da miralda | 29 Mar 2010 | 12-18 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà

Di uova e coccodè sul Cucchiaino ne avevo già parlato qui e oggi ne ho pure parlato qui. Però ammetto che al di là di ricette, letteratura in materia (di uova, sì signori, pure Dante ha scritto la sua) e cotture 3 minuti, cinque minuti, dieci minuti, eccessiva, l’uovo in assoluto che più mi ha colpito è stato quello col bollino reale (in attesa arrivi quello 100% fondente di Pasqua da qualcuno:-)). Da noi, poveri mortali, a meno che non vi approviggionate direttamente dalle galline per intermedia indulgenza (come fa l’aliciotta), le uova riportano sul guscio numeri e date, giusto per non sbagliarsi sul consumo.
In Inghilterra invece ho scoperto che c’è il marchio della corona (almeno su quelle che mi è capitato di acquistare lì): come se ogni uovo ricevesse la benedizione e l’approvazione di queen Elizabeth.
Il tutto, non so perchè, ti mette in una situazione strana verso l’uovo che vai a consumare, da una parte ti faresti una risata dall’altra un po’ di soggezione c’è (vedi cosa fa un po’ di british marketing).
E tutto questo cosa c’entra? Nulla, ma ci ho ripensato ieri mentre mi apprestavo a sgusciare le mie uova made in Italy che sono finite in cocotte (senza coperchio) dal gusto francese.
Come già detto la pupa è di quelli che amano l’uovo alla coque ma indulgono senza problemi in piccole deviazioni al tema. Aggiungeteci poi la magia, perchè l’uovo in cocotte cresce e ricresce nella versione cucchiaino: effetto stupipupo. Svantaggi? E’ della famiglia soufflé:va servito subito o finisce male:-).
Dell’uovo sapete tutto o quasi, in questa preparazione è intero quindi da somministrare a formato 12 mesi. Arricchite di formaggio (tipo latteria poco stagionato) per effetto fondant e di erbe aromatiche per profumare.
Il cucchiaino consiglia per mamma&papà una grattata di tartufo prima di servire o semplicemente utilizzate burro al tartufo da spalmare sulla cocotte. Accompagnate con crostoni di pane.
Piesse: preparate rigorosamente col bebè, sarà uno spettacolo, soprattutto la fase “ohoo, forno”:-)
Ingredienti (per tre)
3 uova
poco burro
erbe (timo o erba cipollina tritate)
formaggio latteria
(sale, tartufo o pepe bianco per mamma&papa)
Procedimento
Sbattete le uova con la frusta o il robot da cucina. Aggiungete le erbe. Riempite per tre quarti degli stampini alti o cocotte imburrati. Tagliate il formaggio a pezzettini e tuffateli nel composto. Passate in forno caldo (180°) per 10-15 minuti. Servite immediatamente.
da miralda | 27 Mar 2010 | Dal Mondo

Il terremoto, quello d’Abruzzo, l’ho vissuto molto lontano da casa, dall’Europa e dai giornali. Una notizia grande, terribile, spiegata in francese. Il pensiero, mi ricordo, è subito volato al mio paese dove spesso le catastrofi naturali si trasformano in tragedie di anni e anni, senza soluzione. Tornata in Italia la grande onda di emozioni era passata, almeno quella dettata dai giornali e dalle tv. Ho cercato di recuperare le immagini e le parole perché dopo aver vissuto in maniera molto forte altri eventi per ragioni anche di lavoro (lo tsunami, ad esempio) mi pareva strano sentirmi ora quasi estranea. Ho letto, ascoltato e cercato di capire nel corso dei mesi se effettivamente qualcosa rispetto al passato era cambiato.
E ancora una volta credo sia stato l’orgoglio della gente, la volontà di rinascere e ricostruire a fare la differenza.
Per tutte queste ragioni sparse fra le righe accolgo con piacere l’invito delle 99 Colombe (grazie Nina, a proposito il disegno è suo e non di Miss Cia). L’iniziativa, nata qualche settimana fa grazie a due blogger (Artemisia e Lydia), ha l’obiettivo di aiutare un’azienda abruzzese, Le Sorelle Nurzia , in serie difficoltà dopo il terremoto dello scorso anno a farsi conoscere, far conoscere i propri prodotti (che buoni i loro torroni!) per riavviare la produzione.
Che dire? Io arrivo come mio solito un po’ in ritardo, ma il lavoro di tanti blogger ha fatto sì che all’azienda arrivassero molti ordini per Pasqua, tanto che sono anche state riassunte delle operaie.
Se volete saperne di più, fare ordini andate sul loro sito o sul blog creato per promuovere l’iniziativa: http://99colombe.blogspot.com
piesse: naturalmente anche Il Cucchiaino posterà la sua ricetta, ad un anno dal terremoto, il 6 aprile con uno dei prodotti Sorelle Nurzia.
da miralda | 23 Mar 2010 | 6-9 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Sì è ancora questione di rape. Questa volta non si tratta nè di navet nè di turnips, tantomeno di rutabaga. E ne sono ben sicura, grazie alla boccia di sedano rapa.
Oggi è scomparsa la pioggerellina fastidiosa, tipologia british, ma il cielo è ancora grigio, pallore smorto. Che c’entra col sedano? Bè è stato naturale ripiegare su una vellutata bianco pastello intonata allo scenario. La cosa buffa è che ho avuto la cucina affollata di verdure primaverili per pasticciamenti culinari del cucchiaino su altre sedi, sulle riviste si sa si gioca d’anticipo, e a me è toccato ripiegare sul reparto surgelati per far finta che fosse già maggio. Una tristezza, lo ammetto, ma Mr Sedano Rapa, lui no, è autentico prodotto del mercato di fine inverno.
Bello come il sole che non c’è, si fa per dire, e molto meno ingombrante, nelle ricette, del sedano a foglie: il sapore è fresco, delicato e soprattutto la sottoscritta ha una lunga storia di amicizia con il soggetto in questione. Della serie che fra le rape è quella che mi è andata prima a genio.

E chiaramente è quella che alla pupa ho proposto per prima. La boccia con tanto di radici ha dalla sua la presenza di minerali, come potassio, fosforo, calcio e zinco, una buona dose di vitamina E e la lecitina (una specie di parente stretta di quella di soia utilizzata quando volete che il vostro piatto bè si dia un po’ di arie).
Come detto sopra il Mr Sedano Rapa è stato acquisto di mercato, dove la sottoscritta, per una volta pronta e informata, ha pure spiegato alla signora un po’ perplessa che con quello ci avrebbe potuto fare un sacco di cose: sformatino, vellutata, fingerfood o proprio semplice crudo in insalata (non per il bebè!). La signora ha afferrato la boccia e decretato la scelta: “Grattuggiato con senape”.
Non è stato poi il Cucchiaino ma l’aliciotta a sdoppiare il piatto. Vista la prima scodella per mamma&papa accompagnata da turbante di salmone affumicato e finocchietto, ha preteso anche lei una simil finitura. E fatta la domanda si è data la risposta: jambon, jambon, ma cotto.
La vellutata così veloce e semplice è formato svezzamento 8 mesi, prosciutto cotto (senza polifosfati incluso), salmone affumicato escluso.
Ingredienti (per tre)
1 sedano rapa
1 patata
olio EVO
1 fetta di prosciutto cotto
2 fette di salmone affumicato selvaggio – finocchietto selvatico- sale&pepe al limone (per mamma&papa)
Procedimento
Sbucciare il sedano rapa e le patata. Tagliare a tocchetti e mettere a bollire in abbondante acqua fino a quando risulteranno morbidi. Frullare sedano e patate con parte del brodo di cottura e un cucchiaino di olio. Per il bebè servire con turbante di prosciutto cotto (eventualmente sminuzzate se non mastica), per mamma&papa, condite con sale, pepe al limone, decorate con turbante di salmone affumicato e finocchietto selvatico.
da miralda | 20 Mar 2010 | 6-9 mesi, Estate

No, non si tratta di me, anche se la sottoscritta condivide “il nascere folle”. Qui si parla di Alda Merini (una delle mie poetesse preferite): domani è il suo giorno tanto più che il 21 è anche la Giornata Mondiale della Poesia (l’Unesco ha deciso così). E parlo (cosa molto più personale) anche di una delle mie amiche più care, domani è pure il suo di giorno.
Credo che se avessi potuto scegliere forse il 21 di marzo sarebbe stato un ottimo giorno per nascere, bè meglio del 10 gennaio, così in coda all’orgia di feste:-). Come dire avrei preferito arrivare in primavera che in inverno.
Anche se in realtà a dover dire alla fine quale è la mia stagione proprio non saprei decidermi. Certo la primavera mi mette un sorriso, di quelli biricchini, aumenta la mia naturale irrequietezza e mi prende la mania di girare a comprar fiori ed erbe. Il mese successivo non faccio altro che bagnare, concimare e chiacchierare (pare che funzioni no con le piante?): l’anno scorso pure l’aliciotta si era armata di miniinnaffiatoio che si ostinava a portar in giro per il terrazzo. E devo dire che di sicuro è stata l’estate in cui il mio pollice “pocoverde” ha fatto il suo meglio, creando stupore pure nella vicina:-).
Di solito invece sul più bello, arriva l’estate, il supercaldo e io che ci sono e non ci sono, l’innaffiatura che diventa un supplizio di un’ora invece di ricerca della pace “zenvegetale” e mannaggia finisce male.
Un anno convinsi Mr B. all’acquisto di un’azalea bianca (qualcuno aveva dubbi), dalle dimensioni sopravvalutate (nel senso che non capii che forse non era del formato corretto per il nostra, ehm, terrazzo). Il fiorista che arrancò sulle scale smise di scquotere la testa appena vide il mio pancione. Come finì? Poveretta, male: bè all’inizio mi applicai, diligente, tutti quei fiori bianchi (una meraviglia), mi fregò l’autunno (e la pupa che arrivò). L’azalea? "Speriamo che me la cavo” fu condotta d’urgenza nel giardino dei nonni: troppo tardi. Proprio come l’acero rosso…
Quest’anno so già che non potrò resistere, dopotutto c’è Alice e i pupi (vero Mr B.?) amano piantar bulbi, bagnare e veder sbocciare i fiori, strappare le foglie (di solito non quelle secche) e così via:-).
Di seguito trovate il nostro piatto, è giusto un sorriso più che una ricetta. Della serie "pappa divertebebè". Formato? 8 mesi, ma se sostituite la tempestina con pastina ancor più micro passi pure per i 7 mesi.

Ingredienti
1 zucchina tonda (di quelle belle dolci)
1 carota
30-40 gr di tempestina
1 cucchiaino di olio evo
1 cucchiaio di ricotta
Procedimento
Pulite le verdure e fatele cuocere in acqua intere o metà, fino a quando sono morbide. Frullate prima la carota con un goccio di olio e di brodo vegetale. Fate lo stesso con la zucchina. Nel restante brodo cuocete la pastina, scolate e condite con un cucchiaino di olio e ricotta. Prendete uno stampino tondo, posatelo sul piatto e riempitelo con la pastina, cercando di dare la forma di un mini timballino. Decorate con una vigorla di carota e divertitevi a fare lo stesso con il composto di zucchina sul piatto. E servite canticchiando, dopotutto è primavera!
da miralda | 18 Mar 2010 | 9-12 mesi, Winterzauber

Prima di scrivere questo post credevo di sapere con che benedette rape avessi cucinato il mio risotto. Rape rosse, avrei giurato. Ok, all’interno sono bianche ma la scorza è di un acceso violetto (principale ragione che mi spinge all’acquisto). Sbagliato, e potrei aggiungere bella testa di rapa. Dicasi invece rapa rossa, pare, la barbabietola, soggetto che la sottoscritta da bambina aborriva. Di solito mi veniva proposta in quella versione cotta da super, il solo ricordo, bè, non è cosa felice.
Con le barbabietole mi sono felicemente riconciliata qualche settimana fa a Londra, quando chissà perchè mi è presa la bella idea di acquistarle in versione fresca, fresca (niente “cotto, cellophanato e mangiato”). E sono finite qui.
Le mie rape, dopo attenta analisi, sono definitivamente della specie bianca, niente a che vedere con le cime di rapa che la nonna bis dell’aliciotta sostituisce in tempi di penuria con i broccoletti per le sue orecchiette a digestione slow. Qualcuno, lo so, si sarà pure confuso con il sedano rapa. Mi spiace, sbagliato: quello è grosso, bitorzoluto, diciamo una grossa boccia di rapa.
Io&le rape. Una storia difficile. Per molto tempo me ne sono tenuta lontano, poi un paio di anni fa ho fatto un tentativo per un fingerfood (lo sapete no che ho la mania del bicchierino), smorzando il sapore caratteristico (che così nudo e crudo, non mi fa proprio impazzire) con la mela. Da lì è stato un susseguirsi di “rapetudine”, credetemi con la mela e un po’ di formaggio, infagottate in pasta sfoglia, diventano quasi simpatiche. E anche la pupa è stata sottosposta all’assaggio. Chiaramente pure lei è stata graziata dal tocco della mela, il tutto risottato dolcemente.
Tenete conto che potete proporre ad un formato sui 9 mesi, visto il sapore, bè, caratteristico: una volta cotta diventa molto più digeribile ed è riccca di sali minerali e vitamina C.
Ingredienti (per pupietmoi)
1 rapa
1 spicchio di mela golden
(1 cipollina)
60 gr di riso carnaroli o Arborio (o 30 gr di riso baby per bebè singolo)
olio Evo
brodo vegetale
1 cucchiaio di parmigiano reggiano
(eventuale scaglia di burro per mantecare, sopra i 12 mesi)
Procedimento
Pelate la rapa e la mela, tagliate a pezzetti, potete aggiungere qualche fettina di cipollina. Rosolate leggeremente con olio Evo, aggiungete brodo e fate ammorbidire per una decina di minuti. Unite il riso e bagnate col brodo. Seguite il risotto. A fine cottura spegnete e unite il parmigiano ed eventuale burro.
Se utilizzate un riso baby, fate cuocere con qualche cucchaio di brodo vegetale le verdure fino a quando si ammorbidiscono, solo allora aggiungete il riso e portate a cottura in pochi minuti.
da miralda | 16 Mar 2010 | 12-18 mesi, L'ora della merenda, Winterzauber

Una giornata particolare, quella di ieri. Mi è sembrato di essere per buona parte del lunedì in osservazione, la finestra a dividere e la primavera a cercar di fare irruzione. Eppure è andata veloce: la febbre della pupa (arrivata dopo il weekend trascorso a far scivolate sulla neve, mannaggia!), la riorganizzazione della giornata, il dolore di una cara amica e la difficoltà a mettere in fila le parole, quelle da dire e quelle da scrivere.
E’ decisamente vero: ci sono cose, poche, che hanno la capacità in un attimo di fermarti, trasformarti o semplicemente mostrarti prospettive che erano lì e la sottoscritta, di per sé sempre troppo insoddisfatta, fatica ad afferrare. Un po’ come capita con i pupi: pensi di aver visto e sperimentato e conosciuto, e invece ai “perché” e “poi” resti lì a chiederti come cavolo sia possibile che tu quella cosa l’avessi sempre vista a quel modo.
E’ stato naturale darsi al colore in versione comfort “sweet”. Più per la mamma che per la pupa ( perfetta filosofia “cucchiaino”, cucina per pupo e sdoppiati per mamma&papà). E a proposito di prospettive avete mai visto un’arancia trasformarsi in un petit pot, una di quelle ciottoline mignon e così jolie che solo a vederle mi sento già confortata:-) (ne sa qualcosa la credenza di casa)?
L’idea è nata veloce mentre all’ora della merenda tentavo di coinvolgere la pupa ammalata nel rito della spremuta scaccia malanno. Invece di tagliare perfettamente a metà, l’arancia va gentilmente decapitata, si svuota e la si lascia in tutto il suo splendore arancione a riposo.

A questo punto la parte “sweet comfort”: ho mescolato 250 ml di panna fresca
con succo di arancia filtrato (circa 50-60 ml a seconda che vogliate un sapore più o meno agrumato), giusto un paio di cucchiaini di maizena per addensare e se proprio non potete farne a meno un cucchiaio di zucchero. Ho riscaldato dolcemente la crema fino a renderla più densa.
E poiii (direbbe pupi)? Riempito i petit pots arancioni e infornato per qualche minuto a 170°. Posizionate nel piatto, spolverate con polvere di vaniglia e gustate al cucchiaino (pure l’aliciotta malata pare aver gradito)
