Hamburger di fiori di erba cipollina e piselli

E’ stato un fine settimana intenso di una lunga settimana intensa. Bello, emoziante e divertente. Lo spettacolo di fine anno, nido e scuola, delle pupe, i laboratori che ho tenuto nei giardini di Villa Reale a Monza, benedetti da due giornate di sole e cielo azzurro estivo, e il "galà" di danza dell’Aliciotta (ma quanto vola il tempo da quando ci salutò, tre enne, dal palco, in scarpette e tutù?).

E oggi è lunedì, la mia colonna forno è morta (e sono in tredipa attesa del salvatore, anzi salvatori che il forno pesa assai, alias elettricista), la mia auto è resuscitata da un paio d’ore fa (grazie al valoroso meccanico giusto fin sotto casa in mio soccorso) e io scrivo contemplando le piante del terrazzo che mi stanno regalando immense soddisfazioni.

Ecco, sì, parliamo di loro. C’è il gelsomino, un melograno arrivato settimana scorsa (che però non fa le melegrane per il dolore dei piccoli di casa che già pensavano a dei raccolti autunnali), l’acero bianco e l’angolo "coltivo io". Chiamatelo piccolo orticello, piccolo. Tante erbe aromatiche. Un paio di piantine di pomodoro e le fragole, tanto basta per creare la magia per i miei coinquilini, taglia un metro e sotto. 

Le erbe aromatiche. Sono rinate dall’anno scorso (ecco, il coriandolo no e allora ho recuperato i semi e li abbiamo piantati), capitanate da Miss Erba Cipollina, uno spettacolo. I fiori sono belli, anzi bellissimi, come dice Lea. E profumano di erba cipollina. Ho cominciato a utilizzarli per cucinare là dove serve un tocco viola di cipolla misto a sentore vago, vago di aglio. Ad esempio nell’insalata con aggiunta di fragole, tocchetti di formaggio e semi misti.

Oppure nella frittata. Prendete gli hamburger di oggi. Ritagliati come fossero fiori, a base di uova, piselli freschi appena sbollentati e scaglie di pecorino romano. Sono finiti nei panini, con un cucchiaino di salsa allo yogurt e fili di erba cipollina. Ma si possono anche infilare in piccoli spiedini, simil lecca lecca. Semplici, veloci, facili da portare anche al pic nic e belli da vedere:-)

piesse: per la sgrantura dei piselli si ringraziano Alice+Lea, che mi sono ritrovata a casa mercoledì malate (ma la malattia è praticamente passata in un pomeriggio:-)) e hanno partecipato con soddisfazione alla preparazione.

Ingredienti (per 4)

6-8 uova (a sesonda della grandezza)

qualche fiore di erba cipollina

un tocchetto di pecorino romano

200 g di piselli freschi (o surgelati)

olio extravergine d’oliva

sale

4 panini da hamburger

yogurt greco

un cucchiaino di succo di limone

 

Come si fa

Sgranate i piselli e sbollentateli in acqua per una dceina di minuti, quindi scolateli e freddateli con acqua corrente.

Sbattete le uova con un pizzico di sale come per fare una frittata. Rivestite una pirofila rettangolare o quadrata di carta da forno, ungetela con dell’olio, versate le uova (a circa un cm di altezza), aggiungete i piselli, un paio di fiori di erba cipollina sminuzzati e delle scaglie di pecorino. Cuocete in forno per 10 minuti circa a 190°. 

Preparate intanto la salsa allo yogurt: mescolate lo yogurt con un cucchiaino di olio, un goccio di succo di limone, un pizzico di sale e due fiori di erba cipollina sminuzzati.

Ritagliate gli hamburger dalla frittata. Imbottite in panini con gli hamburger di frittata e un paio di cucchiaino di salsa allo yogurt.

 

Un Fiorfiore di gelato. I pizzi della nonna al fondente.

Perché limitarsi alla solita crêpe? Complice una serie di ricette create per il prossimo libro mi sono fatta una cultura in quanto a uova e possibili variazioni. Devo dire che la crêpe pizzo è quella che più mi ha conquistato ma soprattutto ha conquistato Lui e le pupe, tanto che la prima volta che le ho preparate per la foto del libro non ho fatto in tempo ad assaggiarne una che fosse una.

Naturale quindi la tentazione di rifarle. Alla fine non ti costringono a stare troppo ai fornelli (che a fine luglio è cosa buona e giusta) e si sposano ottimamente con del fondente fresco, fresco e cremoso.
Nella seconda sperimentazione ho cambiato un paio di ingredienti (rispetto alla versione che ci sarà sul libro:-)), ho abbinato il latte di mandorla con del succo di frutti di bosco che mi sembrava si sposasse molto bene con il gusto al cioccolato extrafondente FiorFiore Coop.
Ho preparato i “pizzi” per la merenda del pomeriggio. E’ una settimana di vacanza che vacanza non è, considerato che siamo nel pieno della preparazione degli scatoloni per il prossimo trasloco.
Il brutto di tutta la faccenda è che pare non finire mai (ma quante cose ci sono in questa casa!??!), il bello che ogni tanto ti incanti a riguardare oggetti che non ti ricordavi di avere e ti rimandano a ricordi e ricordi (buttando via minuti e minuti, sigh!).
La speranza è venirne a capo prima che cominci la scuola dell’Aliciotta (ecco, ho pure la list del materiale da prendere che non ho ancora preso, compresa la ricerca dei grembiuli che paiono essere come il santo Graal).
Passiamo ai pizzi che incantano e spazzano via i malumori. Hanno la grazia di quelli che tesseva sempre uguali la nonna di Lui per regalarli a chiunque passasse. Bianchi e leggeri.
I miei sono di un rosa antico al sapore di mandorla e cioccolato. Piccoli abbastanza per mangiarne uno e poi un altro e un altro ancora.
La ricetta.
Ingredienti
1 uovo
mezza tazza di latte di mandorla
due o tre cucchiaio di succo di frutti di bosco (io ho utilizzato quello filtrato da questa ricetta qui)
160 g di farina 00
70 g di zucchero semolato
un pizzico di sale

1 confezione di cioccolato extrafondente Fiorfiore Coop
burro

Sbattete l’uovo con lo zucchero e un pizzico di sale fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete il latte e il succo di frutti di bosco. Unite a poco a poco la farina setacciata e lasciate riposare la pastella per una mezz’oretta.

Prendete una padella antiaderente, fate sciogliere una mezza noce di burro. Riempite una sac à poche con la pastella e lasciatela cadere nella padella disegnando come doveste creare un pizzo. Cuocete da un lato, girate delicatamente con una spatola dall’altro. Appoggiate su un piatto e procedete nello stesso modo fino a esaurimento della pastella. Fate raffreddare per qualche minuto, posizionate al centro una pallina di gelato extrafondente (con qualcuno di quei riccioli di cioccolato che decorano la superficie) e servite.

L’uovo nel nido. Buona Pasqua!

Mi sono accorta solo pochi giorni fa che la Pasqua era veramente dietro l’angolo. Colpa del raffreddore che ha colpito la sottoscritta e la pupetta, della pioggia e della luce, che pare non aver compreso che il 21 a primavera è passato ormai da qualche settimana. Ho messo insieme giusto ieri i piatti per il pranzo di domanica, spedito stamattina Lui e Alice al mercato e messo via, che era ormai ora, i gingilli autunno-inverno in giro per casa. Come dire i cuscini con le renne a Pasqua anche no. E mi sono concetrata su uova, profumi e giallo-verde che sanno di stagione. E’ stato allora che ho pensato al nido. Quello da cucinare e quello in cui sono immersa in questo periodo. Completamente e senza rimpianti, senza dito puntato sul mappamondo per pensare e sognare o programmare di essere altrove. Una vera Pasqua di primavera.

Perché Pasqua per me è sinonimo di vita nuova, rinascita. Ogni volta come fosse la prima. Questa è la cosa incredibile, ce la portiamo dentro quando la luce cambia, gli alberi si rivestono e nei parchi si risentono le corse dei bambini. Non importa quante primavere abbiamo già vissuto: se apri gli occhi e guardi attentamente puoi ritoccare tutto come quando da bambino hai iniziato a contare i mesi sul calendario e a comprendere che le fragole arrivano a primavera. Se poi hai accanto, ora, un bimbo ripeschi tutto al volo. 

 

Ecco nella lista delle cose semplici e veloci da preparare per il nostro pranzo, ci sono oltre alle immancabili uova colorate (domani le farò con Alice che me lo chiede ormai da giorni) anche dei piccoli nidi al sapore di parmigiano, colorate di verde primavera con un piccolo uovo posato. Belli da vedere, buoni da mangiare e divertenti da pasticciare pr i più piccoli:-)

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Happy Easter a tutti!

piesse: per i cestini di parmigiano due o tre consigli pratici, pratici, per non fare un pasticcio come la sottoscritta:

– Usate esclusivamente Parmigiano Reggiano (fidatevi, il Padano non funziona)

– Aiutatevi con carta da forno da posizionare subito dopo attorno a una tazzina o ciotola per dare la forma e premere con carta assorbente (a meno che il caldo forte, forte sulle vostre mani non vi faccia un baffo o abbite una buona dose di automasochismo:-))

– Uova di quaglia: sode in 3 minuti!

 

La ricetta (per 4 cestini)

9-10 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattuggiato (io qui ci ho aggiunto poca, poca scorza di limone per aromatizzare)

100 g di fave

100 g di piselli

una decina di asparagi (selvatici)

4 uova di quaglia

sale, olio Evo

timo, menta

 

Procedimento

Bollite fave e piselli sgusciati (se come me utilizzate quelli freschi) in acqua salata. Ci vorranno circa 20 minuti, negli ultimi 5 minuti inserite anche gli asparagi. Scolate e passate in una padella con un cucchiaio di olio le verdure (affettate finemente gli asparagi, aromatizzando con timo e menta. 

Preparate i cestini. In una padella antiadarente posizionate un cerchio di carta da forno leggermente più grande della base della tazzina o ciotola che userete. Metteteci sopra due cucchiai abbondanti di parmigiano e lasciate sciogliere a fuoco dolce. Ora trasferite la carta da forno sulla tazzina rovesciata, premete attorno (ricordate carta assorbente) e lasciate che prenda la forma. Fate raffreddare quindi togliete la carta da forno e rovesciate il cestino.

Ora le uova: mettete in acqua che bolle a cuocere per 3 minuti.

Ora componiamo: sulla base del cestino posizionate le verdure, inserendo le punte in verticale, al centro l’uovo di quaglia.

Uova ripiene “ingabbiate”… Easter time!

Ho sempre pensato alle uova decorate (quelle vere!) come a questione troppo lunga ed elaborata per la sottoscritta. E così è, infatti. Ma si sa che quando mi viene un’idea è impossibile che non mi cimenti. Aggiungeteci che è arrivato in soccorso un vecchio aggeggio di svuotamento uova scovato a casa dei nonni della pupa e lì con un sorriso, ho detto "Che vuoi che sarà mai fare due ovetti decorati?". Naturale che in una faccenda simile ho coinvolto Miss Cia e la sua gabbietta (puramente decorativa, siamo persone strane, lo so). Risultato? Divertimento a parte, le uova ripiene sono finite "ingabbiate" (e io mi sono innamorata della gabbietta e vorrei averne una da posizionare in casa, e all’occorrenza in tavola).

Cominciamo dall’inizio. L’asparagina.

Ci ho girato intorno con la storia dei bruscandolied erbe selvatiche: quando l’ho adocchiata al mercato l’ho immediatamente comprata. E una frittata sarebbe stata la scelta più ovvia e sensata. Beh, no. Nella mia testa era lì l’asparagina dentro gli ovetti, che più primaverile e pasquale non si può!

L’aspiro uova, non è faccenda per pupi.

Mi sono messa a svuotare le uova ben lontana da Alice: in realtà io avrei anche coinvolto la pupa (che la faccenda mi pareva parecchio divertente, almeno la parte di svuotamento) ma Mr B. si è rifiutato (probabilmente non voleva mangiare uova per una settimana:-)).

Come funziona? Si pratica un piccolo buchino con siringa con ago (o semplice spillo) nella parte sottostante l’uovo ben lavato, quindi si svuota dell’interno con una sorta di pompetta aspirante (che a dirlo, lo so, fa ridere).
Lo voglio fare anche io e non ho la pompetta, che faccio? Basta fare due forellini, soffiare in uno e l’interno uscirà dall’altra parte (in questo caso lavate almeno tre volte le uova:-)): un po’ come fa questo signore qui(grazioso, no?:-)). 

Ricordate poi di lasciare a bagno le uova svuotate in acqua e limone per qualche ora.

I pois e la gabbietta.

Io sono definitivamente e irrimediabilmente "cromopatica". L’inverno? Bianco!. L’autunno? Aranciomarrone. La primavera? Verde. E Pasqua? Assolutamente vedo giallo. Banale? Ebbene sì.

Ecco una parte di uova sono state imbottite, l’altra sono finite a pois. E tutte hanno preso il posto del pulcino, in gabbia… Meravigliosamente pasquale!

E il bebè? 

ça va sans dire che amerà l’effetto, attenzione solo al pericolo "distruggo con una manata:-)". 

piesse: nella ricetta utilizzo solo i tuorli perché gli albumi finiranno nella seconda ricetta di umore giallopasquale!

 

Ingredienti (per tre e uovo decorato segnaposto)

6 uova svuotate e passate in acqua e limone

6 tuorli

una manciata di asparagina

una decina di fave bollite
1 foglia di basilico

cipollotto

olio evo

(eventuale sale e pepe per mamma&papà)

 

Procedimento

Decorate tre uova con i colori ad acqua come preferite, rompete le altre altre nella parte superiore, ricavando un guscio a metà per contenere.

Lavate l’asparagina e togliete la parte finale più dura del gambo. Tagliate a pezzetti piccoli, lasciate da parte le punte e fate stufare in una padella con olio e cipollotto affettato. Aggiungete un mestolo di acqua o brodo vegetale se necessario. Verso fine cottura unite le punte di asparagina e la foglia di basilico. Sbattete leggermente i tuorli e cucinateli in padella con l’asparagina, mescolando a forchetta (un po’ come quando preparate le uova strapazzate).

Riempite i gusci con il ripieno e servite. Sale e pepe sulle uova di mamma&papà!.

 

 

 

Brodino, frittatine e pioggerella

Dopo quattro giorni di pioggia solo qualcuno poteva esclamare felice questa mattina: "Piove!". Perché la richiesta successiva sarebbe stata: stivaletti e ombrello (ino con orecchie grandi). E come un flash back, sono andata rapidamente indietro: la sottoscritta bambina e l’entusiasmo di "ciakkettare" e aprire quel benedetto ombrello che si ostinavano a farmi lasciare chiuso in casa. Bè ho cambiato decisamente prospettiva. 

Sarà stata tutta questa pioggia, sarà stato il desiderio di qualcosa di caldo che non fosse vellutato, ho deciso di giocare col consommè, che dopotutto da queste parti (Cucchiaino compreso) si ha una vera e propria passione per i brodini.

 

 

Complice del brodino è stata una giornata passata a casa a scrivere e fotografare. Tra una ricetta e l’altra ho preparato il brodo con le verdure di stagione (carote, patata, finocchio, sedano, etc…).
E poi ho deciso di tuffarci le frittatine. L’ispirazione parte da una ricetta altoatesina (o era austriaca) che se devo esser sincera non ho mai amato particolarmente, se non per il nome. "Frittatensuppe", solo a dirlo ti pare di dover prendere una grossa rincorsa, ma alla fine è un brodino con ritaglia di frittata (preparata però con farina e latte insieme alle uova).
Credo che il motivo principale (dell’antipatia) fossero le frittatine, belle e pronte e imbustate, che più volte ho trovato sugli scaffali "tedescsshii" . Bè me ne sono tenuta sempre lontano (se qualcuno ne è fanatico sostenitore non me ne voglia:-)).

 

Ho poi fatto giusto un paio di modifiche preferendo il tondo frittatoso alle striscioline "crepes" e aggiungendo all’impasto della mia frittata dell’ortica secca, acquistata tempo fa in un raptus "lo voglio"  e mai usata (mi capita, a voi, no?).

 

 

Ho poi scoperto che in realtà l’ortica è un vero e proprio concentrato di ferro e sali minerali. E io che l’avevo snobbata in dispensa!

Per il formato via libera dopo l’anno.

 

piesse: ma non vi pare che il brodino in scodella trasparente assomigli alla boccia del pesciolino?

 

Ingredienti

 

una scodella di brodo vegetale (fatto così)

1 uovo
1 cucchiaino di parmigiano
una manciata di ortica secca
1 cucchiaino di latte
1 cucchiaino di olio EVO

 

Procedimento


 

Sbattete l’uovo con latte, parmigiano e aggiungete le ortiche. Riscaldate una padella unta di olio e quando è calda buttate il composto di uovo. Fate cuocere da una parte e poi dall’altra. Tagliate la frittata con uno stampino tondo (ma potete fare anche delle brutali, ma veloci, striscioline) e tuffate nel brodo caldo.