Se è confit è superfast!

Quando sono diventata mamma la prima volta è stato, almeno all’inizio, come se niente potesse più essere come in passato. Ed effettivamente un po’ è così, anche se non spaventosamente vero come ti pare all’inizio. Lo capisci quando arriva un pupo e alle amiche, che indagano e ti chiedono, è impossibile spiegare fino a quando non ci sono dentro. Non è che non lo vuoi confessare, quasi fosse una loggia massonica e tu un adepto poco convinto, ma è che sarebbe del tutto inutile spiegare. Devi sperimentarlo. La cosa che più mi pesa e continua a mancarmi? La mancanza di tempo. La mancanza di solitudine. Poi c’è tutto il resto. Ovvio. L’arrivo di Lea non ha spostato molto i pesi, non fosse altro perché Alice è stata (ed è) una bambina estremamente "impegnativa" (e considerate che questo è un eufemismo:-)), mentre la seconda Miss è la pace fatta pupa.

Bene comunque il tempo scappa e io gli corro dietro. Anche a pranzo. Come dimostra la ricetta di oggi.

Sono nella fase "ci voglio mettere giusto 15 minuti o poco più", il resto lo fa il forno o il freezer. Non la sottoscritta. Sto sperimentando ricette di gran soddisfazione che mi permettono di non litigare troppo con gli altri (beh, Lui) e il tempo capriccioso.  Da tutta una variazione di cheesecake a primi a base di cous cous "cinque minuti cinque". 

Lo so, fa caldo e al forno sarebbe meglio fare una pernacchia o quasi. Ma a volte è molto meglio che spadellare e in questo caso bastano giusto 20-25 minuti per trasformare pomodorini e strisce giallo sole di peperone in un perfetto condimento estivo. E quel nome, confit, pare dire che avete preparato qualcosa di estremamente "chiccoso".

 

Per me che fatico spesso a rimediare il mio pranzo è diventata un’ottima soluzione veloce per mangiare tra un articolo da consegnare, una lavatrice da caricare scaricare e una pupa da alimentare. 

Per chi allatta diventa un piatto completo, non ci sono problemi particolari per il peperone se non di digestione (per chi ne ha già solitamente), in questo caso eliminate la pellicina esterna.

 

Ingredienti (per una mamma e una pupa di 4 anni e un pezzo che in quetsi giorni è a casetta)

120 g di spaghetti

1 peperone giallo

300 g di pomodorini

erbe miste (io ho usato timo limonato, basilico, menta)

olio extravergine d’oliva

ricotta salata

scorzetta di limone

sale e zucchero

 

Procedimento

Estremamente facile. Lavate i pomodorini e tagliateli a metà, lavate il peperone e tagliatelo a striscioline. Disponete le verdure su carta da forno, conditele con le erbe tagliuzzate, un pizzico di zucchero, una spolverata di scorzetta di limone, aggiustate di sale e finite con un filo d’olio abbondante. Cuocete in forno a 160° (io uso lo statico) per 25-30 minuti. 

Preparate gli spaghetti, conditeli con le verdure e serviteli con della ricotta salata grattugiata. 

Bianco, rosso Charlotte. E sono 3!

Non credo ci sia stato un anno intenso come quest’ultimo. Il libro, l’arrivo di Miss Lea e una nuova casa fra qualche mese. Ci sono stati momenti di sconforto, fatica e folle entusiasmo. Perché io fondamentalmente sono così. Sempre un po’ sospesa fra cielo e terra, capace di pensare a un nuovo progetto quando si sta per chiuderne uno. E il blog è ormai diventato un angolo speciale, confortante, anche quando, come in questi ultimi mesi, il tempo scivola fra le mie dita e non è semplice afferrare e ricordare. Tanto che oggi gli anni sono tre… (sospiro) wowww!

Il blog è stata una delle scommesse meglio riuscite nella mia vita (oltre Lui:-)), e anche ora, pur faticando a tenere il ritmo nel cucinare, scrivere e raccontare, la sensazione è che faccia ormai parte di me, di noi e da buon amico vada comunque coccolato. Mi ha dato molto in termini di ricordi, entusiasmo e possibilità di ritrovarmi, mi ha permesso di mettere insieme parole e immagini che non pensavo nemmeno ci fossero. 

E ormai è impossibile farne a meno. Un po’ come quel vecchio diario che tenevo da bambina: le pagine qui però non ingialliscono, non ci sono chiavi a chiudere perché none siste solo un mio. 

Il blog, per la sottoscritta, è diventato la prova chiara e certa che a volte i sogni si realizzano, tanto più quando pensavi la strada si fosse interrotta. 

Ora sono qui a scrivere, c’è Lea che gioca sul tappeto, vicino un nuovo amico, il pupo Leonardo (grazie Miss Cia!) e mentre la guardo, penso a quanto ci sia ancora da raccontare e fare. Con lei, con Alice. Anno dopo anno. 

Un pezzo dopo l’altro che avvicina e congiunge, tiene dietro quello che ero e quello che continuo a essere pur crescendo. 

E il Cucchiaino qui a testimoniare e confortarmi. 

Grazie a voi di esserci, grazie a Miss Cia per le sue splendide immagini, grazie a Edo che riesce a metterci insieme che sia in rete o nelle pagine di un libro!

 

Piesse: la Charlotte di oggi, con quei biscotti morbidi e leggeri,  il bianco e il rosso, mi pare il simbolo migliore per condividere un pezzettino con ognuno di voi!

 

La ricetta.

Primo capitolo. I savoiardi (o come li chiamano gli inglesi, "Ladyfingers":-))

Lo so, la forma non è perfetta, ma diciamo che la mia mano non era così ferma. Li ho fatti con Lea nel marsupio, di corsa che avevao un appuntamento dieci minuti dopo. Però il gusto, la morbidezza erano eccezionali. Da vero savoiardo!

Ingredienti
3 uova
90 g di farina
circa due cucchiai di amido di mais
70 g di zucchero

50 g di zucchero a velo

 

Procedimento
Separate i tuorli dagli albumi e sbattete questi ultimi a neve, ben fermi. Aggiungete a poco a poco lo zucchero, incorporandolo agli albumi e continuando a sbattere. A parte sbattete i turoli con una forchetta e uniteli alla meringa molto delicatamente. Stemperate le due farine insieme e amalgamatele al composto poco alla volta. Fate attenzione a girare veramente delicatamente altrimenti l’impasto si smonta e i savoiardi non cresceranno.

Ora al via con la sac à poche con una punta liscia e piatta. Riempitela con il composto e formate i classici biscotti su carta da forno. 

Spolverate i biscotti con lo zucchero a velo, lasciate asciugare per qualche minuto e cospargete di nuovo. Passate quindi in forno caldo a 175° per 10-15 minuti. Devono essere appena dorati e morbidi.


La Charlotte. Crema e assemblamento.

Io ho scelto una semplicissima crema chantilly con tanti lamponi fra gli strati. E del succo di lampone e sambuco per bagnare leggermente i biscotti.

La crema. Montate 250 ml di panna fresca ben fredda aromatizzando con un pizzico di vaniglia in polvere o semi di un bacello di vaniglia. Quando è ben montata aggiungete un cucchiaio abbondante di zucchero a velo e icorporate al composto. Tenete da parte.

Ora la charlotte. Prendete uno stampo a cerchio (se apribile ancora meglio, farete meno fatica a sguantare poi il tutto) e bagnate leggermente i savoiardi nel succo (mi raccomando, non vanno imbevuti troppo!). Posizionate dei savoiardi sulla base, quindi rivestitte con altri savoiardi i bordi.

Prendete circa 250 g di lamponi, schiacciatene un terzo e posizionateli sulla base, quindi coprite con uno strato di crema chantilly. Di nuovo dei lamponi interi e schiacciati, di nuovo crema chantilly.  Passate in frigo per un’oretta o due, togliete lo stampo a cerchio, decorate con una bella manciati di lamponi interi e servite.

 

 

 

Bianco, rosso Charlotte! E sono tre:-)

Non credo ci sia stato un anno intenso come quest’ultimo. Il libro, l’arrivo di Miss Lea e una nuova casa fra qualche mese. Ci sono stati momenti di sconforto, fatica e folle entusiasmo. Perché io fondamentalmente sono così. Sempre un po’ sospesa fra cielo e terra, capace di pensare a un nuovo progetto quando si sta per chiuderne uno. E il blog è ormai diventato un angolo speciale, confortante, anche quando, come in questi ultimi mesi, il tempo scivola fra le mie dita e non è semplice afferrare e ricordare. Tanto che oggi gli anni sono tre… (sospiro) wowww!

Il blog è stata una delle scommesse meglio riuscite nella mia vita (oltre Lui:-)), e anche ora, pur faticando a tenere il ritmo nel cucinare, scrivere e raccontare, la sensazione è che faccia ormai parte di me, di noi e da buon amico vada comunque coccolato. Mi ha dato molto in termini di ricordi, entusiasmo e possibilità di ritrovarmi, mi ha permesso di mettere insieme parole e immagini che non pensavo nemmeno ci fossero. 

E ormai è impossibile farne a meno. Un po’ come quel vecchio diario che tenevo da bambina: le pagine qui però non ingialliscono, non ci sono chiavi a chiudere perché none siste solo un mio. 

Il blog, per la sottoscritta, è diventato la prova chiara e certa che a volte i sogni si realizzano, tanto più quando pensavi la strada si fosse interrotta. 

Ora sono qui a scrivere, c’è Lea che gioca sul tappeto, vicino un nuovo amico, il pupo Leonardo (grazie Miss Cia!) e mentre la guardo, penso a quanto ci sia ancora da raccontare e fare. Con lei, con Alice. Anno dopo anno. 

Un pezzo dopo l’altro che avvicina e congiunge, tiene dietro quello che ero e quello che continuo a essere pur crescendo. 

E il Cucchiaino qui a testimoniare e confortarmi. 

Grazie a voi di esserci, grazie a Miss Cia per le sue splendide immagini, grazie a Edo che riesce a metterci insieme che sia in rete o nelle pagine di un libro!

 

Piesse: la Charlotte di oggi, con quei biscotti morbidi e leggeri,  il bianco e il rosso, mi pare il simbolo migliore per condividere un pezzettino con ognuno di voi!

 

La ricetta.

Primo capitolo. I savoiardi (o come li chiamano gli inglesi, "Ladyfingers":-))

Lo so, la forma non è perfetta, ma diciamo che la mia mano non era così ferma. Li ho fatti con Lea nel marsupio, di corsa che avevao un appuntamento dieci minuti dopo. Però il gusto, la morbidezza erano eccezionali. Da vero savoiardo!

Ingredienti
3 uova
90 g di farina
circa due cucchiai di amido di mais
70 g di zucchero

50 g di zucchero a velo

 

Procedimento
Separate i tuorli dagli albumi e sbattete questi ultimi a neve, ben fermi. Aggiungete a poco a poco lo zucchero, incorporandolo agli albumi e continuando a sbattere. A parte sbattete i turoli con una forchetta e uniteli alla meringa molto delicatamente. Stemperate le due farine insieme e amalgamatele al composto poco alla volta. Fate attenzione a girare veramente delicatamente altrimenti l’impasto si smonta e i savoiardi non cresceranno.

Ora al via con la sac à poche con una punta liscia e piatta. Riempitela con il composto e formate i classici biscotti su carta da forno. 

Spolverate i biscotti con lo zucchero a velo, lasciate asciugare per qualche minuto e cospargete di nuovo. Passate quindi in forno caldo a 175° per 10-15 minuti. Devono essere appena dorati e morbidi.


La Charlotte. Crema e assemblamento.

Io ho scelto una semplicissima crema chantilly con tanti lamponi fra gli strati. E del succo di lampone e sambuco per bagnare leggermente i biscotti.

La crema. Montate 250 ml di panna fresca ben fredda aromatizzando con un pizzico di vaniglia in polvere o semi di un bacello di vaniglia. Quando è ben montata aggiungete un cucchiaio abbondante di zucchero a velo e icorporate al composto. Tenete da parte.

Ora la charlotte. Prendete uno stampo a cerchio (se apribile ancora meglio, farete meno fatica a sguantare poi il tutto) e bagnate leggermente i savoiardi nel succo (mi raccomando, non vanno imbevuti troppo!). Posizionate dei savoiardi sulla base, quindi rivestitte con altri savoiardi i bordi.

Prendete circa 250 g di lamponi, schiacciatene un terzo e posizionateli sulla base, quindi coprite con uno strato di crema chantilly. Di nuovo dei lamponi interi e schiacciati, di nuovo crema chantilly.  Passate in frigo per un’oretta o due, togliete lo stampo a cerchio, decorate con una bella manciati di lamponi interi e servite.

 

 

 

Risotto e viole. (2. Io lo dico coi fiori)

E’ stato un weekend intenso, passato per una mezza giornata e un pezzo in cucina. A creare, sfornare e impastare. Sabato c’è stato il battesimo di Miss Lea con nonni, zii e madrine. Seguito da un lento aperitivo a casa nostra. Preludio del pic-nic "di nascita" che ci sarà fra qualche settimana con tutti gli amici. Un momento speciale inaspettato: sarà stato per l’atmosfera così familiare, per i doni delle madrine che mi sono parsi usciti da qualche fiaba, per la saggia decisione di preparare anche un dolce a base di cioccolato e lamponi, anche se si trattava di un aperitivo:-).

Sono arrivata al lunedì contemplando la scatola dei ricordi di Lea, piena di gioia da traghettare negli anni che verranno. E beh, ho faticato a prendere in mano la settimana e ricordarmi della mia promessa.


Il riso e viole di oggi è la seconda ricetta del "giveaway" più flower che si sia mai visto:-). 

C’è tempo fino al 2 giugno per commentare e fare come me:-), ossia "dirlo coi fiori".  Al mio personalissimo parere e giudizio poco democratico il compito di scegliere a chi regalare una confezione di fiori per pasticciare in cucina, messa a disposizione da Flowers2eat

Quindi armatevi di creatività, parole, aiuti di amici etc…, per lasciare qui sotto o mandare a info@ilcucchiainodialice.it il vostro messaggio "floreale"!

 

Intanto, veloce veloce la ricetta del risotto (che entra di sicuro, sicuro, fra i nostri lilloves, della serie bello da vedere, buoooono da mangiare).

In questo caso io ho utilizzato sia i fiori freschi sia dei fiori secchi che ho messo insieme in infusione tutta una notte. 

Ho ricavato così una sorta di tisana che ho usato insieme a un paio di mestoli di brodo vegetale per preparare il mio risotto.

Per il resto ho proceduto al solito: stufato del cipollotto con olio EVO, aggiunto il riso (Carnaroli), coperto con il mio personalissimo brodo. Aggiustato di sale e mescolato fino a cottura. Quindi ho mantecato con un cucchiaio di mascarpone, un paio di cucchiai di crescenza delicata, una spolverata di parmigiano e di scorza di limone, una manciata di fiori freschi. Ho servito con un paio di viole: come dire la primavera in tavola!

 

 

 

Io lo dico coi fiori. E voi?

L’idea è arrivata il giorno prima che arrivasse Lea. Poi è rimasta lì, fino a quando l’altro giorno ho riassaggiato fiordilatte e fiori all’Albero dei Gelati (la mia gelateria preferita e, opinione personale ma anche no, la migliore dove mi sia capitato di mangiare il gelato). Ricette a base di fiori, salate e dolci. Ci avevo provato un paio di anni fa,  con erbe e fiori di montagna. Questa volta però ho sperimentato con fiori freschi, splendidi da vedere e buoni da mangiare. 

Me ne sono innamorata, ho deciso di regalare semi per la festa di nascita di Lea e siccome un’idea tira l’altra, ho pensato di aiutare anche voi a sperimentare coi fiori. Magari con una confezione uguale, uguale a quella che ho usato io:-)

Mettermi in cucina, impastare, mescolare, creare è sempre stato un modo per fare qualcosa per chi amo. Ancora di più dopo l’arrivo della pupa. Perché con Alice è una maniera per trascorrere tempo e creare insieme. Lei adora che le lasci fare, adora sperimentare e vedere qualcosa uscito dalle sue mani. E io amo renderla felice. E’ naturale. 

Cucinare è un modo di dire qualcosa a chi ami. Se poi lo si dice con piatti a base di fiori lo diventa doppiamente. 

Io mi sono divertita a pasticciare coi fiori freschi che mi ha regalato l’Albero dei Gelati (grazie Alessandro!). E oggi, prima di scrivere questo post con le ricette nate, ho pensato che sarebbe stato bello regalare una confezione a uno di voi. Bene, ho chiamato il produttore (Flowers2eat) che ha subito accettato entusiasta.

E voi cosa vorreste dire coi fiori? 

Lasciate il vostro messaggio tra i commenti o mandate a info@ilcucchiainodialice.it . Raccoglierò tutti i messaggi fino al 3 giugno, dopodiché ne sceglierò uno che riceverà una confezione identica, identica a quella che ho usato io, da Flowers2eat

 

Bene, nella serie "ditelo coi fiori" questa la prima ricetta. 

Se c’è una cosa che amo, in questi giorni (quando non piove), è la "brezza pura di profumi e d’azzurro": a tratti forte e intenso, in altri momenti, per via della luce non così sfacciata come d’estate, simile a una carezza. Un po’ come questo campo, sbocciato nella nostra cucina:-). 

 

Di ricette, a base di fiori, ne arriveranno ancora due (e potrete continuare a lasciare messaggi anche sugli altri post). Stay tuned:-)

piesse: ovvio che le ricette piaceranno ai più piccoli: penseranno che i fiori sono sbocciati nel piatto. 

Ditelo coi fiori. Il campo e la pallina di soffione (o quasi).

Ingredienti

2-3 fette di pane nero secco

un cucchiaio di nocciole

100 g di caprino

50 g di ricotta

una manciata di fiori 

erba cipollina

olio extravergine d’oliva

Procedimento

Semplicissimo (fatevi aiutare da un pupo, si divertirà un sacco).  Frullate il pane secco con le nocciole e parte dell’erba cipollina. Stendete le briciole in un piatto rettangolare o quadrato piano.

Mantecate caprino e ricotta con un cucchiaio di olio in una ciotola. Aggiungete parte dei fiori a pezzettini. Formate delle palline e lasciate rotolare nel campo (decorato con qualche fiore intero e steli di erba cipollina).

 

La tatin del dì di festa

E’ diventata la tatin della domenica, del tutto simile nella parte superiore al dolce rovesciato, morbido e soffice invece per l’impasto. Una sorta di ibrido, facile, facile da fare, studiato su misura per Alice. Il primo esperimento è stato solitario, in uno di quei risvegli di prima mattina, causa "panza" (a proposito pare che qui qualcuno proprio non ne voglia sapere di essere puntuale).
Volevo preparare un dolce, subito pronto per la colazione di Lui e la pupa, da mangiare tiepido e dalla consistenza "tortosa" che all’Aliciotta piace sempre. 

Ho avuto ragione, per di più nelle divagazioni successive mi ha sempre accompagnato la pupa nella preparazione. E così è nata la nostra "tatin eretica".

 

Che cosa apprezzo? La rapidità di esecuzione e la bellezza luminosa appena

sfornata, subito e senza compromessi di tempo. 

In questo periodo in cui non ho molta voglia di trascorrere lungo tempo ai fornelli, un must rimane però quello del dolce. Una sorta di coccola per me e per gli altri. E il bello è che potete modificarla in due o tre ingredienti pur mantenendo la base, senza grosse difficoltà.

Io ho utilizzato frutta di stagione: pere e mele, cambiando poi le note abbinate, una volta gocce di cioccolato fondente e cannella, un’altra volta uvetta, chiodi di garafono, anice e pinoli. E infine quella della foto, dove ho aromatizzato la copertura di pere, affettate finemente,  con una granella composta da scorza di limone, mandorle e zucchero. 

Il risultato è stato coccoloso ma al contempo fresco, per via del limone, molto più primaverile e meno invernale rispetto alle altre versioni.

Per l’impasto niente burro o latte, ma olio di semi di mais spremuto a freddo e yogurt bianco intero. Ho montato gli albumi a neve, per ottenere un impasto soffice, e utilizzato un mix di farina 00, amido di mais e farina integrale.

430

Unico appunto rispetto alle altre versioni, la lucidatura zuccherosa ha perso un pochetto della sua bellezza a causa della granella di mandorle che al prossimo giro inserirei solo nell’impasto.

 

Ingredienti

2oo g di farina 00

100 g di amido di mais

50 g di farina integrale

3 uova

70 ml di olio di semi delicato

1 barattolo scarso di yogurt naturale

130 g di zucchero (circa 50 g sono per il fondo della copertura)

2 pere 

la scorza grattugiata fine di un limone

2 cucchiai di granella di mandorle

vaniglia liquida o in polvere

1 bustina di lievito

una noce di burro

 

Procedimento

Imburrate una tortiera da 18-20. Mescolate 50 g di zucchero di canna circa con la scorza di limone e la granella di mandorle. Mettete questo composto sul fondo della tortiera, creando uno strato. Ora affettate le pere molto finemente, l’ideale è con una mandolina giapponese. Posizionatele su tutto il fondo, salendo anche di un centimetro lungo i bordi. Spruzzate con succo di limone.

Ora l’impasto. Montate gli albumi a neve ben ferma e teneteli da parte. Sbattete i tuorli con lo zucchero restante, quindi unite olio, yogurt e un cucchiaino di succo di limone e la vaniglia. Ora gli albumi molto delicatamente.

Stemperate insieme farine, maizena e lievito e unite al composto girando e amalgamando.

Trasferite il composto nella tortiera e cuocete in forno a 175° per 30 minuti circa.

Fate raffreddare una decina di minuti quindi rovesciate la torta su un piatto da portata e servite.