da miralda | 26 Feb 2010 | Li'l spoon in London, Winterzauber

Sarebbe bello poter gironzolare tutti i santi weekend al Borough Market, causa divieto di Mr B. capita che la spesa la sottoscritta la faccia su e giù per la via principale. Una sorta di discesa, nel senso che il tragitto è piatto, piatto, ma la scelta del dove va dal più nobile (e decisamente costoso) Whole Foods al popolare Tesco con la tappa purgatoriale di Marks&Spencer.
Inutile dire dove vorrebbe cadere la mia scelta. Doveroso aggiungere che posso considerarmi una shopping addict nevrotica e poco, pochissimo abituale. Della serie difficile poter appiopparmi una categoria. Se questo era chiaro per tutto quello che concerne abbigliamento e arredamento, decisamente devo farci entrare pure il cibo, almeno qui a Londra.
Siete alla ricerca di bio? Volete sapere, ma proprio sapere che le vostre pastinache sono di Mr Paul, coltivatore da tre generazioni e appassionato di tuberi? E’ facile che tra uno scaffale di zucchine del Sud Africa e barbabietole british, vi venga spiegato tutto per filo e per segno sia all’inferno sia al paradiso. Questa cosa, lo ammetto, mi fa impazzire nel senso che mi spinge all’acquisto. Grazie al cielo c’è pupi che scalpita e distrae e vuole immancabilmente toccare.
Poi capita che oltre al packaging, oltre al racconto con tanto di foto a chilometri zero, si aggiunga il consiglio, della serie "suvvia non penserai di comprare le solite radici, i soliti banali tuberi?". Bellezza guarda avanti e per oggi scegli le radici. Locali e squisitamente british.
E che volete faccia una ragazza di campagna con bebè al seguito in paradiso? Si lascia incantare. Nel carrellino ballerino (è nelle mani di pupi) finiscono in bell’ordine: barbabietola di Mr Ken, cavolo rapa di Mr Patrick, pastinache di Mrs Helen (ecco di queste ne avevo prese anche al Borough), patata dolce di fattoria non precisata ma sempre british e giusto due topinambur.
Poi succede che girato l’angolo, in totale overdose di bio british, adocchi noddle alla soba. E siccome mi piace giocare e le unioni strambe mi divertono, ecco che i classici spaghetti japp finiscono in un ragù vegano british. Tornata a casetta ho aggiunto una manciata di ceci e giusto una carota. A suggellare tofu.
La pupa era al suo primo assaggio di soba, complice il ragù è stato un successo. Un po’ come i pizzoccheri, anche gli spaghetti di soba sono fatti con il grano saraceno, indi perfetti per chi deve tenersi lontano dal glutine.
Tenete conto che il ragù (magari passato e senza cipollotto) va d’accordo col 9 mesi, mentre gli spaghetti sono da rimandare fin dopo l’anno per il formato. In alternativa potete optare per ragù di verdure e crema di grano saraceno per la pappa inizio svezzamento oppure per pastina integrale.
piesse: a proposito di radici, pastinache (lo so da noi è quasi impossibile trovarne), barbabietole, cavolo rapa (non confondete con il sedano!) e carote sono ricchi di vitamine C, potassio, ferro e magnesio. Perfette per ‘sto tempo inglese pioggia costante.

Ingredienti (per pupi&moi)
80 gr di soba
1 cavolo rapa
1 carotina
1 pastinaca
1/2 fette di barbabietola
1 manciata di ceci lessati
1/2 patata dolce
cipollotto o due/tre fettine di porro
olio EVO
40 gr di tofu
erbe per profumare (io ho usato timo al limone)
(sale)
Procedimento
Pulite le verdure (lavate, pelate e grattate). Tagliate a pezzetti piccoli piccoli.
Mettete in padella del cipollotto affettato (o porro) e le erbe (che poi potete pure eliminare) con un cucchiaino di olio. Aggiungete le verdure, girate e bagnate con acqua tiepida o brodo vegetale. A metà cottura unite i ceci. Verso la fine il tofu a pezzetti.
Intanto cuocete i noddle (di solito vanno fatti bollire per 4-5 minuti). Condite gli spaghetti con il ragù. Nel caso invece abbiate formato 9 mesi, passate le verdure (eventualmente fate a meno di cipollotto e cavolo rapa), diluite con brodo e amalgamate con un paio di crema di grano saraceno oppure con pastina integrale (che potete, aggiungendo brodo, anche cucinare insieme al mix di verdure). Finite con qualche pezzettino di tofu.
da miralda | 23 Feb 2010 | 12-18 mesi, Li'l spoon in London, Winterzauber

Charing Cross – London Bridge – Waterloo… una manciata di fermate e in poco meno di mezz’ora si lascia la metropoli e si entra nella Greater London verso la campagna. Chilometri che secoli fa impegnavano i pellegrini di Chaucer giorni e giorni.
E che ora lasciano stupita la sottoscritta, catapultata nel weekend in uno scenario che pare lontano, lontanissimo.
La campagna qui in Inghilterra ha questo strano potere che non ha ad esempio la zona circostante Milano, per intenderci. E’ come quando a Londra entri in uno dei parchi e vedi cigni e scoiattoli ma all’ennesima potenza. Lo stacco è netto e ha la capacità di farti sentire e vivere qualcosa di completamente diverso.
Metteteci poi la fortuna sfacciata di essere accompagnati da una collega di Mr B. su e giù per il Kent con fermata in uno di qui castelli ereditati da Enrico VIII e dotato di parco vastissimo con cerbiatti liberi. Le origini per metà italiane della nostra guida hanno fatto il resto, nel senso che il pranzo è stato gentilmente offerto a casa sua dalla cucina di mamma&papà.
L’idea iniziale era di di spingersi fino a Leeds Castle, decantato da ogni guida oppure ad Hever Castle (qui ci ha abitato Anna Bolena da bambina).
Vedi impazienza dell’aliciotta e chiusure dovute al winter time, ci siamo fermati prima. E abbiamo fatto bene. Perché Knole è esattamente il posto che cercavo. Niente a che vedere con l’eleganza di Hampton Court o il "so da fiaba" di Leeds. In compenso spazi enormi, colline appena accennate, querce secolari e decine, decine di cerbiatti liberi tra i quali camminare.
Pare che il posto, oltre alla sottoscritta e a qualche altro, fosse piaciuto parecchio anche al solito Enrico VIII: l’arcivescovo di Canterbury fu gentilmente sollecitato a cedergli la proprietà (penso tra l’altro l’abbia fatto in tutta fretta caso mai finisse come la povera Bolena).

Credo sia un piccolo concentrato del Kent e della campagna inglese: verde, verde, cielo sempre indeciso, dal grigio all’azzurro intenso, e animali liberi quasi da toccare. Ed è straordinario come qui siano in grado di conservare, tutelare, vivere e far vivere tutto questo. Altro che zoo (non nutro simpatia per il soggetto).
Diciamo che qui la formula campagna nel weekend è giusto una bella passeggiata all’aria aperta, stivali di gomma ai piedi, due o tre bimbi dietro, e magari un giro a cavallo (intendiamoci per nulla elitario o costoso come può essere dalle nostre parti). Caccia? Niente, che ormai è vietata.

Confesso che era difficile dire chi tra Alice e la sottoscritta fosse più soddisfatta dell’incontro coi cerbiatti (e un cervo), di sicuro la pupa ha riscosso più successo considerato che tra me, la mia Canon e loro è sempre rimasta una distanza minima di tre metri mentre la piccoletta è stata avvicinata a "portata di carezza". E credo che per la pupa sia stata un’esperienza da ricordare:-).

Nel Kent poi è un susseguirsi di colline, dolci, dolci, piantagioni di lavanda (sì proprio lavanda come ha raccontato la nostra guida), cottage stile tudor, fattorie, cavalli e buffe case dal tetto conico dove si conserva il luppolo per la fabbricazione della birra.
Date colpa alla campagna e soprattutto a questa atmosfera "tempo che fu", oggi ho preso in mano un altro dei libri di Mr James. Si parla di cucina british, ma proprio british nel senso patriottico del termine. Non per nulla il titolo "The Victory Cookbook" di un’istituzione nazionale, Maguerite Pattern (la donna aveva persino lavorato per il Ministero dell’alimentazione durante il conflitto).
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna diede vita a tutta una serie di celebrazioni per la vittoria. E questo me lo potevo pure immaginare. Che invece assolutamente non sapevo è che la cucina fece la sua parte. E anche i bambini. Si organizzarono per giorni e giorni tavolate per le strade ( e devo ancora capire come si regolarono con il loro tempo così variabile) e i pupi si vestivano di festa e si davano a jelli, blancmange e pudding, a volte preparati con pochi e poveri ingredienti (ad esempio latte in polvere o uova condensate piuttosto che strutto o margarina invece del burro).
Il cucchiaino ha pensato bene di cimentarsi con il pudding patriottico, giusto farina, zucchero, un uovo, burro, due cucchiaiate di latte, qualche cucchiaio di "marmelade" (indi, tassativamente all’arancia), lievito.
Tenete conto che il formato è bebè dopo l’anno, la consistenza è veramente morbida e da facile, facile "morso" e la tradizione inglese prevederebbe "custard cream" per accompagnare ( una sorta di crema inglese che defnire di facile digestione bè è più che un eufemismo).
piesse: la cosa che preferisco di questo pudding è la cottura, niente forno ma semplice bollitura.

Ingredienti secondo la ricetta di Mrs Pattern
200 gr di farina
1 uovo
40 di zucchero scuro
50 gr di burro
4 cucchiai di marmelade (o golden syrup o lemon curd)
1 cucchiaino di baking powder (o mezza bustina di lievito)
2-3 cucchiai di latte o acqua
Procedimento
Mischiate farina, zucchero, lievito e burro. Aggiungete l’uovo sbattuto e il latte. Dovete ottenere una consistenza cremosa. Amalgamate la marmellata o altro. Ora viene il divertente. Mettete in una ciotola leggermente infarinata (tenete conto che andrà ad alte temperature!), coprite con carta (tipo domopack o carta da forno) e legate il tutto. Posizionate in pentola con acqua, portate ad ebollizione poi abbassate (e lasciate ancora per 20 minuti).
Mrs Pattern consiglia, se ne avete a disposizione, di mettere sulla base mele a fettine e of course servire con custard cream (siate parchi e non fate come gli inglesi!).
da miralda | 28 Gen 2010 | 12-18 mesi, Li'l spoon in London, Winterzauber

Manca il sole. Sapete no di quella presenza che più sovente a Palermo ma di tanto in tanto anche a Milano decide di stanziare per un’intera giornata nello stesso luogo? Bene a Londra fa capolino, ma proprio capolino tra innumerevoli nuvole e dura un… respiro. Giusto il tempo "Vai che ora riesco a fare due scatti senza cercare la luce che non c’è" e quello è già bello che andato.
Indi, facile, ma proprio facile capire che la pasta di cui sopra appartiene ad altri lidi.
Perché mai è qui, allora? Bè perché volevo (anzi volevamo che l’aliciotta ha avuto modo di divertirsi) parlare di dinosauri e della ragazza dei suddetti animali. Tale Mary Anning. E quindi niente di più semplice che estrarre dal repertorio cucchiaino un ingredienti di cui sapete già vita, proprietà e beltà: ecco qui. Archiviata la ricetta (don’t worry, il procedimento lo trovate sotto), veloce, veloce giro al museo di Storia Naturale londinese.
Noi ci siamo stati domenica: tranquilla passeggiata attraverso Kensington gardens, avvistamento cani, ancora cani, corridori del weekend superprofessional e passeggini, tanti passeggini. Al museo, chiaro siamo a Londra, tutto è super organizzato: per la serie se hai tre figli, magari quattro e un cane noi ti aiutiamo e la tua visita sarà un gioco da ragazzi. Basta che segui le code, non corri eccessivamente e rispetti le indicazioni sui tempi di osservazione dei dinosauri.
Poi ho visto Mary Anning. Bè non lei in carne ed ossa, poverina, ma la sua foto e la didascalia in bella vista a ricordare che una donna, inglese, di umili origini, colpita da un fulmine da pupetta (non so perché ma questa cosa mi ha riempita di ammirazione, quasi fosse una benedizione divina) era stata la prima a scoprire nel Sussex fossili, ossa, etc, etc… Altro che Darwin e legioni di speleologhi. Women make it better:-).
Piesse: Mary è stata giusto protagonista dell’ultimo romanzo di Tracy Chevalier (Strane creature). Lo ammetto io mi ero fermata alla "Ragazza con l’orecchino di perla" ma dopo aver scoperto la ragazza colpita dal fulmine e scopritrice di dinosauri, tento il bis.

Ripiesse: of course se siete a Londra e avete bambini fate una capatina a vedere i dinosauri, super!

Dimenticavo la ricetta (che dopotutto siamo qui a parlare di cucina).
Il formato bebè è dai 12 mesi in poi, anche se potete sottoporre prima eliminando prezzemolo e scorza di limone, e preferendo una pasta baby.
Et voilà: cuocere al vapore i topinambur. Passarli con qualche cucchiaino di acqua di cottura, un cucchiaino di olio EVO e poco, poco aglio. Lessare la pasta (io ho usato dei tubicini attorcigliati) e condire con la salsa ai topinambur, scorza di limone bio e profumate con prezzemolo fresco.
da miralda | 24 Gen 2010 | 6-9 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber

Di come si possa essere a Londra e parlare di porri lunghi un’Alice e un pezzo è tutto da imputare alla moderna tecnologia. Ossia scrivi un post oggi, sommersa dai bagagli e da quel trolley di giocattoli riempito, svuotato, riempito, svuotato e e ritrovatelo sul blog a distanza di due giorni e una spanna.
Non so se si era capito ma la sottoscritta è una di quelle che hanno bisogno di organizzarsi per poi permettersi il lusso, un giorno sì e uno, di finire sulle nuvole:-). In certe cose però sono precisa, precisina e in preda al dubbio "quando riavrò la mia connessione internet" ho preferito anticipare.
E poi ‘sti porri erano di rara bellezza che non ho resistito: Canon in mano, porro nelle "grinfie" della pupa e scatto libero. Suo e mio. Non è stato facile che il porro batteva l’aliciotta in altezza di un bel pezzo, tanto da sembrare più una corda da arrampicata che un ortaggio. Bè non è che tutti porri siano così: questi sono speciali arrivano da Cervere (per mano di nonna Cri) e c’è addirittura un Consorzio che tutela, protegge e coltiva (ecco qui).
Un po’ come dire il pomodoro pachino o il radicchio tardivo (per rimanere in tema dell’ultimo post).
I porri, coltivati nelle campagne cuneesi, sono più dolci, pare più digeribili e lunghi (fino a 60 cm la sola parte bianca). Si prestano quindi a diventare spade o corde o alatro per bebè interessati:-)
Io ne ho avuti in dono una bella porzione e li ho custoditi gelosamente (si conservano al fresco del terrazzo che è un piacere): ci ho fatto questa cosa qui, minestre, uova la forno con burro al tartufo (per Mr B. e la sottoscritta) e questa zuppetta semplice, semplice della serie "mi faccio da sola".
Tenete conto che i porri posso essere introdotti senza problemi già dopo i primi mesi di svezzamento, diciamo formato 9-10. Et ca va sans dire che anche questa volta il cucchiaino si è sdoppiato e ha riempito la scodella anche di mamma&papà.

Ingredienti (per tre)
1 porro di cervere (o due porri di taglia normale)
2 patate
Olio Evo
toma poco stagionata
crostini di pane
Sale, pepe nero (per mamma&papà)
Pulite i porri: togliete la parte esterna verde e più dura, eliminate la radice, lavate e tagliate a pezzetti. Pelate e tagliate anche le patate. Passate in padella con olio Evo, aggiungete acqua. Cuocete e passate a vellutata. Intanto ricavate dei crostini di pane (l’ideale è un filone toscano), mette sul piatto e coprite con toma grattuggiata. Servite la vellutata con i crostoni di pane, oppure se il bimbo fatica a masticare il pane, nella sua porzione grattuggiate semplicemente della toma poco stagionata.
Finite la vellutata di mamma&papà con sale e pepe nero.
da miralda | 21 Gen 2010 | Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
C’era una volta un certo Monsieur Van den Borre (nome difficile, difficile da pronunciarsi) che, secoli fa, pare nutrisse passione smisurata per l’imbiancamento senza pennello. Il Monsieur belga preferiva di gran lunga i fiori e non avendone a disposizione nelle fredde giornate di gennaio si munì di cespo di insalata.
Nel suo paese lontano, lontano di solito utilizzava la belga ma, invitato a rifar giardini in una di quelle ville adagiate sul Brenta, fece scorta di radicchio. Alla fine con la radice dura a far da gambo e le foglie simili a petali arricciati ecco un colpo di "pennello" e il radicchio era il suo fiore dell’inverno.
E poi col radicchio di Monsieur il cucchiaino, che quel giorno pareva non conoscere fatica (beato lui), pensò bene di creare e forgiare lo spadone fiorito. E con generosità da re creò in duplice versione: per la pupa cercò di addolcire e stemperare quel gusto non proprio da bebè e per mamma&papà si trasformò in fingerfood alle tre caramellate (dopotutto mica siamo più nel medioevo…).

piesse: l’Aliciotta ha assaggiato sia la versione addolcita con zucca sia quella con giusto uno spicchio di mela e patata. Devo ammettere che il radicchio non è un suo lil’loves, giusto con la zucca è andata più in là dell’assaggio. Ultimo tentativo il risotto con "tantoooo formaggiiooo" : e lì la pupa cedette al fiore:-)
Vellutata di radicchio e pallina
Ingredienti
1 cespo di radicchio tardivo
1 fettina di zucca bella dolce
1 cucchiaino di olio EVO
40 gr di robiola fresca
erbe per profumare (alloro, etc.. che poi buttate)
cipollina o aglio se volte
Che fare? Semplice, è una vellutata. Pulite le verdure, passate in padella con olio, eventuale spicchio d’aglio (ricordate di toglierlo!) e cipollina e erbe (poi eliminate) e allungate con acqua. Portate a cottura, passate e servite con robiola frseca (fate delle palline piccole, piccole).
Radicchio alle tre caramellate
Ingredienti
2 cespi di radicchio tardivo
1 patata piccola
1 spicchio di mela
olio EVO
gamberi
1 fetta di zucca
1 pezzetto di petto d’anatra
sciroppo d’acero
scalogno
burro
succo arancia
gomasio o sesamo
vino bianco secco
Preparate le verdure e lo spicchio: lavate, fate a pezzetti e rosolate in padella con olio EVO. Aggiungete acqua e lasciate cuocere. A fine cottura passate e tenete da parte. Intanto preparate le tre caramellate. Tagliate a fettine sottili lo scalogno e passate in padella con una noce di burro e le code di gambero. Bagnate con sciroppo d’acero (1 cucchiaino) e una spruzzata di vino bianco secco. Fate saltare in padella e portate a cottura con un pizzico di sale.
Ora il petto d’anatra: tagliate a fettine sottili, passate nel succo di arancia e quindi nel gomasio (o sesamo). Fate saltare in padella con un cucchiaino di olio e di miele al limone.
E la zucca: tagliate a cubotti la zucca già semicotta e passate in padella con lo sciroppo d’acero, un cucchiaino di olio, sale e pepe.
Servite la passatina al radicchio con le tre caramellate.
da miralda | 19 Gen 2010 | 9-12 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
La settimana non è iniziata splendida, splendente. E pensare che quella appena passata si era conclusa con il miracolo, sì, proprio il miracolo: pregato, implorato, aggiustato, seguito con tanta fatica e infine bè chiosato anche con una sonora risata. Che sarà mai: il santo graal? Ecco trovare un buco di casa a Londra è come andare alla ricerca del santo Graal.
Che la casa doveva essere "close to" l’asilo dell’aliciotta, "close to" la metro comoda per il doc in modo da riuscire a tornare almeno per cena dall’ospedale, "close to" qualcosa di verde, interessante da fotografare e su cui scrivere per moi, etc, etc… Aggiungeteci il budget, non dei più brillanti (abbiamo avuto modo di scoprire) e potete comprendere come le mie giornate da inizio dicembre a ieri si sono consumate tra pupi, lavoro, googlemaps London, telefonatelefona (benedetto skype), pupi, lavora, consulta le ultime cento offerte overbudget, smetti che è l’una passata.
E poi ecco, ormai stremati, presi dalla paura e "ora che si fa, dormiamo con pupi sotto il ponte, in riva al Tamigi o imploriamo sua altezza the queen di ospitarci" ci siamo arresi e abbiamo trovato.
Perché alla partenza del cucchiaino per Londra manca poco, giusto quattro giorni: nebbia e pioggia "fumodilondra" ci vedranno lì per un mese e un pezzo.
Di come si può impazzire per una one bedroom a Londra, prometto di scrivere appena arrivo con tanto di documentazione fotografica, fosse mai che qualcuno di voi abbia la brillante idea di trasferirsi per un periodo così short quando tutti gli affitti in qualche modo umani, si sa, sono long.
Oggi però visto che la settimana è iniziata maluccio e io non sono in quella che si dice una "splendida forma", ho deciso che almeno il piatto fosse allegro: zucca che adoro, ceci (quanto fanno bene i legumi), tofu (oggi vedo veggies).
Formato per il pupo? Nove, dieci mesi: se ci sono problemi di masticazione potete anche frullare il tutto. Tenete conto che con tofu e ceci il bebè fa un bel pieno di proteine vegetali, minerali come potassio e ferro e fibre. Una perfetta combinazione che può sostituire agevolmente la carne.

E Alice? No problem, la pupa ha le idee chiare e la partenza non la coglie impreparata: il suo mini trolley "orsacchiotto" è da ormai dieci giorni pronto all’entrata con il stretto necessario. Qualche costruzione, due pentolini (caso mai mamma non avesse il necessario per cucinare lì), il posto per gli amici (Pippi finta, Fiore, papera e Orsacchiotta made in… London).
Ingredienti
50 gr di tofu
100 gr di zucca mantovana
i50 gr di ceci secchi toscani
1 carotina
1 cucchiaino di olio EVO
p1/4 di cipollotto
rosmarino
Mettere in ammollo i ceci per 1 ore (io di solito preferisco quelli secchi e aggiungo a bagno un pezzetto piccolo di alga kombu che in cottura aiuta la digestione e riduce i gonfiori). Sciacquarli e cucinarli per un’ora e mezza. Pulire le altre verdure, tagliarle a pezzetti e cuocerle in padella con due cucchiaini di olio extravergine, il rametto di rosmarino (che poi eliminate). Aggiungete i ceci e continuate la cottura fino a quando le verdure si ammorbidiscono. A questo punto unite anche i tofu tagliato a cubetti, mescolate ancora un po’ sul fuoco e servite. Naturalmente potete anche scegliere di farci un passato e finirlo con cubetti di tofu (come fosse formaggio).
piesse: per mamma&papà consiglio di passare il tofu in sesamo, sale e un goccio di salsa di soia o aceto di riso.