Metti il sole nel piatto

Lunedì era una giornata fantastica, lo era, almeno in cielo. Sole splendido, nuvola a coccodrillo dalla finestra mentre scrivevo e luce di primavera piena. Il tempo, quello metereologico, non è però andato a braccetto con il resto. Ho iniziato diligente: il taccuino nero con i "to-do" lavorativi e tante belle spunte da dare. E’ stata un discesa continua:-). Prima una forma fisica non proprio smagliante che è andata peggiorando mentre non si faceva sera. Poi i blog, k.o.. Poi una o due richieste di consegne lavoro, mentre facevo fatica a fare due più due. Fortuna che c’era il sole, fuori e nel piatto.

Blog, ho passato due giorni scrivendo all’assistenza (e al webguru), per poi infine capire che forse ho fatto io un gran pasticcio:-). Niente di nuovo, su tutto ciò che è pratica (eccetto la cucina, uhm, e ora non ricordo che altro), sono un disastro. Beh, comunque ora funziona e io scrivo.

Fortuna che la vita è buffa e con una pupa al seguito lo può essere quando meno te lo aspetti. Esempio? L’altro giorno camminavamo per strada, incrociamo un tipo mai visto e lo indica facendo con voce alta: "Mamma, come mai quel signore ha la pancia come il papà di Pippi?". Ecco caso vuole che il signore avesse poco udito o conoscenza pari allo zero di Capitan Calzelunghe e VillaVilla Colle. 

Io da parte mia ho capito che i bambini hanno una fantasia molto accentuata, naturale, amano le storie (pure nel piatto), ma se tu racconti di aver visto un coccodrillo nel cielo, tutto bianco, ti guardano come fossi rintronata: "Mamma, era una nuvolaaaa!". 

Ha funzionato molto meglio il sole nel piatto. Prima ragione perché ha composto Alice stessa (e il tuorlo ne ha risentito), secondo perché è molto più divertente acchiappare fave e piselli se sono raggi. 

Del coccodrillo è rimasto giusto qualcosa nel cielo azzurro, poca cosa, mentre il sole è nel piatto e il piatto si è fatto sole dai raggi riccioluti. 

La ricetta si presta bene per i più piccoli, frullate piselli e fave nel caso manchino i dentini e sottoponete a bebè attorno ai 12 mesi (fate solo attenzione alle fave, nel caso siano già presenti in famiglia casi di favismo).
Io ho aggiunto sul fondo una cremina di farina di riso, idea sperimentata in una cena fuori dove era abbinata a ravioli di grano saraceno. Beh mi era piaciuta un sacco, anche perché l’avevo sempre pensata per i bebè e invece è perfetta pure per i mamma&papà.

 

piesse: comunicazioni di servizio (o spazio pubblicità:-)).
La prima. Capita che Il Cucchiaino scriva di qui e di là, tra gli ultimi si è aggiunto uno spazio settimanale su style.it, beh se volete seguirci ci fa moltooo piacere! 

La seconda. Settimana prossima cucinerò con dieci bambini (e le loro mamme) e sto incrociando le fingeres (come dicono gli inglesi) che sono più a mio agio sulla tastiera e nella mia cucina:-), chi ne volesse sapere di più, uhm, ecco qui.  

La ricetta!

 

Ingredienti (per un pupo)

50 gr di farina di riso (macinata fine)

5-6 piattoni verdi

una manciata di piselli e fave
1 tuorlo d’uovo sodo (tempo 7 minuti in acqua che bolle)

1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva

1 cucchiaino di parmigiano

 

Procedimento

Lavate i piattoni, sgranata fave e piselli (se usate quelli freschi). Fate cuocere al vapore per 20 minuti circa. Nel frattempo bollite circa 200 ml di acqua, aggiungete la farina di riso e mescolate con una frusta. Fate cuocere mescolando di tanto in tanto per 15-20 minuti.  Quando la polentina bianca è pronta unite il parmigiano e un goccio di olio, mescolate.

Disponete sul piatto la cremina di riso, al centro il tuorlo, ai lati piattoni, piselli e fave come raggi. E via con quel sole che non amava i coccodrilli:-)

 

 

 

How to catch the moon:-)

In un paese lontano, lontano,  dove regnava sempre la notte, viveva una pupa. Non sognava di volare, quello no, ma di poter catturare uno spicchio di luna, quando quasi fatichi a vederla, per dondolarsi sopra. Ogni notte, contemplava il cielo e cercava di lanciare un filo sottile, sottile e candido come la neve, così pensava nessuno avrebbe potuto scorgere la sua mano che tirava. Ma il filo era troppo corto, troppo leggero o forse la mano della bambina non era abbastanza forte e lo spicchio di luna rimaneva sempre lì. Ogni tanto si nascondeva o si trasformava in una grande palla. Oppure eccolo scomparire dietro una nuvola color del prato.

 

Poi una sera, la luna si specchiò in una scodella di acqua, la bambina la vide e finalmente la catturò. E nel sogno si riposò dondolandosi sullo spicchio di luna, il filo nella mano da un capo, e dall’altro perso nel cielo.

Uhm, non avete sbagliato blog, trattasi del Cucchiaino che questa volta si è fatto prendere la mano nella creazione (quasi, quasi non mi riconosco neppure io:-)). Tutto è nato da una ricotta scovata per caso, chiamasi Bacio di Luna: sapore e consistenza eccezionali!

Poi si è aggiunta la farifrittatina (a base di farina di ceci) verde spinacio: mettendo a soqquadro il cassetto mi è capitata una formina che pareva proprio una nuvola. 

E per giocare fino in fondo la semola che ho usato (trattasi di bulgur) ha preso le sembianze di un pupo. 

Miss Cia mi ha guardato un po’ strano quando le ho chiesto del filo, poi ha capito e ha disegnato:-).

A margine di questa ricetta due consigli formato pupo.

Il primo è un racconto che ha ispirato la mia "pazzia figurativa": "How to catch a star" di Oliver Jaffres ("Come catturare una stella", credo esista anche in italiano), ad Alice piace, per me è un cult (credo sia dovuto al fatto che ho sempre sognato di arrampicarmi fino in cielo a rubar stelle). 

Il secondo è un blog, : ho conosciuto l’autrice tramite il Cucchiaino (sì, solo virtualmente:-)), le sue mangiastorie sono incantate…

piesse: con questa ricetta apro la categoria "cucina disegnata", prometto di non esagerare:-)

 

Ingredienti (per uno)

40 gr di spinaci cotti al vapore o stufati

2 cucchiai di farina di ceci

un cucchiaio abbondante di acqua

olio extravergine d’oliva

ricotta (se Bacio di Luna è meglio:-))

30 gr di bulgur (o cous cous o tempestina)
(eventuale parmigiano)

 

Procedimento

Lasciate in ammollo il bulgur per quindici minuti in acqua, quindi cuocetelo per dieci minuti (l’acqua dovrà essere il doppio in volume rispetto al bulgur), spegnete e lasciate consumare del tutto l’acqua.

Mescolate la farina di ceci con l’acqua e un goccio di olio. Frullate gli spinaci o schiacciateli e tagliateli al coltello e aggiungeteli alla farina di ceci. Mescolate di nuovo e lasciate riposare per dieci minuti. In una padella, unta con un cucchiaino di olio, versate il composto di spinaci e farina i ceci. Quando la farifrittata è pronta, prendete un formina e ritagliate della forma che preferite (ad esempio la nostra nuvola).

Nel piatto mettete il bulgur condito con un cucchiaino di olio (ed eventuale parmigiano), se volete potete dargli la forma di un bimbo. Aggiungete la farifritattina e la ricotta, sagomandola a spicchio di luna e cominciate a raccontare.