La mia prima pappa

Pappa Edo 16072014

Da quasi quattro settimane sono tornata indietro nel tempo. Un’immersione totale e deliziosa in quello che si vive da “unamamma” con il vantaggio di essere una “trismamma”. Ovvio, mi mancano le pupe (che, fra parentesi, al mare coi nonni paiono non sentire troppo la mia, nostra mancanza, a dispetto di tutte le mie paturnie e ansie e preoccupazioni), ma devo ammettere che dopo mesi di corse, rincorse e tanti, tantissimi vorrei, mi sto godendo il mio piccolo Lui. Il risultato? Che sono definitivamente, irrimediabilmente invischiata in un’altra storia d’amore:-).

Ho sempre desiderato una bambina: è arrivata Alice. E poi Lea, la leoncina, con il suo abbraccio e profumo di latte. Sono legata a loro, le adoro. Sono forti, entusiste, piene di gioia, delicate e tanto simili a me. Sono come la primavera. Edo è diverso, ma lo amo. Mi piace rintracciare nel suo sguardo, la forma della testa e il sorriso aperto Lui. E’ un po’ come se avessi un piccolo amante:-).

In tutto ciò ho pensato che da “unamamma” avrei avuto il tempo di fare tantissime cose: leggere, leggere e leggere, pensare a nuovi progetti di lavoro (dopo aver finalmente chiuso il prossimo libro, ormai in uscita, qui un’anteprimada gustare), vedere amici, godermi pigre mattinate che assomigliano alla domenica. Bene, di mezzo si è messo un pupo che dorme poco, di giorno, se non quando lo si porta a spasso:-). Conclusione? Ho acquistato libri che sono rimasti lì (però ho letto l’ultimo di Murakami, “L’incolore Tazaki Tsukuru…”  che vi consiglio e ho fatto notte, in maniera un pochetto inquietante, su La figlia oscura della Ferrante), non ho avuto il tempo di annoiarmi e farmi venire idee creative e geniali, non ho organizzato tutte le apericene che avevo in mente. Però ho camminato, tanto, scorazzato Edo qua e là per le vie quasi deserte estive, chiacchierato con le amiche con colazioni mattutine che non facevo da un pezzo. Cosa che mi riempie di soddisfazione abbiamo quasi finito di sistemare la casetta nuova, quasi:-).

E ho cucinato. Più volte la crema catalana in diverse variazioni (ottima al ribes e rosmarino), il fondant al cioccolato (er meglio, alla menta e lamponi), zuppa fredda di cetrioli un giorno sì e quello dopo ancora (che avevo da smaltire il raccolto del nonno), sfogliatine croccanti al filetto di pesce, pizza e fichi, risotto e fichi (sempre per via dl raccolto del nonno) e pesti, tanti pesti (col raccolto di erbe del terrazzo). Uhm, per amor di cronaca documentata mi affido a Facebook e Instangram.

In tutto questo “cucinamento” ha trovato spazio il viaggio di scoperta di Edo nel fantatsico mondo dei sapori. Una meraviglia:-).

Per un mesetto è stato svezzato piano piano: tante verdure, di tutti i tipi, col profumo e il calore dell’estate (e qui, qualcuno mi dirà ma “quale estate?”:-), fatte bollire lentamente per ottenere brodi “chiarificati”, frutta e ancora frutta che è finita anche invasettata per omogenizzati homemade (la ricetta la trovate qui).

Ho utilizzato anche pappe fredde: a base di avocado (perfetto per i pupi con la sua consistenza morbida e vellutata e il suo contenuto di Omega3, Vitamine D e A e  acidi grassi insaturi), olio Evo e goccia di limone, o cetriolo (sempre del nonno, a chilometro meno di zero).

 

Il primo brodo è stato a base di zucchine, fagiolini e patate: tutti gialli. Provenienza? Campagne venete (sempre per mano del nonno).

E’ venuto fuori un brodo dal colore paglierino, e una serie di ricette collegate salate e pure dolci (giurin giretta che le pubblico a ruota!).

Il procedimento? Lavate accuratamente una zucchina gialla, una manciata di fagiolini gialli (o verdi) e una patata pelata. Bollite le verdure in un litro abbondante di acqua naturale, io ho aggiunto a metà cottura una foglia di menta e basilico. Lasciate cuocere col coperchio per un’oretta a fuoco basso, quindi togliete le verdure (oppure frullatene un quarto e aggiungetele alla pappa), utilizzate parte del brodo per stemperare un paio di cucchiai di farina di riso o mais e tapioca, con un cucchiaino di olio extravergine di oliva (o di semi di lino, io lo utilizzo due o tre volte la settimana) e a piacere un cucchiaino di Parmigiano Reggiano stagionato (noi 36 mesi).

Conservate il resto del brodo in frigo per un giorno oppure riempite dei piccoli contenitori e congelate.

 

 

 

 

Pappa on holiday

Ritorna, dopo una piccola pausa, Alice-pedia. Leggere le righe di Gabriella (Danielli) mi ha riportato a due anni fa (dico due!), quando con Alice formato otto mesi ero alle prese con le pappe da trasferta. Ricordo il thermos o simil thermos rimediato, le pappe preparate prima dell’uscita, della spiaggia o della cena al ristorante con tutta l’ansia di mamma "e altrimenti che si mangia?". 

piesse: che ne pensate del camper "prendi la pappa e vai":-)?

"Eccomi dopo molto più tempo del previsto: non sono riuscita a mantenere la promessa di un post al mese, fagocitata da una serie di impegni, ma non potevo mancare l’arrivo della bella stagione con tutta una serie di consigli.

E’ ormai tempo di vacanze e di uscite domenicali. Una giornata all’aria aperta fa bene alla mamma e al pupo in crescita.

In questa stagione, preferisco pensare le mamme al “parchetto”, piuttosto che in casa, tra i fumi di preparazione del brodo, ecco perché ne approfitto per ricordare che la base per la pappa si conserva in frigorifero per 24 ore
(meglio separare le verdure dal brodo), ma è anche possibile congelare, a mio avviso, sempre separando.

La ricetta? Preparate un bel pentolone di brodo – facendo bollire in acqua oligominerale le verdure, ricordate di introdurre sempre una verdura alla volta dopo le prime – patata – carota e zucchina ( o quelle che il vostro pediatra vi ha consigliato) in modo da poter identificare facilmente la causa di eventuali reazioni allergiche.

Si può bollire per un’ora in pentola normale o 20 minuti in pentola a pressione – quindi separare le verdure dal brodo, quest’ultimo lo potete conservare in freezer negli appositi contenitori.

 

E le verdure? Meglio passarle con il passaverdura ( le lame dei frullatori girando inglobano aria e potrebbero facilitare meteorismo nell’intestino del vostro bambino), dopodichè riempite con il passato un contenitore per cubetti di ghiaccio – riporlo nel freezer – e dopo il congelamento staccare i cubetti e conservarli in sacchetti per alimenti, da usare al bisogno.

Una volta alla settimana ripetete, aggiungendo una verdura nuova.

E buona passeggiata con il vostro bimbo.


E se il bimbo ha iniziato lo svezzamento da poco e avete sostituito un solo pasto di latte?

Non rinunciate all’uscita con gli amici, spostate la pappa alla sera e al mezzogiorno proponete il latte.


E se invece mangia già le due pappe?  Organizzazione, la parola d’ordine. Preparate il brodo e il passato, munitevi di thermos e di piccoli contenitori di alimenti (o semplice carta stagnola). Riempite il thermos con brodo e/o passato di verdure, mentre portate già dosati gli ingredienti per la pappa, creme, parmigiano  e olio. Al momento, ricomponete il tutto e buon appetito al bebè.

 

E se sono in vacanza che faccio?

Se andate in appartamento o in un albergo con la possibilità di utilizzo della cucina utilizzate le strategie sopra descritte.

Se invece siete in hotel , ma non avete la possibilità di preparare voi stesse la pappa per il pupo, vi consiglio di non pretendere che vi venga preparato un brodo con tutte le verdure “della valle degli orti”, il rischio è di trovarvi un brodo preparato con ingredienti non sempre freschi.
Meglio chiedere una preparazione base con patata, carota e zucchina, della serie non si sbaglia mai.

Potete utilizzare anche prodotti liofilizzati, ma certamente meno gradevoli al palato; verificate sempre che gli ingredienti inseriti siano già stati introdotti ( spesso troviamo prezzemolo, cipolla o sedano rapa).
 

Infine caldo e sete. Cosa faccio col pupo?

–  I piccoli allattati al seno bevono mentre mangiano – attaccarli più spesso sarà come permettergli di bere – possiamo comunque proporre dell’acqua con biberon o cucchiaino se le temperature sono molto elevate (se noi sentiamo la necessità di bere spesso, facciamoci venire il dubbio che anche i bimbi potrebbero avere la stessa necessità)

 

– Evitare bibite zuccherate e succhi– le temperature elevate potrebbero anche favorirne la proliferazione batterica – molto meglio l’ acqua oligominerale

 

– Le acque oligominerali hanno contenuti di sali minerali diversificati a seconda del luogo d’origine della fonte. Sarebbe corretto cambiare spesso la marca dell’acqua in modo da diversificare l’apporto minerale (non solo per i bambini).   Le acque conservate in bottiglie di vetro sono senz’altro da privilegiare.

 

– Ottima soluzione i centrifugati di frutta homemade: dissetano e permettono di reintegrare i sali persi con l’eccessiva sudorazione.

Consiglio: nel periodo estivo, in particolare, fate attenzione alla sterilizzazione, nei biberon possono rimanere tracce di latte o residui zuccherini delle bevande.

 

Infine? Vi svelo un segreto. Se fossi giovanissima , e non lo sono, e non avessi un lavoro che mi piace, mi metterei alla guida di un camper sulla Riviera Ligure e preparerei pappe per bambini, da servire fresche e made by me direttamente sulla spiaggia.

Chissà che qualcuno non colga questa opportunità….

 

A presto Gabriella

 

I porri di Cervere versus Alice


Di come si possa essere a Londra e parlare di porri lunghi un’Alice e un pezzo è tutto da imputare alla moderna tecnologia. Ossia scrivi un post oggi, sommersa dai bagagli e da quel trolley di giocattoli riempito, svuotato, riempito, svuotato e e ritrovatelo sul blog a distanza di due giorni e una spanna.

Non so se si era capito ma la sottoscritta è una di quelle che hanno bisogno di organizzarsi per poi permettersi il lusso, un giorno sì e uno, di finire sulle nuvole:-). In certe cose però sono precisa, precisina e in preda al dubbio "quando riavrò la mia connessione internet" ho preferito anticipare.

E poi ‘sti porri erano di rara bellezza che non ho resistito: Canon in mano, porro nelle "grinfie" della pupa e scatto libero. Suo e mio. Non è stato facile che il porro batteva l’aliciotta in altezza di un bel pezzo, tanto da sembrare più una corda da arrampicata che un ortaggio. Bè non è che tutti porri siano così: questi sono speciali arrivano da Cervere (per mano di nonna Cri) e c’è addirittura un Consorzio che tutela, protegge e coltiva (ecco qui).
Un po’ come dire il pomodoro pachino o il radicchio tardivo (per rimanere in tema dell’ultimo post).
I porri, coltivati nelle campagne cuneesi, sono più dolci, pare più digeribili e lunghi (fino a 60 cm la sola parte bianca). Si prestano quindi a diventare spade o corde o alatro per bebè interessati:-)
Io ne ho avuti in dono una bella porzione e li ho custoditi gelosamente (si conservano al fresco del terrazzo che è un piacere): ci ho fatto questa cosa qui, minestre, uova la forno con burro al tartufo (per Mr B. e la sottoscritta) e questa zuppetta semplice, semplice della serie "mi faccio da sola".

Tenete conto che i porri posso essere introdotti senza problemi già dopo i primi mesi di svezzamento, diciamo formato 9-10. Et ca va sans dire che anche questa volta il cucchiaino si è sdoppiato e ha riempito la scodella anche di mamma&papà.

Ingredienti (per tre)

1 porro di cervere (o due porri di taglia normale)
2 patate
Olio Evo
toma poco stagionata
crostini di pane
Sale, pepe nero (per mamma&papà)

Pulite i porri: togliete la parte esterna verde e più dura, eliminate la radice, lavate e tagliate a pezzetti. Pelate e tagliate anche le patate. Passate in padella con olio Evo, aggiungete acqua. Cuocete e passate a vellutata. Intanto ricavate dei crostini di pane (l’ideale è un filone toscano), mette sul piatto e coprite con toma grattuggiata. Servite la vellutata con i crostoni di pane, oppure se il bimbo fatica  a masticare il pane, nella sua porzione grattuggiate semplicemente della toma poco stagionata.

Finite la vellutata di mamma&papà con sale e pepe nero.

 

Che l’insalata veggie sia allegra

La settimana non è iniziata splendida, splendente. E pensare che quella appena passata si era conclusa con il miracolo, sì, proprio il miracolo: pregato, implorato, aggiustato, seguito con tanta fatica e infine bè chiosato anche con una sonora risata. Che sarà mai: il santo graal? Ecco trovare un buco di casa a Londra è come andare alla ricerca del santo Graal.
Che la casa doveva essere "close to" l’asilo dell’aliciotta, "close to" la metro comoda per il doc in modo da riuscire a tornare almeno per cena dall’ospedale, "close to" qualcosa di verde, interessante da fotografare e su cui scrivere per moi, etc, etc… Aggiungeteci il budget, non dei più brillanti (abbiamo avuto modo di scoprire) e potete comprendere come le mie giornate da inizio dicembre a ieri si sono consumate tra pupi, lavoro, googlemaps London, telefonatelefona (benedetto skype), pupi, lavora, consulta le ultime cento offerte overbudget, smetti che è l’una passata. 

E poi ecco, ormai stremati, presi dalla paura e "ora che si fa, dormiamo con pupi sotto il ponte, in riva al Tamigi o imploriamo sua altezza the queen di ospitarci" ci siamo arresi e abbiamo trovato.
Perché alla partenza del cucchiaino per Londra manca poco, giusto quattro giorni: nebbia e pioggia "fumodilondra" ci vedranno lì per un mese e un pezzo.  

 

Di come si può impazzire per una one bedroom a Londra, prometto di scrivere appena arrivo con tanto di documentazione fotografica, fosse mai che qualcuno di voi abbia la brillante idea di trasferirsi per un periodo così short quando tutti gli affitti in qualche modo umani, si sa, sono long.

 

Oggi però visto che la settimana è iniziata maluccio e io non sono in quella che si dice una "splendida forma", ho deciso che almeno il piatto fosse allegro: zucca che adoro, ceci (quanto fanno bene i legumi), tofu (oggi vedo veggies).

Formato per il pupo? Nove, dieci mesi: se ci sono problemi di masticazione potete anche frullare il tutto. Tenete conto che con tofu e ceci il bebè fa un bel pieno di proteine vegetali, minerali come potassio e ferro e fibre. Una perfetta combinazione che può sostituire agevolmente la carne. 

 

E Alice? No problem, la pupa ha le idee chiare e la partenza non la coglie impreparata: il suo mini trolley "orsacchiotto" è da ormai dieci giorni pronto all’entrata con il stretto necessario. Qualche costruzione, due pentolini (caso mai mamma non avesse il necessario per cucinare lì), il posto per gli amici (Pippi finta, Fiore, papera e Orsacchiotta made in… London).  

 

Ingredienti

 

 

50 gr di tofu
100 gr di zucca mantovana
i50 gr di ceci secchi toscani
1 carotina
1 cucchiaino di olio EVO
p1/4 di cipollotto
rosmarino 
 
Mettere in ammollo i ceci per 1 ore (io di solito preferisco quelli secchi e aggiungo a bagno un pezzetto piccolo di alga kombu che in cottura aiuta la digestione e riduce i gonfiori). Sciacquarli e cucinarli per un’ora e mezza. Pulire le altre verdure, tagliarle a pezzetti e cuocerle in padella con due cucchiaini di olio extravergine, il rametto di rosmarino (che poi eliminate). Aggiungete i ceci e continuate la cottura fino a quando le verdure si ammorbidiscono. A questo punto unite anche i tofu tagliato a cubetti, mescolate ancora un po’ sul fuoco e servite. Naturalmente potete anche scegliere di farci un passato e finirlo con cubetti di tofu (come fosse formaggio).
piesse: per mamma&papà consiglio di passare il tofu in sesamo, sale e un goccio di salsa di soia o aceto di riso.

 

 

 

 

 

Anno nuovo rubrica nuova…svezzamento

Di solito le novità arrivano ad inizio settimana. Bè al bando le regole che arriva Alice-pedia. E a onor del vero  si tratta di una rubrica nuova più un pezzo, considerato che la seconda (Li’l spoon in London) sta lì, paziente ad aspettare la partenza della sottoscritta.

Prima di tutto diamo al webguru quello che è del webguro visto che stavolta ha fatto meglio del copy e partorito i due titoli per i nuovi compagni di speciali:-).

E poi breve, breve vi dico che Alice-pedia conterrà i post mensili di due amiche del cucchiaino, una pediatra, Alessandra e un’infermiera, Gabriella (sì la mitica Gabriella della bibbia salva svezzamento). Parleranno di svezzamento e bebè, of course sempre con riferimento alla cucina (per la serie vietato chiedere come risolvere l’otite che attanaglia da giorni il vostro pargolo:-)).
Che senso ha? La sottoscritta ci ha meditato, ha avuto i suoi dubbi e ha pensato che alla fine, visto che è donna di lettere e non di scienza, non sarebbe stato male affidare di tanto in tanto voce a due amiche. Ecco questa è la cosa fondamentale: si tratta di donne di scienza ma soprattutto di amiche delle quali mi fiderei (e mi sono fidata) per la mia pupa.

Invece per li’l spoon in London stay tuned:-).

Ecco quindi il post di Alessandra (per la cronoca dott. ssa Alessandra Zenga, pediatra presso l’Ospedale Buzzi di Milano).
 

Tema? Svezzamento, quando e come.

Una domanda che spesso mi fanno le mamme riguarda l’introduzione di nuovi alimenti nella dieta del bambino, che sta assumendo solo il latte materno o in formula.
Chiariamo alcuni concetti che ci permetteranno di comprendere meglio insieme questa fase delicata per il bebè.
Con il termine di divezzamento intendiamo il passaggio per il bambino dall’abitudine alimentare  esclusivamente lattea all’assunzione di alimenti solidi e liquidi con modalità diversa dall’allattamento al seno o in formula.

Le abitudini legate al divezzamento sono in genere molto differenti tra culture e sono dettate dalle diverse tradizioni e disponibilità di alimenti nei diversi paesi.

Un interrogativo frequente è :”perchè gli devo dare qualcos’altro, il mio latte non è più buono? Non basta più il latte?”

Il divezzamento consiste nell’introduzione di alimenti che consentano al bambino di mantenere un buono stato di salute unitamente ad un adeguato stato nutrizionale in un periodo di rapida crescita dell’organismo. La necessità di introdurre nuovi alimenti diversi dal latte materno risiede nel fatto che dopo i sei mesi di vita i fabbisogni nutrizionali non vengono soddisfatti completamente dal solo latte materno o da quello in formula. L’offerta di altri cibi e/o bevande viene definito “alimentazione complementare”  che nasce dal concetto di “rendere complete” le sostanze nutritive offerte dall’alimentazione lattea.

Si divezza quindi perchè sopravviene un’insufficienza dell’allattamento al seno esclusivo relativamente all’apporto di energia, proteine(soprattutto quelle ad elevato valore biologico), acidi grassi essenziali, ferro, zinco, vitamine liposolubili come la vitamina A e la vitamina D. L’introduzione di alimenti solidi modifica la dieta da iperlipidica a iperglucidica. Questo cambiamento porta a livello cellulare e sub-cellulare a modifiche che portano alla sintesi di enzimi necessari per i processi digestivi.

 

Quindi quando divezzare?

La risposta  è molto semplice e ce la fornisce l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) che raccomanda alle mamme di allattare esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita e quindi iniziare il divezzamento.

Non sempre però è possibile seguire questa regola: esistono diverse necessità da parte dei genitori, per cui ci affidiamo a quello che afferma l’ESPGHAN ( European Society Pediatrics Gastronetrology Hepatology and Nutrition): il divezzamento non andrebbe iniziato prima del 120° giorno di vita e non oltre il 180°. Queste indicazioni sono dettate dal fatto che prima di questo periodo il bambino non ha necessità di introdurre nuovi alimenti, non ha ancora raggiunto una maturità renale ed intestinale che gli consenta di supportare un aumentato carico proteico e l’introduzione di nuovi alimenti. Inoltre bisogna tener conto che fino al sesto mese di vita circa il bambino ha il riflesso unidirezionale di estrusione dei solidi che gli permette di espellere alimenti solidi dalla bocca a difesa delle vie respiratorie".