da miralda | 17 Nov 2009 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber

Cambio d’inizio per dirvi: firmate qui! Magari non cambia nulla ma almeno facciamo sentire la nostra voce.
Per me la castagna è uno dei frutti che più si lega all’infanzia. Credo che tutto dipenda dalle innumerevoli raccolte alle quali ho partecipato da quando avevo i calzettoni (sì proprio i calzettoni) all’altro ieri,
si fa per dire che ora di castagne non ce ne sono più nemmeno a cercarle come segugi. E anche Alice ha cominciato in fretta.
Poi c’è quella filastrocca, banale, banale, che fu uno dei tormentoni dei primi anni di scuola: "son rotonda e piccoletta… vengo giù dalla montagna, eccetera, eccetera".
L’anno scorso, armata di marsupio porta peste e guanti salvamani, mi ero data alla raccolta tanto da ritrovarmi con chili e chili di castagne (oltre che con un assurdo mal di schiena, chissà mai perché?). E dato che la pupa stava per tagliare il traguardo dei dodici mesi mi ci ero messa di tutto punto a creare innumerevoli varianti dolci e salate. In preda all’entusiasmo avevo lessato e diligentemente pulito castagne e marroni, per conservare in freezer e riesumare al momento giusto.
Mr B. aveva contribuito all’impresa, conquistato da un mitico attrezzo apri castagne scovato in un negozietto:-).
Per dire a distanza di mesi erano lì belle e pronte, dal sapore "so tanto d’autunno e di bosco" a fare il loro compito in zuppe, risotti, merende castagne-latte (pochissimo!) e minicakes (ricordo ancora un’abbinata con petto d’anatra affumicato, naturalmente formato non bebè).

E’ vero che in alcuni casi potete comodamente sostituire con la farina di castagne, ad esempio per muffin&co (tra l’altro ottima alternativa no glutine), ma in altri per me non c’è proprio paragone con il sapore fresco. Pulirle è una rottura e che non lo so? Però la vellutata di ieri sera, bè, era proprio un supercomfort food, stagione autunno-inverno.
Da aggiungere che i ricci sono pieni di sorprese. Ricchi di amido (tanto da sostituire facilmente pane e patate), proteine, fibre (caso mai il pupo soffrisse di svuotamento lento) e sali minerali, combattono anche anemia e stress. E leggendo questo ultimo particolare mi son detta, vedi che alla fin, fine non ne ho mangiate abbastanza?:-).
Per i bebè via libera dopo i 12 mesi, da evitare se soffre di coliche, da consigliare anche in gravidanza grazie alla presenza di acido folico.
La vellutata si presta bene anche per mamma e papà, se poi avete sottomano pioppini o finferli (non per il bebè, mi raccomando) ancora meglio.

Ingredienti (per tre)
200 gr di castagne bollite
2 patate
1 porro
rosmarino
olio EVO
1 scalogno piccolo
(pepe/sale per mamma e papà)
brodo vegetale
Procedimento
Tagliate lo scalogno piccolo, piccolo, passate in pentola con olio e il rametto di rosmarino (che poi eliminerete). Aggiungetela patata e il porro a pezzetti. Aggiungete il brodo. A metà cottura unite le castagne. Una volta pronta passate tutto al mixer. Nella variante per mamma e papà potete rosolare con uno spicchio di aglio i funghi in padella e tuffare nella vellutata prima di servire.
da miralda | 13 Nov 2009 | 12-18 mesi, Happy Birthday!, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda, Winterzauber

Questo è un post che in realtà non doveva esserci, che alla fine quattro ricette in una settimana mi paiono già eccessive, per me e naturalmente per voi.
Poi sono arrivate le ricette con l’uva e il compleanno della nonna bis, che con questo frutto zuccherino dovrebbe averci poco a che fare, come ha ricordato Mr B. Il compleanno dopotutto è il compleanno e alla fine come diceva qualcuno la vita è una sola:-).
Se c’è una cosa che mia nonna (la bis dell’aliciotta) adora sono i dolci che vorrebbe ma non può (oltre naturalmente a broccoli, cacio e pepe, maritozzi e polpette, in onore delle sue origini romane).
Capita di vederla trafugare, rapida e veloce, un pasticcino (ma proprio uno, commenta lei beccata), due cucchiaiate di gelato ("giusto un assaggio che qui quello per diabetici se lo sono dimenticati, mannaggia").
La capisco che se mai toccasse a me la faccenda sarebbe ardua e triste:-).
Tutto questo per dire che la torta, bè viste le circostante si è trasformata in un quasi muffin, lontano dai 4/4 che c’era il rischio di burro e zucchero, e poi, visto che la sottoscritta si è appassionata ai composti alternativi, ho utilizzato di nuovo farina di riso. Ne è uscito a lilcake che senza zucchero, senza burro, soffice, soffice si presta sia ai diabetici (alla nonna "ammazzeta" se è piaciuto) ma anche ai bimbi dai 12 mesi in su. In cucina c’era l’aliciotta alla prese con la sua nuova mise "oggi cucino io" e c’è stato poco da fare ma a sfornare ha voluto fare "da sssola". Uno spettacolo!

piesse. Secondo Mr B. l’uva coi diabetici proprio no, poi riflettendo sul fatto che è passato giusto un po’ di tempo da che si è cimentato con la materia (come la pediatria, ricordate?) e che mi nonna ha sviluppato un odio per le mele (manco fosse la bis di Biancaneve), ho fatto qualche ricerca.
Pare che il segreto non stia nel vietare certi tipi di frutta ma nel regolare al meglio le quantità (www.diabetologia.it): da considerare che meno di 200 gr di uva forniscono la stessa quantità di zucchero di 300 gr di mele. Indi per l’uva contate gli acini, 10 acini 60 calorie. Naturalmente questo discorso non ha nulla a che vedere coi pupi: a loro l’uva fornisce tanti zuccheri semplici, veloci da assimilare.

Ingredienti
200 gr di farina di riso
3 uova
10 cl di olio
1 barattolo di yogurt naturale (senza zucchero)
acini d’uva bianca e nera
1 cucchiaio di sciroppo d’acero
2 cucchiai di succo di mela (100%)
1/2 bustina di lievito
Procedimento
Sbattete le uova con lo sciroppo d’acero, aggiungete olio, succo di mela e yogurt. Aggiungete gli acini d’uva a metà senza semi. A questo punto gli ingredienti secchi: stemperate la farina con il lievito e mescolate all’impasto. Infornate a 175° per 20 minuti.
P.S. Le palline in argento (e zucchero) sono una gentile concessione fotografica, finite in un batter d’occhio nelle grinfie della pupetta.

da miralda | 11 Nov 2009 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Oggi è una di quelle giornate autunno/inverno che adoro: cielo terso (capita di rado da queste parti), aria frizzante e alberi in supertechnicolor.
E la sottoscritta, che stamattina avrebbe avuto da lavorare, si è persa in biblioteca con la scusa "devo proprio recuperare dei libri per l’aliciotta".
Il bello di tutto ciò è che alla fine se n’è uscita con una serie di libri per Alice, un libro di cucina (che un po’ di cultura non fa mai male) e un dvd: chissà mai che Alice decida di fare la nanna ad un orario da bebè e con Mr B. si veda un film, per la cronaca Mr&Mrs Smith, di Hitchcock, niente a che fare con Bradangelina.
E poi? Bè ho tergiversato su una serie di prestiti, aperto e chiuso, considerato ciò che ancora giace a casa da leggere (e qui ripeto chissà mai che Alice si decida a fare la nanna ad un orario di bebè) e deciso che non valeva la pena trascinarsi a casa tutti quei poveretti per poi abbandonarli e magari dimenticarsi di restituirli. Strano comunque, mi riesce molto meglio lo shopping impulsivo (libri compresi) rispetto al prestito selvaggio:-)
Che c’entra tutto questo con la cucina, con il risotto (vedi sopra)? Nulla direi, ma va così che la giornata l’avrei passata a tirar freccette fare bolle di sapone se avessi avuto il tempo/l’età per farlo.
La ricetta, oltre a far parte della mania della sottoscritta di risottare (non solo risotti, ma tutto ciò che si presta, vedi pasta, fregula, orzo, etc…), entra con gran onore (che qui si parla di piatto principale, mica antipasto o contorno) in "L’uva, quella che rimane", saga del cucchiaino sulla vendemmia bella che passata:-).
Il formato bebè è da 12 mesi in poi: io ho utilizzato un carnaroli, preferite il riso per bambini se il vostro pupo non gradisce ancora i chicchi un po’ grossi.
Ho usato per la mantecatura un mix di ricotta e mascarpone (eliminate quest’ultimo per formati sotto i 18 mesi).
In una possibile versione per mamma e papà potete anche finire con fiocchetti di roquefort se apprezzate i sapori, diciamo, forti.
P.S. Se in possesso di foglie di vite bio, provate a sostituire il rosmarino con foglie di vite, io di sicuro ci provo col raccolto dell’anno prossimo.
Ingredienti
30-40 gr di riso
1 cipollotto
1/2 gambo di sedano bianco
5 acini bianchi e 5 neri (eliminate i semi)
1 cucchiaio di olio EVO
1 cucchiaio di ricotta e 1 di mascarpone per mantecare
1 cucchiaino di parmigiano reggiano
1 rametto di rosmarino
un pizzico di sale o gomasio
brodo vegetale
Procedimento
Fate appassire come al solito il vostro cipollotto nell’olio insieme al rametto di rosmarino (poi potete togliere entrambi) e al sedano a pezzetti piccoli. Aggiungete il riso e sfumate con il brodo. A metà cottura buttate gli acini d’uva. Mescolate e preparate come tutti i risotti (brodo e mescolo, brodo e mescolo). Mantecate con ricotta e mascarpone e un cucchiaino di parmigiano. Servite.
da miralda | 10 Nov 2009 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber

Ossia: " al contadino non far sapere come è buono il formaggio con le pere".
La ricetta, o similricetta che da cucinare non c’è proprio nulla, mi è venuta in mente pensando proprio a questo proverbio.
Stavo contemplando la frutta autunnale davanti al mio naso: pera, mela e uva, ho fatto una rapida associazione e considerato che la pupa adora tutto ciò che discende dal latte, è nato lo spiedino.
Semplice, veloce, veloce, tanto divertente e soprattutto da non sottovalutare perché permette di giocare con formati e disposizione (coi pupi un po’ di fantasia non guasta mai) ma anche di combinare sapori e gusti al di fuori dei soliti schemi (o papponi:-). Di sicuro quello che funziona sul bebè è il formato spiedino (procuratevene uno in legno, per un effetto meno d’artagnan): Alice si è divertita a sfilare uno per uno i pezzetti di frutta e formaggio, qualcuno è finito in bocca, qualcuno, bè, è stato lanciato:-), altri sono stati piacevolmente pasticciati in mano. D’altra parte il bambino deve manipolare per conoscere:-)
Formato dello spiedino? Dall’anno in poi, anche se si possono già fare esperimenti sotto l’anno utilizzando parmigiano reggiano e mozzarella. Naturalemente potrete variare il tipo di formaggio a seconda dei mesi del bambino: latteria ad esempio dopo i 12 mesi, emmenthal dopo i 18 mesi, etc…
Personalmente ho utilizzato del casera e un formaggio un po’ più morbido, invecchiato nelle foglie di noce acquistato in Alto Adige.
Consiglio del contadino: lo spiedino diventa antipasto per mamma e papà, la sottoscritta suggerisce di accompagnare con miele agli agrumi, di castagno, lampone o con salsa senapata alla zucca o fichi. O con quello che fornisce la vostra dispensa e il vostro gusto. Se volete far testare anche al pupo il tuffo nel miele, sceglietene uno semplice (tipo acacia) e di origine controllata.

P.S. Per chi non fosse informato questa è la prima delle tre ricette "L’uva, quella che rimane", chi non ama la bianca e la nera eviti il blog per questa settimana:-).
Ingredienti
1 pera
1 mela
acini d’uva bianca e nera
dadini di formaggio
miele e salsine (per mamma e papà)
C’è poco da spiegare. Sbucciate e tagliate la frutta a dadini, infilzate nello spiedino frutta e formaggio oppure disponete sul piatto a mo’ di lombricone, trenino o vattelapesca.

da miralda | 09 Nov 2009 | 9-12 mesi, L'ora della merenda, Lil Loves!, Winterzauber

Stagione che vai lilloves che trovi. O almeno per Alice è così. Causa malattia della pupa mi ero completamente dimenticata dell’uva. Lo so, sono in ritardo, il tempo della vendemmia è bello che passato e pure noi (intendo Mr B e la sottoscritta) abbiamo stappato la nostra bottiglia di novello, sulla quale dovrei soprassedere che qui si parla di pupi:-).
Oggi, nonostante sia lunedì (e io come già sottolineato la penso come cantava qualcuno) è giornata di rinascita. E all’Alice di ritorno dal nido non è mancato l’assaggio di uva e mandarino (sì l’appetito è tornato!).
E siccome pare che l’uva sia uno dei lilloves di questa stagione, bè ho pensato “meglio tardi che mai”.
Da settembre in poi nella nostra cucina è stato un trionfo di nera, bianca, “meglio l’Italia o la pizzuttella” (per l’aliciotta indubbiamente meglio la seconda senza semini e sputacchio), a volte rosè (ma proprio poco), ma di sicuro la regina indiscussa e ormai scomparsa, con grande compianto di pupi, è l’uva fragola. Sono passate settimane da quando la coltivazione casalinga (dei nonni, che il terrazzo non è ancora attrezzato a pergolato) ha messo a disposizione gli ultimi grappoli. Che tristesse!
Perdonate, ma qui giro una domanda che divide Mr B. e la sottoscritta (Alice non conta che fa supergiù come mamma): voi come mangiate l’uva fragola? Lo so è poco elegante, ma io mi ostino a mangiarmi solo la polpa mentre Mr B. deplora. E voi?
Basta divagazioni, torniamo alla bianca e alla nera. Quale preferite?


La bianca è spesso più dolce (e più zuccherina) e morbida al morso, ma in realtà la nera, più pigmentata, vince in quanto a contenuti di antiossidanti (sapete quelli che combattono l’invecchiamento?) e ferro.
Per il resto si equivalgono con il vantaggio di fornire una carica di energia attraverso zuccheri facilmente assimilabili. Ricche come sono di vitamine, potassio e magnesio, acido folico sono da raccomandare al formato bebè, a partire dall’anno in poi (potete anche anticipare al decimo mese badando di togliere semini e pelle esterna).
E le ricette? Da domani in poi, una vicina all’altra le altre ricette, per farmi perdonare della vendemmia tarda, tarda, almeno diamo conto veloci, veloci di quello che abbiamo cucinato.
P.S. Non c’azzecca niente (come diceva mio nonno) ma il titolo, tolta l’uva, si ispira a "Quello che rimane" di Paula Fox, mi è venuto in mente così, il mio umore è ben lungi dall’essere simile a quello della protagonisita (e meno male), ma consiglio il libro:-).
da miralda | 30 Ott 2009 | 6-9 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda, La colazione
Lo ammetto, sono tra quelli (pochi o tanti ditemelo voi) che non amano particolarmente Halloween: con i padri pellegrini mi sento più legata per il piatto del ringraziamento (e presto lo scoprirete) piuttosto che per Jack-ò-Lantern o fantasmi e spiriti (bè giusto le streghe mi sono simpatiche). L’unica cosa che veramente mi piace di Halloween è la zucca.
Non quella grossa, grossa, arancione, bella sì da vedere ma in cucina utile zero, ma la mantovana o la rugosa verde scuro, arancio acceso, polpa dolce, divina da mangiare:-).
Ecco che, in barba alla tradizione d’oltreoceano, ho accantonato ragnetti e fantasmi dolci per sfornare un superclassico dell’infanzia di Mr B: il pane alla zucca della nonna ‘Sunta. E con questo direi che la settimana pane in omaggio al World Bread Day a cui non ho partecipato è bella che archiviata.

La ricetta me la sono un po’ rivisitata, il pane sono diventati panini piccoli, piccoli che potessero stare nella manina di Alice ed essere divorati con pochi morsi. Cosa regolarmente successa fino a quando ho detto basta, che di panini per Mr B. per la sera non ne rimanevano che tanti resti morsicati:-).
Nei panini ho aggiunto noci e semi di zucca, purtroppo questi ultimi li ho trovati all’ultimo momento solo bianchi e salati, mai più, che quelli verdi e naturali che di solito utilizzo sono un’altra cosa.


Il formato bebè? Bè se togliete noci, semi e qualche cucchiaita di latte che ci ho aggiunto io, potete tranquillamente utilizzarli già dopo qualche mese dall’inizio dello svezzamento, al posto del solito pezzettino di pane da pasticciare del panettiere. E poi pane e panini homemade col profumino che si spande per tutte le stanze (e alla sottoscritta sulla zazzera di capelli) sono una delle soddisfazioni maggiori in cucina.
Provate, magari col bebè a fianco che sbircia impasto e lievitazione! E poi: panino o scherzetto?

Ingredienti
400 gr di farina Manitoba
200 gr di farina normale 00
8 gr di lievito di birra fresco (meno della metà di un panetto)
500 gr di polpa di zucca cotta (io l’ho fatta al vapore)
semi di zucca (ricordate verdi e non salati!)
una manciata abbondante di noci
3 cucchiaiate di latte (si può farne a meno)
1 cucchiaino di zucchero o miele
sale
acqua
Procedimento
La sera prima preparate il lievitino (vi aiuta ad usare meno lievito ed evitare quel saporino chimico tanto fastidioso se non siete provvisti di pasta madre). Sciolgliete il lievito in un cucchiaio di latte e uno di acqua tiepida con i cucchiaino di zucchero (o miele). Mischiate 150 di manitoba e 50 di farina normale con il lievito sciolto e circa 70 gr di acqua. Lasciate girare il robot (o le vostre mani) per una decina di minuti. Prendete l’impasto e ponetelo in frigo (o fuori se la temperatura è bassa) per una decina di ore. La mattina riprendete l’impasto aggiungete la farina rimasta , la zucca, un pizzico di sale e impastate. A seconda del necessario aggiungete un paio di cucchiai di latte e acqua (dipende un po’ dalla vostra polpa di zucca più o meno umida e bagnata). Io ho ottenuto un impasto che si staccava dal gancio del mio Mr Aid, però bello morbido. Coprite e ponete ancora a lievitare per un paio d’ore al caldo.
Quando l’impasto sarà più che raddoppiato, formate dei panini, in alcuni potete inserire noci, in altri semi di zucca (ma volendo anche altro, tipo semi o castagne cotte o persino gocce di cioccolata, vedete un po’ in base anche al formato del vostro bebè, ad esempio niente cioccolata almeno fin dopo i due anni, alcuni manuali dicono fino a tre!). Pennellate i panini con latte e decorate con semi, noci, etc… Ponete in forno caldo a 200° per venti minuti, poi abbassate a 180° per altri 10 minuti e finite a 170° per gli ultimi 10 minuti.