Fidanzati con peperoni confit, crumble di pane e pistacchi e pesto aromatico

Fidanzati ai peperoni confit, crumble di pane e pistacchi e pesto di erbe aromatiche

Il venerdì è diventato un giorno diverso. Un po’ speciale. C’è l’esercizio della gratitudine. Quello che mi fa rammentare le cinque cose per cui dire grazie quella settimana. Mi aiuta a non dare nulla per scontato ma soprattutto a volere bene alla mia vita, riconciliandomi con la mia insoddisfazione cronica. E c’è il pranzo, non più veloce e consumato davanti allo schermo del Mac perché torna a casa Alice. Quindi cucino. Un esempio? I fidanzati con peperoni confit, un crumble di pane e pistacchi e un pesto messo insieme inserendo nel mortaio erbe aromatiche del terrazzo in ordine sparso.

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Tortine segnaposto alle verdure e tacchino

tortine segnaposto 930 blog

Ho dieci minuti dieci. Le pupe giocano, il pupo dorme. Il sole sta già tramontando sulla linea dell’orizzonte di fronte alla finestra della cucina: le giornate sono quelle più corte dell’anno. Domani sarà la Vigilia, uno dei giorni dell’anno che amo di più. E’ il piacere dell’attesa, l’aria frizzante dell’inverno, e quel senso di magia che avvolge tutta la casa e i suoi abitanti. La sera, come da tradizione da quando siamo in due, abbiamo la nostra cena: intima, raccolta. Credo sia il momento di tutte le feste che preferisco: chiamatemi matta, ma il giorno di Natale per me ha già il sapore della domenica sera. Coi bambini ho iniziato ad attenderne la mattina con il loro risveglio e le grida di gioia per i doni lasciati da Santa Klaus. Ecco, sì, questo mi piace. Però la Vigilia mi continua a conquistare anno dopo anno, Natale dopo Natale. Trovo che assomigli tanto a quello che dà ogni giorno senso alla nostra vita.

Queste tortine sono nate pensando a un antipasto salato per la tavola di natale che potesse avere l’aspetto delizioso di un dolce, coperto da una farinatura bianca che assomigliasse alla neve.

La base è semplice, quasi rustica con tante verdure mescolate (che potete variare a seconda dei vostri gusti e della disponibilità della dispensa) a pezzetti sottili di tacchino.

La pasta che avvolge il ripieno è una brisé, veramente facile da preparare in casa: farina, acqua ghiacciata e burro.

Le tortine così piccole si possono utilizzare come graziosi segnaposto da sbocconcellare.

Buona Vigilia (e buon Natale)!

Ingredienti (per 6 tortine)

150 g di farina 00
50 g di farina integrale

50 g di farina di riso

90 ml di acqua ghiacciata

sale

120 g di burro

400 g di filetto di tacchino

1 cipollotto

1 spicchio di aglio

200 g di zucca a dadini

1 patata

1 carota

2 topinanbur

timo (o coriandolo per un sapore più esotico)

sale

olio extravergine d’oliva

farina di cocco

Come si fa

Preparate la pasta. Mescolate le farine con il burro a pezzetti e l’acqua ghiacciata, aggiungete un cucchiaino di sale. Lavorate la pasta fino a formare una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare per un’oretta in frigo.

Il ripieno. Fate appassire il cipollotto affettato sottilmente con lo spicchio di aglio e un paio di cucchiai di olio. Unite il tacchino a pezzetti leggermente infarinati e mescolate.

Aggiungete quindi le verdure: la zucca, la patata e i topinanbur a dadini, le carote a tocchetti piccoli. Bagnate con del brodo vegetale (o semplice acqua) e cuocete fino a quando le verdure cominceranno a risultare morbide. Aggiustate di sale, profumate con le foglioline di timo ( o coriandolo).

Riprendete la pasta, stendetela e rivestite dei piccoli stampi da tartellette, lasciando i bordi alti, bucherellate il fondo con una forchettina.
Riempite le tortine con il ripieno, quindi ritagliate un disco del diametro delle piccole tortiere, ritagliate l’interno con una formina che vi piace (alberello, stella etc…) e ricoprite le tortine.

Spennelate con del latte (io di soia) e cuocete in forno a 180° per circa 25 minuti.

Sfornate le tortine e spolveratele con la farina di cocco fine. Servite calde.

 

Nostalgia e cioccolato

plumcake zucchine e cioccolato 16072014

Non esiste nulla ma proprio nulla che risolva anche per la frazione di qualche minuto un animo vagamente nostalgico, tendente al triste, come un dolce che sa di cioccolato. E’ il profumo che cammina per la cucina e abbraccia la casa, è quel piccolo morso soddisfatto che tacita qualsiasi altro pensiero.

Oggi è lunedì, credo il giorno che più mi sta antipatico dell’intera settimana, e soprattutto è un lunedì di inizio settembre con tutta la sua carica di “devo” in una lista lunga che fatico a controllare. Il lavoro da riprendere in mano, l’inserimento di Lea al nido (da mercoledì!), la ripresa della scuola di Alice (da lunedì), la piscina moltiplicata per tre col resto di un più uno (se decido di andarci pure io:-)), la danza per una raddoppiata a due giorni, il piccolo Lui che resta a casetta con mamma (ma soprattutto con nonna), etc…

Oggi è lunedì, di ritorno dalle due settimane sull’isola del mio cuore, giorni di mare, sole acceso e cielo terso, di risvegli lenti, sabbia, sale, tramonti di fuoco e tanto tempo da dedicare ai bambini.

Qui tre panoramiche dell’isola più bella che c’è:-)

Oggi è lunedì, e qui il sole è timido, la sua luce sa di autunno, il cielo è spento, l’aria rumorosa. E la sottoscritta estremamente nostalgica. Poi passerà, ma ora va così.

E’ stata un’estate che è corsa veloce, troppo veloce, anche questa è una costante ormai delle mie giornate. Già un momento in cui cominci a non contare più il tempo, a non sentire più i giorni lunghi, le vacanze immense, mi dico spesso che è tutta questione di anni. Oppure di figli. Oppure di giri di vita. Non è che sia così male, però di tanto in tanto mi fa rabbia la mia incapacità di avere mani che non trattengono come una volta.

E’ stata un’estate speciale, la prima in cinque, con la fatica gioiosa che questo comporta. Abbiamo viaggiato come sempre, fatto giri in bicicletta e in mare, piccoli aperitivi improvvisati sulla terrazza con qualcosa adatto a noi,  le pupe e il pupo (sì, pure lui:-)), abbiamo trascorso il tempo per lasciare ricordi nei nostri figli e voglia di stare di nuovo insime.

Ogni tanto osservo tutto da fuori e mi stupisco pure io di questi tre pupi, per me una famiglia molto numerosa:-). Beh, non solo per me, visto che costante di tutta l’estate è stato un continuo chiedermi “Sono tutti e tre suoi? ahh, complimenti”, con osservazioni comiche tipo “Guarda, guarda (rivolto alla moglie di romano con due femmine, l’ultima appena nata), l’ultimo è un maschioooo, magari ci riesce anche a noi!”. ma anche “Se li metti fila fanno la scaletta” (ecco sì, e io la utilizzo per pulire le parti alte di casa:-)).

Conclusione: un figlio è poco, due sono la regola che vi conserva inosservati, tre vi mette al centro di aiuti (e commenti) inaspettati. Tipo che ho trovato in spiaggia due o tre nonnette all’occorrenza veramente utili:-).

 

Torniamo alla cucina che qui si è riaperta. Cioccolato, nostalgia e zucchine gialle. E’ nato così questo cake da declinare per la merenda o la colazione, ma anche da portare a scuola (che qui si sta per riaprire, e-v-v-i-v-a!), in tema vedete un po’ col mio libro in uscita il prossimo 18 settembre (segnatevi, “Facciamo merenda!, ediz. Gallucci), proprio dedicato alle merende.

La ricetta? Semplice e veloce, io ho utlizzato zucchine gialle (venete) ma è ottimo anche con quelle verde chiaro, piccole e dolci.  Ho sostituito il burro con olio di semi, per un risultato più leggero, e combinato la farina 00 con farina di riso e avena.

 

Ingredienti

50 g di farina 00
100 g di farina di riso
40 g di farina di avena
50 g di cacao amaro
150 g di zucchero

3 uova

1 cucchiaio di estratto di menta naturale (anche smeplicmenete ottenuto facendo bollire una decina di foglie di menta in poca acqua e zucchero)

100 ml di olio di semi di girasole
2 zucchine gialle grattugiate

100 g di cioccolato fondente

foglie di menta piperita

nocciole tritate

1 bustina di lievito per dolci

1 pizzico di sale

 

Procedimento

Grattugiate le zucchine a julienne, frullate il cioccolato a pezzetti.

Dividete i tuorli dagli albumi, montate questi ultimi a neve. Lavorate i tuorli con lo zucchero e il pizzico di sale, unite quindi l’olio e l’estratto di menta. Aggiungete le zucchine (lasciandone una manciata da parte), le foglie di menta tagliuzzate e il cioccolato.

Ora versate le farine, il cacao e il lievito setacciati poco alla volta, amalgamando con il resto. Unite da ultimi gli albumi montati con movimenti dal basso verso l’alto lenti.

Ungete uno stampo da plumcake, verstae l’impasto e decorate la superficie con filetti di zucchine a julienne e nocciole tritate.

Cuocete in forno caldo a 185° per 30 minuti circa.

Un Fiorfiore di pasta: mini pie della penna rosa

Mi piace giocare coi colori. Smalti, scarpe o primi piatti. Ieri ho recuperato le prime carote viola al banco “ortofrutticolo”: hanno trasformato la minestra “chi cerca trova” (come la chiamiamo noi da queste parti) in una piatto “fashion” e un po’ surreale. Viola, viola, pasta compresa. 
Oggi è stata la volta delle barbabietole. Ne è uscito una sorta di pie per via della crosticina a base di patate (dolci e non), candido sopra, di un fucsia acceso all’interno. 

Ovviamente visto il genere non ho resistito e ho scelto la monoporzione, mentre per la pasta ho optato per le penne trafilate in bronzo della linea Fiorfiore Coop.
 
La ricetta, alla fine, è molto più veloce di quello che a tutta prima possa sembrare. Un fattore importante, considerato che ci stiamo ancora muovendo tra scatoloni e… scatoloni, con la sottoscritta che ha parecchio la testa per aria. Ricevere dopo mesi di lavoro il frutto delle tue (nostre!) fatiche in copia cartacea è soddisfazione immensa, un po’ ci credi un po’ no. Lo contempli, lo sfogli e lo risfogli. Ricerchi possibili difetti (al momento non pervenuti:-)) ma sono ancora nella fase “ogni scarrafone etc…”), rileggi le tue parole e sorridi. Sorridi. Sorridi. 
La Forchettina è uscita giovedì scorso, giorni in cui è già andata qui e là. Ma non ho ancora ben realizzato:-) 
 
La ricetta. Ho cercato di contrastare la nota dolciastra della barbabietola con una salsina a base di yogurt e striscioline di salmone affumicato (qui a casa ci sono delle vere appassionate del suddetto articolo). Il risultato? Inaspettato e delizioso, soprattutto adorabile per via del colore (che qui alla fine siamo ancora molto girlish). 
Ingredienti (per 4)
250 g di penne rigate Fiorfiore Coop
1 barbabietola cotta al vapore
250 g di yogurt greco 
150 g di panna fresca
200 g di salmone affumicato
1 cipollotto
1 patata dolce
2 patate bianche
1 pizzico di aneto
sale
olio extravergine d’oliva
 
Pelate le patate e cuocetele a vapore o bollite. 
Tagliate la barbabietola a cubetti piccoli e saltatela in padella con del cipollotto affettato finemente e stufato con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Aggiustate di sale e tenete da parte.
Nel frattempo scaldate abbondante acqua salata e portate a bollore per cuocere le penne. Tenete le penne molto al dente.
Frullate la barbabietola con lo yogurt e la panna, lasciando da parte di entrambi, panna e yogurt, un paio di cucchiai.
Passate le patate nello schiacciapatate, salate e unite panna e yogurt con un pizzico di aneto. 
Condite le penne con la salsa alla barbabietola, aggiungete il salmone tagliato a strisce sottili. Prendete delle ciotole singole (o un’unica pirofila) disponete la pasta sul fondo. Con una sac à poche o semplicemente con il cucchiaino ricoprite la pasta con la purea di patate. Infornate per 15-20 minuti a 185° e servite. 
 

Un Fiorfiore di gelato. Il gazpacho rosso che profuma di limone.

Amo la filosofia “gazpacho”. Ossia quel genere che ti permette di frullare verdura (ma anche frutta) e servire zuppe ghiacciate che hanno l’estate dentro. Noi qui siamo dei veri cultori del genere, magari poco rispettosi nel seguire per filo e per segno le regole (evito solitamente l’utilizzo dell’aceto, ad esempio), ma dopotutto appassionati. 

Dopo il gazpacho rosso di Barcellona, ho voluto sperimentare nuovamente con lo stesso colore variando gli ingredienti. Anguria al posto delle fragole, pezzetti di feta annegati invece dei crostini e una pallina di sorbetto al limone Fiorfiore, morbidamente appoggiata su pane carasau, croccante scialuppa da “intingolare”.
Farlo è stato così facile che la cena mi è parsa così veloce, del tipo “chiudo gli occhi, immagino et voilà il piatto è qua”. L’unica noia di tutta la faccenda è stato eliminare i semi dall’anguria, ma qui ho ingaggiato l’Aliciotta mentre Lea si dava all’assaggio di piccoli pezzetti del frutto rosso. Segnatevi: avere gli aiutanti giusti al momento giusto facilita la vita, pure in cucina.

Ovviamente il gazapcho, al di là della versione più ufficiale che esista (quella andalusa, a base di pomodoro, cetriolo, pane raffermo etc…) a mio parere apre un mondo infinito, di zuppe ghiacciate dove inserire a vostro piacimento. Esempi? Alle carote e timo limonato, alle zucchine appena scottate e menta, al melone… Ne avete qualcuno anche voi?
L’abbinamento. Mi piace, inizialmente pensavo fosse troppo azzardato per via del dolciastro del sorbetto ma alla fine ha conquistato persino quella scettica di mia madre che alla prima spiegazione del contenuto mi ha guardato come fossi scesa da Marte.
Provate anche voi e mi direte.
 
La ricetta.
Ingredienti
200 g di polpa di anguria senza semi
400 g di pomodorini
qualche fogliolina di basilico

mezzo cipollotto fresco
olio extravergine d’oliva

sale
pane carasau

1 confezione di sorbetto al limone Fiorfiore Coop
cubetti di ghiaccio
100 g di feta a cubetti

 
Prendete il mixer e inserite anguria, pomodori, cipollotto, basilico, un paio di cucchiai di olio, frullate e aggiustate di sale. Aggiungete i cubetti di ghiaccio, assaggiate e se necessario unite ancora un pizzico di sale. 
Riempite delle ciotole fonde con il gazpacho, aggiungete in superficie i cubetti di feta. Appoggiate sul bordo della scodella un ritaglio di carasau che userete come base per la pallina di sorbetto. Decorate con una fogliolina di basilico e servite immediatamente.