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La giornata sa di autunno anche se è ancora estate, forse si è adeguata a rendere più dolce il nuovo anno. Perché sì, ho sempre avuto la netta impressione che settembre fosse una sorta di primo dell’anno, con tutto il suo carico di aspettative, promesse e propositi. La giornata è inziata ieri sera, quando i bimbi dormivano: ho sistemato le ultime cose nella cartella di Alice, ho sostituito la bavaglia nella sacca blu dell’asilo di Lea. Ho preparato la tavola per la colazione: due cuori fucsia acceso in ogni piattino a rendere più lieve i nuovi passi delle pupe.

Lea adora l’asilo ma oggi ha pianto all’arrivederci, parecchio e senza apparente consolazione. Passerà. Lo so. Anche se pesa sul cuore, soprattutto perché senti che sta diventando tanto altro da te.

I bambini, i figli scandiscono inesorabilmente il tempo che passa. Leggerlo da qualche parte, giorni fa, me lo ha ricordato ancora di più.  C’è un miscuglio aggrovigliato di nostalgia, tristezza, orgoglio e felicità a tratti: ho rinunciato a metterci dei confini.

Ovviamente la sottoscritta ha anche innalzato inni di gaudio per le giornate, piccolo Lui a parte (ma c’è la santa nonna), si stanno di nuovo liberando permettendomi di concentrarmi su nuovi progetti (e non solo di correre dietro al lavoro quotidiano). Ho bisogno di idee e ore, di tempo per riappropiarmi di … me stessa:-).

Oggi la scuola è ancora a metà, per soddisfazione di Alice che non sopporta il vitto, leggi mensa, perché tutto a casa è “più buono”e lei è una dai gusti semplici ma decisi e “da buongustaia”:-).

Per il suo ritorno è uscita questa pasta, ancora a base di zucchine gialle, unite questa volta a fagiolini sempre gialli e un pesto di erbe fresche di produzione casalinga. Devo dire che zucchine e fagiolini gialli sono un bel diversivo anche per quei bimbi che hanno un’allergia al verde nel piatto:-)

L’ho preparata fra l’andata e il ritorno dal ritiro delle pupe. Piaciuta, sì, anche a Miss Lea che ha allunagto le mani sulle pennette nonostante avesse già pranzato al nido.

Ingredienti (per 3)

circa 200 g di mezze penne

2 zucchine gialle (o verdi)

200 g di fagiolini gialli

1 cipollotto

una ventina di foglie di menta

qualche foglia di citronella

Parmigiano reggiano
una manciata di nocciole tostate

olio extravergine d’oliva

Procedimento

Lava le verdure e taglia i fagiolini a tocchetti di mezzo centimetro. Grattugia le zucchine a julienne, lasciandone da parte qualcuna da affettare a nastro (io di solito utilizzo una sorta di tempera verdure che permette effetti strepitosi!).

Affetta finemente il cipollotto e fallo stufare con un paio di cucchiai di olio extravergine, aggiungi le verdure eccetto le zucchine a nastro (da unire dopo qualche minuto). Aggiusta di sale, profuma con una foglia di menta e cuoci le verdure lasciandole croccanti.

Riscalda abbondante acqua salata per la pasta. Nel frattempo prepara il pesto: frulla menta, citronella, con un pezzetto di parmigiano (circa 30 g), due cucchiai belli colmi di olio extarvergine d’oliva e una manciata di nocciole.

Quando l’acqua bolle butta le penne e porta a cottura. Fai saltare la pasta in padella con le verdure, condisci col pesto e porta a tavola!

Post di “pest” superveloce

Mi pare incredibile la data che leggo sul mio ultimo post: 30 gennaio. Mai successo prima. Quasi cinque mesi, quasi l’età di Edo. Giorni che sono corsi talmente veloci che fatico a tenerne traccia. Devo ammettere che la vita ultimamente va molto più rapida di quanto io riesca a correre.
Il risultato è un po’ di frastuono, continuo e costante, credo dovuto un po’ alla mancanza di ore di sonno, un po’ alla troppa energia dei miei figli (chissà da chi hanno preso, ehehhh…). 

Cosa ho fatto di recente? Uhm, la mamma a tempo superpieno anche se non a tempo pieno, allattato e allattato ( meno male che così ogni tanto mi siedo e mi leggo due pagine due), cantato e cantato per l’addormentamento di Lea, trascorso di media un’oretta al giorno per l’addormentamento di Lea (che  al momento dorme solo con la sottoscritta…), fatto bagnetti e ribagnetti a Edo (che adora l’acqua quanto io adoro lui:-)), ritagliato piccoli momenti con Alice, organizzato un paio di lavatrici a sera, arredato il mio nuovo terrazzo di piante e poltroncine (sulle quali dubito di riuscire a sedermi), pianificato una serie di vacanze reali e virtuali, fatto shopping on line per tutta la famiglia e anche no (quanto è comodo!), frequentato a singhiozzi un corso di acquafitness (sono quella che arriva in ritardo, sempre e comunque), cucinato pasti in abbondanza per giocare in anticipo col freezer al momento giusto, ammirato Aliciotta, Miss Lea e Dodo (così lo chiama Lea) conoscersi giorno dopo giorno e beh cercato di lavorare. Non fosse altro che a settembre esce il mio prossimo libro e ne ho in mente un altro paio a cui dedicarmi. 

 

Anticipazioni? Ve ne parlerò più diffusamente (al ritorno dalle vacanze, perché qui si parte sabato per la Grecia, evviva!), intanto il tema: merende, merende e ancora merende. Quelle da portare a scuola, in spiaggia, al parchetto alla festa di non compleanno. Merende ispirate ai riti di una volta, alle ricette della nonna, ai ricordi di quando eravamo bambini.

La squadra, come al solito, non cambia: c’è Miss Cia a fotografare e disegnare (e questa volta ancor di più visto che dalla sua matita sono usciti tre personaggi adorabili), c’è il webguru e grafico Edoardo Biasini, c’è la mia editor, Ada. Il tutto per Gallucci Editore. 

 

La ricetta. In questi giorni Alice frequenta il campus estivo a mezza giornata, ritorna per pranzo. Mangiamo in terrazza in una confusione allegra ma totale. Scelgo preparazioni fresche, veloci che mi permettano di uscire, fare il taxi, tornare e impiattare in fretta. L’altro giorno c’è stata l’insalata con tante fragole dentro (la mia preferita ultimamente e ve ne parlerò), seguita nel pomeriggio dalla ciambella margherita zebrata alla menta e lamponi. 
Oggi è nata questa ricetta per via del mio nuovo orto verticale, dove trovano posto tante erbe aromatiche. Ovvio, c’è il timo limonato e pure la citronella, oltre ai classici, basilico, rosmarino, maggiorano, origano…

Il tempo, come avrete capito, è molto limitato: appena tornata ho tritato una manciata abbondante di mandorle, con basilico, timo e un paio di foglie di citronella, olio extravergine d’oliva, sale, dopo un minuto ho aggiunto 300-400 g di pomodorini datterini ben lavati. Ho frullato grossolanamente per altri due minuti, scolato gli spaghetti e condito tutto con il mio pesto e scaglie di ricotta salata. 

piesse: pesto ispirato alla ricetta alla trapanese, votato come il pesto dell’estate da Alice e Lea!

 

Un Fiorfiore di pasta: pipette d’autunno

Ci sono un paio di ingredienti che in queste settimane sto utilizzando e utilizzando. Una sorta di tormentone gastronomico. Io credo sia colpa della stanchezza che sta diventando cronica e riduce le mie forze creative:-). Sarà, comunque i risultati non sono malvagi, soprattutto se si gioca a divagare. E io a divagare sono brava. Un pensiero qui, un sì là, e la mente altrove. Definiamola capacità multitasking. 
Bene, amo le zuppe, le minestre, le paste risottate quando arrivano i primi freddi. Mi conforta l’idea di avere qualcosa di caldo, colorato e “verdurifero” pronto per la sera. Qualcuno mi chiede come faccio. Preparo in grosse quantità, sfrutto il cestello a vapore e combino gli stessi ingredienti in modi diversi. 

Le pipette di oggi sono un esempio. Di avanzo di castagne bollite (e usate tra l’altro per un ragù e un montebianco express), zucca e patate dolci. 
Direi che la mania di queste settimane sono le patate dolci (ma quanto sono versatili!) e le castagne. Sulle seconde mi trattiene solo un aspetto. Il tempo che non ho per cimentarmi con la sbucciatura dopo cottura. 

Invece con le prime per lo più opto per il cestello a vapore: non sbuccio, sciacquo semplicemente e poi elimino l’esterno facilmente nella fase successiva, dopo una cottura veloce.
 
Le patate dolci conferiscono a minestre e zuppe quel sapore dolciastro che ci piace. E si può sempre contrastare con della panna acida, speck a cubetti o salmone affumicato a seconda dei casi. Oppure si possono usare per i dolci: fantastiche in una torta morbida con mele, cacao, uvetta e cioccolato fondente. Prima o poi ve ne parlo:-). Perfette per le prime pappe dei pupi proprio per via di quella loro consistenza morbida e dolce.
Bene, sto divagando. La ricetta di oggi.
Ho usato pipette rigate della linea Fiorfiore Coop, cotte a parte (non risottate questa volta!).
Abbinate a una minestrina che ricorda queste giornate di tepore autunnale, foglie croccanti e alberi multicolor.
 
Ho approfittato del nonno delle pupe di passaggio in Alto Adige, che mi ha portato a casa speck e funghi chiodini. 
Il risultato.
Ingredienti (per 4)
120 g di pipe rigate Fiorfiore Coop
2 patate dolci di medie dimensioni
200 g di castagne bollite e pulite
200 g di polpa di zucca
1 cipollotto
150 g di funghi chiodini
150 g di speck in un unica fetta grossa
sale
alloro
olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino di Parmigiano a piacere
 
Procedimento
Pelate le patate e riducetele a cubetti insieme alla polpa di zucca. Affettate finemente il cipollotto e pulite i funghi, eliminando la parte terrosa finale del gambo e cercando di mantenerli il più possibile interi. Sciacquateli in acqua e metteteli da parte. Fate dorare in una casseruola il cipollotto con un paio di foglie di alloro e un cucchiaio abbondante di olio. Aggiungete le patate e la zucca a cubetti, rabboccate con quattro o cinque mestoli di acqua tiepida (o brodo vegetale), mescolate, aggiustate di sale e cuocete per una ventina di minuti. Unite quindi anche i funghi e le castagne. Se necessario aggiungete ulteriore brodo: deve risultare una consistenza non troppo liquida ma nemmeno troppo asciutta. 
Cuocete a parte le pipette. Saltate lo speck affettato a listarelle sottili in padella con un filo di olio. Unite la pasta alla minestra, servite subito decorando la superficie con lo speck. 

Un Fiorfiore di pasta: panissa di pasta

Immaginate il Monferrato sul finire di settembre. Pendiii dolci, morbidi, puntellati di vigneti, grappoli bianchi e scuri pronti da cogliere per la vendemmia. Un fine settimana di inizio autunno talmente tiepido e solare da parere ancora quasi estate. Un matrimonio a cui partecipare, un castello da fiaba dal quale contemplare il giorno al tramonto. E due giorni in assoluto relax, senza pupe al seguito. Il giorno dopo il matrimonio, con Lui ci siamo aggirati per i paesini vicini e siamo finiti in una delle tante sagre del periodo. Ovviamente abbiamo sperimentato: tutti piatti rigorosamente doc del territorio. Sono rimasta conquistata dalla bagna couda (e sì, sì…) e dalla panissa o “paniscia”. Un risotto contadino, accompagnato da fagioli borlotti, lardo, salsiccia e barbera. 
Al ritorno l’ho rifatto, sostituendo la pasta col riso (lo so che i vercellesi penseranno a un’eresia:-)).

Mi piace interpretare, prendere una ricetta, trasformarla facendomi comunque ispirare. E questi sono giorni di esperimenti. Mi aggiro nella nuova cucina, felice come una bambina con il suo nuovo “giocattolo”:-)).
C’è il forno da farsi amico, i fuochi pronti ad accogliere pentole e pentole, gli spazi da riempire di risate, profumi, sapori. E di libri, che a dire che c’è anche La Forchettina (insieme a Il Cucchiaino) mi pare strano.
Al momento è il luogo che preferisco in questa casa. Lo sento mio con la piccola dispensa già stipata di ogni sorta di aggeggio, stoviglia, farina, posata, carta, macchina fotografica, etc… (uhm, ci sono finiti tutti gli strumenti di lavoro, e c’è pure chi chiede asilo per i propri, vero Miss Cia?:-)).
Ecco, prima o poi vi faccio fare un giro, che ne sono orgogliosa proprio come fosse il mio ultimo “scarrafone”!
Tornando alla ricetta. Mi sono comportata proprio come fosse un risotto. Ho preparato il brodo, vegetale, ho rimestato la pasta come fossero chicchi di risaia. E ho utilizzato gli ultimi fagioli borlotti freschi di stagione, giusto per non farci mancare la sgranatura che ci piace tanto. 
 
Il gusto è molto vicino a quello della panissa originale, ovvio con tutte le debite differenze per via della sostituzione di riso con pasta. In questo caso mezze penne rigate della linea Fiorfiore Coop, che hanno tenuto molto tempo in cottura.
 
Ingredienti (per 4)
300 g di fagioli borlotti
1 carota
1 gambo di sedano
40 g di lardo a pezzetti
1 cipollotto
200 g di salsiccia
240 g di mezze penne rigate Fiorfiore Coop
olio extravergine d’oliva
rosmarino

brodo vegetale
qualche cucchiaio di barbera
parmigiano Reggiano

Affettate finemente la carota, il sedano e il cipollotto lavati. Fate rosolare il trito con un cucchiaio di olio extravergine e il lardo a pezzetti.
Mescolate e unite i fagioli sgranati (se usate quelli secchi, dovete lasciarli a bagno per 12 ore circa in acqua prima di utilizzarli).

Rabboccate con abbondante brodo, aggiustate di sale e lasciate cuocere a fuoco dolce per 40 minuti circa o comunque fino a quando i fagioli sono morbidi. Fate attenzione a tenere i fagioli abbastanza liquidi.

Fate rosolare in un’altra pentola qualche fettina di cipollotto con un cucchiaio di olio e la salsiccia a pezzi privata del budello.
Unite anche la pasta, mescolate e sfumate con un goccio di vino (potete anche eliminarlo). Aggiungete a poco a poco i fagioli, bagnando con ulteriore brodo se necessario. Portate a cottura. Spegnete, mantecate con del parmigiano e profumate con del rosmarino fresco prima di servire.

Un Fiorfiore di pasta: mini pie della penna rosa

Mi piace giocare coi colori. Smalti, scarpe o primi piatti. Ieri ho recuperato le prime carote viola al banco “ortofrutticolo”: hanno trasformato la minestra “chi cerca trova” (come la chiamiamo noi da queste parti) in una piatto “fashion” e un po’ surreale. Viola, viola, pasta compresa. 
Oggi è stata la volta delle barbabietole. Ne è uscito una sorta di pie per via della crosticina a base di patate (dolci e non), candido sopra, di un fucsia acceso all’interno. 

Ovviamente visto il genere non ho resistito e ho scelto la monoporzione, mentre per la pasta ho optato per le penne trafilate in bronzo della linea Fiorfiore Coop.
 
La ricetta, alla fine, è molto più veloce di quello che a tutta prima possa sembrare. Un fattore importante, considerato che ci stiamo ancora muovendo tra scatoloni e… scatoloni, con la sottoscritta che ha parecchio la testa per aria. Ricevere dopo mesi di lavoro il frutto delle tue (nostre!) fatiche in copia cartacea è soddisfazione immensa, un po’ ci credi un po’ no. Lo contempli, lo sfogli e lo risfogli. Ricerchi possibili difetti (al momento non pervenuti:-)) ma sono ancora nella fase “ogni scarrafone etc…”), rileggi le tue parole e sorridi. Sorridi. Sorridi. 
La Forchettina è uscita giovedì scorso, giorni in cui è già andata qui e là. Ma non ho ancora ben realizzato:-) 
 
La ricetta. Ho cercato di contrastare la nota dolciastra della barbabietola con una salsina a base di yogurt e striscioline di salmone affumicato (qui a casa ci sono delle vere appassionate del suddetto articolo). Il risultato? Inaspettato e delizioso, soprattutto adorabile per via del colore (che qui alla fine siamo ancora molto girlish). 
Ingredienti (per 4)
250 g di penne rigate Fiorfiore Coop
1 barbabietola cotta al vapore
250 g di yogurt greco 
150 g di panna fresca
200 g di salmone affumicato
1 cipollotto
1 patata dolce
2 patate bianche
1 pizzico di aneto
sale
olio extravergine d’oliva
 
Pelate le patate e cuocetele a vapore o bollite. 
Tagliate la barbabietola a cubetti piccoli e saltatela in padella con del cipollotto affettato finemente e stufato con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Aggiustate di sale e tenete da parte.
Nel frattempo scaldate abbondante acqua salata e portate a bollore per cuocere le penne. Tenete le penne molto al dente.
Frullate la barbabietola con lo yogurt e la panna, lasciando da parte di entrambi, panna e yogurt, un paio di cucchiai.
Passate le patate nello schiacciapatate, salate e unite panna e yogurt con un pizzico di aneto. 
Condite le penne con la salsa alla barbabietola, aggiungete il salmone tagliato a strisce sottili. Prendete delle ciotole singole (o un’unica pirofila) disponete la pasta sul fondo. Con una sac à poche o semplicemente con il cucchiaino ricoprite la pasta con la purea di patate. Infornate per 15-20 minuti a 185° e servite.