Zuppa pane e latte… easit:-)


Metti una sera, a cena, uno di quei rendez vous che fino a due anni fa, bè, mi parevano venire da Marte. Metti la sottoscritta con l’aliciotta, voglia di pappa coccolosa e luci (dell’albero) accese, un must con pupi (è poco eco? lo so, lo so…).
Metti il ritorno a casa, dopo tuffo, rituffo e stratuffo della pupa in pozza di acqua calda (o piscina, dipende dai punti di vista): pazienza per la cena? Pari a zeroooo. Pazienza mia di trovare diversivo, seda pupi? Pari al meno uno:-). Metti Mr B. al lavoro, o simil cena lavoro (quando finiranno le cene natalizie, me lo spiegate?) e Pippi che inizia a rotto di collo, rituale stendi pupi prenanna da consumare in soggiorno (unico lugo accogli tv). 

Bene, metteteci tutte queste cose, prendete del latte fresco da frigo, pane avanzato (se secco ancora meglio), uno spicchio di aglio, un pizzico di cannella, gambi di coste (ma potete farne anche a meno) e latteria per finire. Sale e pepe (a piacere), ma solo per mamma e papà. In un batter baleno riscaldate il latte (un paio di tazze se come noi siete in due), aggiungete l’aglio (che poi eliminerete), il pane a tozzetti e i gambi, uno due, a pezzetti. Fate cuocere, a fuoco lento, lento, per 15 minuti, regolate di pizzico di cannella, grattuggiata di latteria e servite.

Se avete qualche scrupolo che la zuppa non soddisfi appieno il vostro formato, sbattete un uovo, di quelli freschi, bio e di allevamento a terra (possibilmente) e aggiungete verso la fine.

Il formato bebè? 12 mesi suonati per via del latte e dell’uovo intero, se aggiungete.

E dato che la ricetta è senza ingredienti, senza procedimento e soprattutto ieri sera si è scodellata veloce, veloce, mi sa che ora creo una categoria nuova, nuova, salva cena "ora che faccio". Che ve ne pare? Easyeat o easit può funzionare?

piesse… la zuppa rientra con ogni onore e gloria nella tendenza "biancomangiare", più bianco di così:-)

 

 

Notre “blanche mangeri”… Biancomangiare

Il bianco. La magia dell’inverno, l’incanto di vedere ogni cosa nascondersi, sempre uguale eppure diversa. I suoni attutiti, quasi lontani, i passi lenti che affondano e la sorpresa di sentirsi avvolti dal silenzio (bè se non si decide di uscire in centro, a Milano). Il bianco e il “winterzauber”. 


La casa, la nostra, si è tinta di bianco, dall’albero fino all’ultima candela dell’avvento a quella bambolina dalla faccia tonda, simile ad una Ponyo in miniatura. Una manciata di giorni e sarà l’inverno, via la mezza misura dell’autunno, così lieve e technicolor. Il bianco, il “winterzauber” e la neve. Ho ripensato a dodici mesi quasi fa: quella mattina immersa nella neve, bianca e senza vento, di compleanno (il mio, a gennaio, sempre troppo vicino a Natale) mi ha riconciliato con me stessa e ha dato il passo leggero alle altre stagioni. C’è stato l’anno del mare, che ha portato la sua Alice. C’è stato l’anno senza stagione, sospesa e sorpresa, e poi il winterzauber. E ora che questi mesi, veloci, veloci, stanno per finire nel cassetto, proprio io che ho sempre amato l’estate aspetto impaziente la magia dell’inverno. Ecco spiegato perchè da oggi la cucina del cucchiaino si veste di bianco: di materie prime e di scodella:-).

La pappa di oggi gioca con il bianco, quello medioevale di ispirazione francese, e apre la serie, quasi che poi ogni nuova ricetta possa essere una variazione del blanc manger. E per questo primo biancomangiare tanti ingredienti, di fogge e famiglia diversa, tutti all white.
Il formato? Bebè 8 mesi, perfetto piatto svezzamento fase avviata, per via del pesce (filetto di platessa leggero, leggero), del globo biancoverde con radici (sedano rapa) e di un pezzetto piccolo, piccolo di quel porro di cervere che Alice&io vi presentiamo nei prossimi giorni. 

Piesse. Aggiungete sale, una spolverata di pepe e chips di cipolla e voilà, la vellutata per mam&papa.

 

Ingredienti


1 patata dolce
1 spicchio di mela
1 fetta di sedano rapa
1 pezzetto di porro di Cervere (o 1 porro piccolo e normale)
40 gr di platessa
1 cucchiaino di olio EVO

Cuocete al vapore le verdure pulite e la mela. Verso fine cottura, aggiungete la platessa avvolta nella carta argentata e una foglia di alloro. Passate tutto con qualche cucchiaio dell’acqua di cottura e un cucchiaino di olio EVO. 

 

Spuma di pera&ricotta

 

Non ho ancora deciso se la mia preferita è la William o la Decana del Comizio, anche perché devono essere appena arrivate le Conference e bè, dovrei riassaggiarle per decidermi. Un paio di mesi, nel Renon, rimasi strabiliata dalle varietà di mele esistenti, per non parlare dei succhi alla mela. Anche le pere non scherzano. 

Per mia nonna (la nonna bis dell’aliciotta) mele e pere sono i frutti più noiosi esistenti sulla terra. C’è da dire che lei è obbligata alla scelta: quando vorrebbe cachi e uva, con mestizia deve chiedere mela o pera. 

Ed io che fino a qualche anno fa condividevo in fondo, in fondo l’opinione, mi sono appassionata ultimamente di due frutti proprio "autunno-inverno". 

Trovo poi che le pere siano eccezionali declinate in versione salata, sì proprio salata (su non storcete il naso:-)). Mi hanno salvato in un paio di occasioni, di quelle dove arrivi a cena tardi, supertardi, della serie "e ora che faccio con l’uomo e la pupa delle caverne"? e voilà ecco le pere che infagottate con roquefort (per noi) e latteria (per pupi), arrotolate in sfoglia e chiuse da noce passano in forno che è un piacere.

 

Con la mela, la pera è il frutto dello svezzamento: dai sei mesi in poi (per qualcuno già dai cinque) è tutto un grattuggiare, omogenizzare e passare per i primi sputacchi del pupo.  E la spuma di oggi è proprio di quelle da fase primo svezzamento o subito dopo: ci sono ricotta e yogurt a completare la merenda, giusto in tempo per il settimo mese. Da ricordare che la pera è ricca di zuccheri semplici (fruttosio, ecco perché pure la nonna bis può mangiarne) e di un sacco di potassio, vitamina C e fibre (con una pera facciamo il pieno per un’intera giornata). Per i bimbi: se volete combattere la stipsi preferite la versione cotta.

In perfetto stile cucchiaino, la pappa (merenda o dolce, fate voi) si è sdoppiata e con una paio di aggiustamenti, veloci, veloci, si è trasformata per mamma&papà. Il fingerfood poi insegna: basta completare con coppetta, bicchierino o bicchiere è sembrerà tutto più fascinoso e chiccoso:-).

Ingredienti

40 gr di ricotta vaccina

300 gr di yogurt intero
1 pera matura (io ho usato la Kaiser)

Pelare la pera e tagliarla a pezzi. Frullare tutti e tre gli ingredienti e servire subito.

 

Spuma di ricotta alla cannella con pera al rum

150 gr di ricotta vaccina

2 cucchiai di zucchero a velo
1 cucchiaio di Rum
1 cucchiaino scarso di cannella
una manciata di uvetta

1 pera
amaretti

Lasciate qualche minuto l’uvetta a bagno con rum e acqua tiepida. Lavorate la ricotta con lo zucchero a velo, la cannella in polvere, aggiungete l’uvetta strizzata. Frullate la pera con un goccio di rum. In una coppa sbriciolate gli amaretti sul fondo, fate un secondo strato con la spuma di ricotta, coprite con la composta di pera al rum. Servite 

 

 

Il piatto del ringraziamento: mele, patate&pollo


Direi che oggi mi sono sintonizzata sull’orario di NY: ancora un po’ che aspettavo a fare il post il giorno del Thanksgiving era bello che andato. La ricetta, infatti, si ispira al piatto preferito dai padri pellegrini della Mayflower.

Sarebbe a dire il grosso tacchino che negli Stati Uniti, il quarto giovedì di novembre, si affrettano a imbottire di questo e di quello e servire con chutney varie.

Una vera e propria tradizione che è una corsa folle al tacchino, tanto da spingere persino ad un sondaggio per aiutare il presidente a scegliere quale povero malcapitato graziare quell’anno. Il fortunato di quest’anno pare essere certo Courage (a onor di cronaca): strani gli americani:-).

E questo piatto? Bè la sottoscritta non è di quelle che si appassionino alle tradizioni degli altri e a volte nemmeno alle proprie (ad esempio di panettone faccio fatica a consumarne uno in tutto il periodo natalizio). Per di più di carne ne cucino una volta sì e quattro no, però mi piaceva l’idea di mele, patate dolci e tanto per seguir la via, ma non troppo, pollo. In realtà la ricetta dei padri pellegrini prevedeva anche super "pumkin", la zucca: io l’ho esclusa che sono settimane che sia la cena sia la merenda la zucca è onnipresente. Eventualmente, se volete ricreare proprio l’atmosfera Mayflower a casa vostra, potete reinserirla con una chutney (zucca&senape?) per accompagnare.

Ne è nato un piatto perfetto per il formato bebè, dagli 8-9 mesi in poi: alla fine se il pupo non mastica ancora basta passare tutto e voilà, il gioco è fatto ed eventualmente preferire la cottura al vapore del tutto.
Il sapore dolce di mele e patate di sicuro ha la meglio sui più piccoli.
Evitate il cipollotto fino ai 9-10 mesi. 
piesse:  le patate dolci (dette anche americane, tanto per stare in tema) contengono ricche dosi di beta-carotene che per voi&pupo si trasformano in vitamina A. Se non siete di quelli che le frequentono, usatele, usatele, usatele che solo a tagliarle e disporle sul piatto non paiono pianeti strani?:-).

Ingredienti       

80 gr di filetto di pollo (scendete a 50 gr per i formati 9-10 mesi)

1/2 mela

1 patata americana

1 cipollotto

olio EVO    

1 foglia di alloro                                                       

Procedimento

Pelate mela e patata, tagliate a pezzetti insieme al pollo. Rosolate tutto in padella con il cipollotto a fettine, la foglia di alloro (che poi toglierete) e olio d’oliva. Bagnate con acqua tiepida e cuocete finchè gli ingredienti sono belli morbidi. Servite. Nella versione a vapore, mettete nel cestello pollo, mela e patata (senza buccia), nell’acqua la foglia di aloro. Quando tutto è pronto frullate con qualche cucchiaino dell’acqua di cottura.

 

 

Vellutata di castagne


Cambio d’inizio per dirvi: firmate qui! Magari non cambia nulla ma almeno facciamo sentire la nostra voce.
Per me la castagna è uno dei frutti che più si lega all’infanzia. Credo che tutto dipenda dalle innumerevoli raccolte alle quali ho partecipato da quando avevo i calzettoni (sì proprio i calzettoni) all’altro ieri,
si fa per dire che ora di castagne non ce ne sono più nemmeno a cercarle come segugi. E anche Alice ha cominciato in fretta.
Poi c’è quella filastrocca, banale, banale, che fu uno dei tormentoni dei primi anni di scuola: "son rotonda e piccoletta… vengo giù dalla montagna, eccetera, eccetera".

L’anno scorso, armata di marsupio porta peste e guanti salvamani, mi ero data alla raccolta tanto da ritrovarmi con chili e chili di castagne (oltre che con un assurdo mal di schiena, chissà mai perché?). E dato che la pupa stava per tagliare il traguardo dei dodici mesi mi ci ero messa di tutto punto  a creare innumerevoli varianti dolci e salate. In preda all’entusiasmo avevo lessato e diligentemente pulito castagne e marroni, per conservare in freezer e riesumare al momento giusto.
Mr B. aveva contribuito all’impresa, conquistato da un mitico attrezzo apri castagne scovato in un negozietto:-).

Per dire a distanza di mesi erano lì belle e pronte, dal sapore "so tanto d’autunno e di bosco" a fare il loro compito in zuppe, risotti, merende castagne-latte (pochissimo!) e minicakes (ricordo ancora un’abbinata con petto d’anatra affumicato, naturalmente formato non bebè).

E’ vero che in alcuni casi potete comodamente sostituire con la farina di castagne, ad esempio per muffin&co (tra l’altro ottima alternativa no glutine), ma in altri per me non c’è proprio paragone con il sapore fresco. Pulirle è una rottura e che non lo so? Però la vellutata di ieri sera, bè, era proprio un supercomfort food, stagione autunno-inverno.

Da aggiungere che i ricci sono pieni di sorprese. Ricchi di amido (tanto da sostituire facilmente pane e patate), proteine, fibre (caso mai il pupo soffrisse di svuotamento lento) e sali minerali, combattono anche anemia e stress. E leggendo questo ultimo particolare mi son detta, vedi che alla fin, fine non ne ho mangiate abbastanza?:-).

 

Per i bebè via libera dopo i 12 mesi, da evitare se soffre di coliche, da consigliare anche in gravidanza grazie alla presenza di acido folico.

 

La vellutata si presta bene anche per mamma e papà, se poi avete sottomano pioppini o finferli (non per il bebè, mi raccomando) ancora meglio.

Ingredienti (per tre)

200 gr di castagne bollite
2 patate 
1 porro
rosmarino
olio EVO
1 scalogno piccolo
(pepe/sale per mamma e papà)

brodo vegetale

 

Procedimento

 

Tagliate lo scalogno piccolo, piccolo, passate in pentola con olio e il rametto di rosmarino (che poi eliminerete). Aggiungetela patata e il porro a pezzetti. Aggiungete il brodo. A metà cottura unite le castagne. Una volta pronta passate tutto al mixer. Nella variante per mamma e papà potete rosolare con uno spicchio di aglio i funghi in padella e tuffare nella vellutata prima di servire.
 

 

 

Quasi un muffin con uva&farina di riso


Questo è un post che in realtà non doveva esserci, che alla fine quattro ricette in una settimana mi paiono già eccessive, per me e naturalmente per voi. 

Poi sono arrivate le ricette con l’uva e il compleanno della nonna bis, che con questo frutto zuccherino dovrebbe averci poco a che fare, come ha ricordato Mr B. Il compleanno dopotutto è il compleanno e alla fine come diceva qualcuno la vita è una sola:-). 
Se c’è una cosa che mia nonna (la bis dell’aliciotta) adora sono i dolci che vorrebbe ma non può (oltre naturalmente a broccoli, cacio e pepe, maritozzi e polpette, in onore delle sue origini romane). 
Capita di vederla trafugare, rapida e veloce, un pasticcino (ma proprio uno, commenta lei beccata), due cucchiaiate di gelato ("giusto un assaggio che qui quello per diabetici se lo sono dimenticati, mannaggia").
La capisco che se mai toccasse a me la faccenda sarebbe ardua e triste:-). 
Tutto questo per dire che la torta, bè viste le circostante si è trasformata in un quasi muffin, lontano dai 4/4 che c’era il rischio di burro e zucchero, e poi, visto che la sottoscritta si è appassionata ai composti alternativi, ho utilizzato di nuovo farina di riso. Ne è uscito a lilcake che senza zucchero, senza burro, soffice, soffice si presta sia ai diabetici (alla nonna "ammazzeta" se è piaciuto) ma anche ai bimbi dai 12 mesi in su. In cucina c’era l’aliciotta alla prese con la sua nuova mise "oggi cucino io" e c’è stato poco da fare ma a sfornare ha voluto fare "da sssola".  Uno spettacolo!

piesse. Secondo Mr B. l’uva coi diabetici proprio no, poi riflettendo sul fatto che è passato giusto un po’ di tempo da che si è cimentato con la materia (come la pediatria, ricordate?) e che mi nonna ha sviluppato un odio per le mele (manco fosse la bis di Biancaneve), ho fatto qualche ricerca.
Pare che il  segreto non stia nel vietare certi tipi di frutta ma nel regolare al meglio le quantità (www.diabetologia.it): da considerare che meno di 200 gr di uva forniscono la stessa quantità di zucchero di 300 gr di mele. Indi per l’uva contate gli acini, 10 acini 60 calorie. Naturalmente questo discorso non ha nulla a che vedere coi pupi: a loro l’uva fornisce tanti zuccheri semplici, veloci da assimilare.

Ingredienti

200 gr di farina di riso
3 uova
10 cl di olio

1 barattolo di yogurt naturale (senza zucchero)
acini d’uva bianca e nera
1 cucchiaio di sciroppo d’acero

2 cucchiai di succo di mela (100%)
1/2 bustina di lievito

 

Procedimento

Sbattete le uova con lo sciroppo d’acero, aggiungete olio, succo di mela e yogurt. Aggiungete gli acini d’uva a metà senza semi. A questo punto gli ingredienti secchi: stemperate la farina con il lievito e mescolate all’impasto. Infornate a 175° per 20 minuti. 

P.S. Le palline in argento (e zucchero) sono una gentile concessione fotografica, finite in un batter d’occhio nelle grinfie della pupetta.