Un fiorfiore di pasta: fideua a modo nostro

La “fideua” mi ricorda la primavera a Barcellona e il mese trascorso lì per lavoro di Lui. 
Settimane che mi richiamano il terrazzino sopra i tetti della nostra casa a Gracia, le vie e le piazze da paesino del nostro quartiere, le lunghe camminate con le bambine, i mercati multicolor e l’atmosfera piena di energia di una città mediterranea e cosmopolita. 
La ricetta, ecco, doveva far parte del capitolo “I giramondo” de La Forchettina (a proposito i testi li ho scritti proprio nel periodo barcellonese). Poi è saltata per problemi di foliazione. Come dire avevo creato e scritto troppo, non ci stava. 

Anche se paella e fideua non sono ricette catalane, a Barcellona sono diffuse e anche noi, nel nostro peregrinare per taperie, non abbiamo potuto perderci l’assaggio.

La fideua è nata grazie al genio di un pescatore valenciano, che trovandosi senza riso, in mare aperto, propose al resto della ciurma la variazione con la pasta. Dopotutto, la sottoscritta è un’appassionata di pasta risottata e, alla fine, questa è una pasta risottata:-)

Avevo letto della ricetta e ovviamente non ho potuto fare a meno di sperimentarla in uno dei ristoranti specializzati in paelle&co (in fattispecie qui: El Glop (http://tavernaelglop.com)).
I sottili spaghettini (o capelli d’angelo o “fideua” in valenciano) hanno conquistato le pupe più della classica paella di riso. 

Per la ricetta ho utilizzato gli spaghetti della linea Fiorfiore Coop, da spezzare con pazienza a pezzetti di un centimetro e mezzo circa. E qui ho messo al lavoro l’Aliciotta. 
Nella nostra fideua ho aggiunto più verdure e meno pesce e sostituito il brodo vegetale con quello di pesce per una questione puramente di comodità e sapore più delicato.  
Potete anche preparare la ricetta con ulteriori variazioni: sostituire il pesce con la carne, oppure optare un mix o solo verdure.
piesse: gli spaghettini così piccoli e sottili sono perfetti anche per i più piccoli, Lea docet:-). Nel caso di pupi attorno all’anno evitate i gamberi e aggiugete della polpa di pesce bianco (sogliola, gallinella, scorfano…).
Ingredienti (per 4)
350 g di spaghettini Fiorfiore Coop spezzati
2 peperoni rossi
300 g di piselli
300 g di salsa di pomodoro passata
1 cipollotto
2 spicchi d’aglio
1 decina di pistilli o una bustina di zafferano
400 g di calamari ad anelli
4-5 scampi o 400 g di code di gamberi freschi
prezzemolo (o basilico)
limone
sale
brodo vegetale (circa 400-500 ml totali)
 
Lavate i peperoni e tagliateli a piccoli quadrati. 
Mescolate i pistilli di zafferano (o la polvere) in una tazzina di brodo caldo, lasciate riposare per qualche minuto.
Prendete una padella molto larga e con il fondo spesso: vi servirà per cuocere tutti gli ingredienti, poco alla volta. 
Fate scaldare un paio di cucchiai di olio. Versate gli spaghettini spezzati e fateli tostare per qualche minuto. Toglieteli e metteteli da parte.
Nella stessa padella saltate gli scampi (o i gamberi) con un cucchiaio di olio per qualche minuto. Fate lo stesso con i calamari e teneteli in caldo, insieme ai gamberi.
Ora le verdure: fate stufare il cipollotto affettato finemente e lo spicchio di aglio con un cucchiaio di olio, aggiungete i peperoni e i piselli, lasciate cuocere per dieci minuti. Unite la salsa di pomodoro e un paio di mestoli di brodo. Versate gli spaghettini disponendoli nella padella a formare uno strato uniforme, aggiungete la tazza di brodo con lo zafferano e ulteriore brodo fino a coprire per bene. 
Cuocete per qualche minuto, senza mescolare, facendo consumare il brodo. Aggiungete gamberi e calamari e portate a cottura. Servite con il prezzemolo (o il basilico) tritato e il limone tagliato a spicchi.
 

 

La stella di mezzanotte

Ripenso all’anno quasi passato e mi pare di prendere una lunga boccata d’aria e fare immersione. Riemergo in un attimo: il tempo è volato. Metto in fila i ricordi, quelli belli e quelli che lo sono stati un po’ meno. E’ facile, da qualche giorno mi sono messa a riguardare mille foto per regalare alla pupa il calendario 2011 e un libro di immagini 2010. E ogni foto è un tuffo, unico, dove ti immergi, ti perdi e ti ritrovi. E’ pazzesco come tutto sembra essere una danza, veloce, veloce, e oggi che ti fermi, giusto un giorno prima che sia l’anno nuovo, ho l’impressione che la tristezza, la fatica, e il dolore siano quasi dimenticati. Deve essere Alice, credo, e la magia dei bambini, della mia pupa che posso quasi accarezzare nelle immagini.

Strano per me, chiudo il 2010 in pace, con me stessa, con quello che avrei voluto fare, che avrei voluto vedere. Senza se e senza ma: non mi capita spesso. 

A voi lascio i nostri auguri, il cucchiaino, a cui devo tanto e una stella, beluga "doc" in un certo senso:-).

La ricetta è formato 18-24 mesi in sù, io ho scoperto le lenticchie "beluga" (sì, proprio come il caviale) per caso. Ne sono rimasta conquistata e le ho volute utilizzare per una ricetta di Capodanno speciale.

C’è stato naturalmente chi ha improvvisato coi suoi di pentolini, e anche questo qualcuno ne è rimasto terribilmente conquistato:-)

Le ho unite al bianco, nere com’erano, perché mi piacciono gli opposti, si completano e compensano, e mi paiono, bianco e nero, tanto evocativi di questi dodici mesi.

Munita di formine a stelle di diverse fogge (una notate è quella per l’uovo, a stella) ci ho giocato nel piatto così, e così. 

 

Buon 2011 e… la ricetta!

Ingredienti (per tre)

250 gr di lenticchie nere
150 gr di miglio in grani (ma potete sostituire con cous cous)
300 gr di coda di rospo o pescatrice
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
erbe aromatiche (rosmarino, salvia, menta, alloro)
olio extravergine d’oliva
sale (o gomasio)
brodo vegetale 
 

Procedimento
Tagliate il cipollotto a fettine sottili e fate dorare in padella con lo spicchio di aglio, il mazzetto di erbe aromatiche e l’olio. Stufate dolcemente e aggiungete le lenticchie, bagnate con brodo vegetale (o acqua tiepida). Fate cuocere per 30 minuti circa, aggiungendo brodo se necessario. Insaporite con un pizzico di sale o gomasio. Cuocete il pesce a vapore in un cartoccio per 10-15 minuti, profumando con una foglia di alloro. Nel frattempo fate cuocere il miglio. Sciacquate i grani e appena l’acqua bolle unite il miglio. Dovrà cuocere per cinque minuti o poco più. Appena pronto scolate, e sgranate a forchetta con un cucchiaio di olio, profumate con la scorza di limone. Ora mescolate le lenticchie con il miglio, usate delle formine per creare delle stelle sul piatto. Schiacciate anche il pesce, condite con una goccia di olio e un pizzico di sale e formate anche con questo delle stelline nel piatto. Basta riempire le formine del composto, schiacciare leggermente con le mani e togliere la forma. 

 

 

 

 

I piattoni proprio piatti

Vi capita di acquistare qualcosa in cucina perché il nome vi sta simpatico, ma proprio simpatico? A me sì, definitivamente e assolutamente sì. Mr B. direbbe che sono della specie dei pazzi e questa affermazione lo conferma. Poco importa. I piattoni li ho comprati per il loro nome. Piatttonnniii, bello scadenzato, con l’immaginazione che già correva. Piattonnniiii, proprio piatti, superpiatti. E non chiedetemi la ragione ma l’associazione è stata per uno di quei film infanzia anni ’80, di cui nemmeno ricordo bene il titolo. Tipo Poliziotto, no due piedi superpiatti o qualcosa del genere.

I nostri invece di piattoni sono finiti nel piattino con polpettina, della serie tante "p" a farsi compagnia. E sì tutti gli ingredienti, bè quelli principali, ora che li metto in fila vedi un po’ che iniziano con "p": piattoni, platessa, patate. Un’osservazione che va a braccetto con il mio finir di settimana: stanca, stanca, presa da "scemitudine" incalzante e con un bel "freefriday" che ci aspetta:-).

Qualcuno a tutta questa storia dei "piattoni" potrebbe replicare " e chi li conosce?". Vediamo di rimediare. Dicasi piattoni varietà di fagiolini dalla forma allungata e appiattita, come dire fagiolini dai "piedi piatti":-). Il loro vantaggio? Non serve sgranare, visto che sono baccelli da mangiare tutti interi. I colori? Verde (e se no che baccello era?:-)) ma anche candido, candido, "all white". 

Il formato? 8-9 mesi. Fanno bene perché mai? Carico di vitamine, A e C, e sali minerali (calcio, potassio).

La cottura migliore è quella al vapore che permette di mantenere intatte tutte le proprietà. Nel caso di questa ricetta vi dà il vantaggio di cucinare tutto insieme, una volta sola: fast&easy.

Ingredienti (per uno)

100 gr di piattoni
1 patata piccola
30 gr di platessa
due o tre asparagini (quelli selvatici)

1 cucchiaino di olio EVO
erbe aromatiche (dopo l’anno)

 

Procedimento

Cuocere nel cestello a vapore le tre verdure pulite per 15 minuti, aggiungere il filetto di pesce verso la fine in carta stagnola, magari profumando con delle erbe aromatiche all’interno.

Una volta pronte, passate piattoni e asparagina con qualche cucchiaio di acqua di cottura e un cucchiaino di olio. Schiacciate pesce e patata con eventuali erbe aromatiche tritate. Formate delle polpettine e cuocete per qualche minuto sempre nel cestello a vapore. 

 

 

Gli asparagi, quelli rosa di Mezzago

Ancora asparagi??? Ebbene sì, quando sposo un tema capita che diventi quasi monotona. E poi basta fare un giro fra i banchi "verduriferi" e non puoi assolutamente fare a meno di acquistare, in queste settimane, un qualche cromatismo a base di asparagi. In cucina si sono susseguiti esperimenti: cake all’asparagina (ma di questo vi grazio), vellutate bianche di Bassano, zuppe verdi verdi, con tutte le primizie primavera, fave, piselli, taccole e naturalmente ancora asparagi. Questa la divagazione in rosa.

In realtà io tutto questo rosa non è che l’abbia visto: giusto una punta, più vicina al fucsia violaceo e quindi per la sottoscritta più gradita. 

Non ci credete? Bè guardate i fiori della mia erba cipollina, che proprio al rosa non tendono, simili no? Parentesi, piccola parentesi: l’erba cipollina fiorita mi ha talmente entusiasmato che voglio farci una ricetta dedicata, qualcuno ha la minima idea se i suoi fiori sono commestibili o posso andare incontro a seri problemi?:-). Strane idee da venerdì biricchino.Qualcuno si chiederà "Mezzago? Donde sta?", mica è Bassano, diamine di un asparago. Mezzago è una ridente (credo) cittadina in quel della Brianza dove da una decina d’anni hanno ripreso di gran lena (dopo anni di abbandono) a coltivar l’asparago rosa, che alla fine rende meglio di un campo di patate:-). Organizzano persino una simpatica sagra dedicata al tema e qualche anno fa ci sono stata pure io con Mr B. (Alice ai tempi, molto romantici e tranquilli, era solo in potenza).  Poi il nulla fino a quando  me li sono ritrovati al banco "verdurifero" di cui sopra.

E’ finita che li ho sposati con un trancio di pescatrice, acquistato per l’aliciotta ma finito per far cena per tutti e tre. A proposito la coda di rospo (alias pescatrice) è ottima per i pupi fin dai primi mesi di introduzione del pesce (ottavo, in poi), perché ricca di proteine e sali minerali ma abbastanza leggera e povera di grassi. 

 

Il tutto, asparagi e pescatrice, ha finito per condire delle pennette al farro, giusto per sperimentare. Il sapore vagamente dolce degli asparagi, opinione però del tutto personale, si lega bene con questo tipo di pasta. 

Consiglio di Mr B.: niente pennette al farro, spaghetto o mezza penna di semplice, (banale) grano duro.

 

Il formato? Dopo l’anno ma solo per via delle pennette di grandezza normale, se passate il tutto e utilizzate pasta baby fin dall’ottavo-nono mese.

 

 

Ingredienti (per tre)

1 mazzetto di asparagi rosa

1 trancio di pescatrice

180 gr di pennette al farro
olio Evo

timo limonato e sale (dopo l’anno)

 

Procedimento

Eliminare un paio di centimetri della parte finale degli asparagi, pelarli e lavare. Bollirli in acqua per venti minuti (punte fuori!) e conservare l’acqua.

Tagliare a pezzetti (volendo potete lasciarne una parte da frullare in crema con qualche cucchiaio di acqua e unire in questo modo alla pasta),  fare lo stesso per la pescatrice e passare in padella con dell’olio e qualche cucchiaio di acqua di cottura. Cuocere per cinque, dieci minuti non di più (la pescatrice si indurisce e diventa immangiabile), profumare con timo, eventuale sale. Cucinare la pasta nell’acqua di cottura degli asparagi, scolare e passare in padella con asparagi, pesce ed eventuale crema di asparagi. 

Piselli superfast: la seconda.

 

Ormai lo sapete. Ho la mania della monoporzione: che sia mini tartellette, panino mignon o bicchierino per me non c’è storia. Se è fingerfood mi piace il doppio. E la vellutata di ieri, quella del ritorno composta con la sgranatura anticipata, è finita pure a fare antipasto o secondo rapido, dipende dal vostro punto di vista. 

 

Oggi va meglio di ieri, non fosse altro ho capito che mi ci vorrà parte del weekend per smaltire il lavoro arretrato. L’importante, dopotutto, è darsi dei tempi:-)

La ricetta è nata rapida davanti al banco del pesce. Credo che fosse un’eternità che non acquistavo i calamari. Da quando c’è la pupa di solito tendo a comprare cose che posso cucinare anche per lei, magari con qualche variazione. Non lo faccio apposta, e devo dire che non ne sono stata nemmeno molto consapevole. Fa un po’ parte di tutte quelle abitudini che prendi quando diventi mamma (o papà): uscire con borsa grande, riferirti a te stessa come "ora la mamma fa, ora la mamma ti prende" e gioire per l’uso del wc (ultimamente). 

Per quello che concerne la shoppinglist ovviamente di tanto in tanto ci sono delle eccezioni, ma rare. I calamari, freschi e pescati in Italia, sono stati una di queste. 

E siccome andare di fretta è una costante di questi giorni, il bicchierino è ricetta superfast. Tra l’altro la combinazione è di quelle che appartengono alla tradizione: calamari e piselli. Naturalmente rivisitata.

I calamari (poco meno di mezzo chilo) sono finiti in forno a cuocere e diventar croccanti con scorza di limone, poco pepe, timo limone, una manciata di pangrattato, uno spicchio d’aglio e olio EVO. Non tagliate e lasciate interi, in modo da usare i tentacoli per decorare i vostri bicchierini. Tempi? 170° per dieci, quindici minuti.

 

I piselli, separati da patate e yogurt (della prima superfast), li ho passati con olio EVO (un cucchiaio), sale, qualche cucchiaio di acqua di cottura. 

Riempito i bicchieri, aggiunto i calamari, decorato con rametto di timo. E la pupa? Ha avuto il suo, qualcuno aveva dubbi? Senza calamaro ma con pomodorino a crudo e mozzarellina fiordilatte (formato 12 mesi).