
½ banana schiacciata
3 cucchiai di sciroppo d’acero
½ bicchiere di olio
cannella e, anice stellato e chiodi di garofano in polvere
1 cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di lievito (o l’equivalente di cremor tartaro)

Pulite e tagliate le prugne a pezzetti (lasciatevi qualche fettina per decorare). Mescolate lo yogurt con olio, latte e sciroppo d’acero. Aggiungete le spezie, le prugne a pezzetti e la banana schiacciata, quindi lentamente farina e fecola. Terminate con il lievito e il bicarbonato. Versate il composto, che dovrebbe risultare abbastanza morbido, in una tortiera, decorate con le fettine di prugna e infornate a 175° per 20-30 minuti. Se permettete l’assaggio al vostro bebè, attenzione alla superficie, pericolo toccata e morso.