L’autunno in un vasetto: “mahlabia alla pera”, ovvero budino di riso

Da due giorni, su richiesta della pupa, il tragitto verso l’asilo viene fatto sulle note di Jingle Bells and White Christmas (versione Diana Krall, ebbene sì). 

Il mio cervello, colpa di ricette, parole messe insieme per altri e un paio di corsi di cucina su biscotti&albero di Natale per bambini, è completamente proiettato a dicembre. Ed è così credo ormai da dieci giorni, se escludo la sensazione spaesata di infornare dolci&co natalizi a settembre (vedete qui). 

Bene, non mi piace. Perché sono di quelli che adorano il Natale, la magia dell’inverno e il total white, ma al momento giusto. Della serie aspettiamo il primo dicembre per vestirci a festa.

Oggi voglio dire che dopotutto è ancora autunno.

Lo so, è quell’autunno ormai quasi finito: lo vedi dagli alberi poco vestiti, dalle foglie secche tendenti al marrone e poco multicolor e dall’aria che "frizza", come fosse già inverno. Però è autunno. L’ho ripetuto ad Alice, che domanda e ridomanda delle stagioni, facendone una matassa improvvisata, con dei prima e quando improbabili.
Presa da questo pensiero, ho deciso di mettere l’autunno in un vasetto, che profuma d’Oriente e di sapori fruttati di stagione.

Nella vita di solito non amo i "se" e i "ma", nelle storie sì. I "Se" aprono un’infinita serie di possibilità, non di rimorsi o recriminazioni.  sa di poesia e parole che possiamo unire, una dopo l’altra, in un’atmosfera incantata.

Come nel caso del "Se una mattina d’inverno" o come in questo "Se d’autunno…". Per noi, me e Alice, è diventata la storia da raccontare questo pomeriggio, cucchiaino dopo cucchiaino, per arrivare fino a giovedì, quando schierato il calendario dell’avvento coi suoi biscotti (più tardi si impasta!) cominceremo a contare i giorni verso il 25.

 

La ricetta. Il "mahalabia" è di origine egiziana, o comunque mediorientale, nella preparazione originale c’è anche essenza di rosa. Io ho modificato unendo dei semi di vaniglia e un cucchiaino di farina di mandorle. E ho poi passato semplicemente delle pere Williams con una goccia di limone.

 

Perfetta per gli intolleranti al glutine!

 

Ingredienti (per tre vasetti)

1 tazza di latte vaccino (o di riso)

1 cucchiaio abbondante di farina di riso

2 cucchiai scarsi di zucchero

1 cucchiaio di farina di mandorle

stecca di vaniglia

2 pere Williams

succo di limone

 

Procedimento

Superfacile. Stemperate la farina con lo zucchero, aggiungete qualche cucchiaio di latte e mescolate con la frusta, evitando i grumi. Unite il resto di farina e zucchero, farina di mandorle e mescolate, finite con il resto del latte e ponete sul fuoco basso. Continuate a mescolare, fino a quando si addensa, quindi unite i semi di mezza stecca di vaniglia e girate. Passate in vasetti rimpiendo per due terzi e lasciate riposare per un’oretta almeno. Frullate un paio di pere, lavate e sbucciate, con un cucchiaino di succo di limone.  Aggiungete al budino di riso e servite. 

 

24 lettere a Natale, ovvero se una mattina un fiocco di neve…

Credo che se fosse stato per me ve ne avrei parlato giusto il pomeriggio prima, massino la mattina. Perché mi viene difficile scrivere di qualcosa che non sento ancora così vicino, perché il blog è sinonimo di scrittura per davvero di quello che succede. Questione a parte il resto (e tanto per dire oggi per lavoro ho infornato mascherine di Carnevale, sì di Carnevale, da sentirsi moltooo spaesati). 

Miss Cia però è stata gentilmente perentoria perché se "qualcuno deve utilizzare la tua idea mica può infornare, procurarsi il materiale e magari disegnarci pure la sera prima". Ecco spiegato perché oggi, 21 novembre, parlo di Natale o meglio dei 24 giorni che lo precedono.

 

Vi ricordate il calendario delle renna? Bene. Passato. E i biscotti caduti nel cioccolato a fare riccio e volpe? Passati anche loro. 

Perché la sottoscritta si è procurata letterine, piccole piccole, e ha avuto la fantasia di un fiocco di neve e una pupa. Per la disperazione di Miss Cia. Che si è ritrovata a disegnare, colorare e cercare di limitare le storie che stanno uscendo dalla mia testa. Credo che sia anche per questo che abbia decisamente richiesto questo post in anticipo:-).

 

Ammetto "pasticci cucina"+ "fantasia da cantastorie" + "la mano magica e matita di Miss Cia" hanno creato un risultato di cui personalmente sono innamorata. Nella mia testa già sfilano le parole di una storia che durerà 24 giorni, da quel "Se una mattina di inverno un fiocco di neve".  E ammetto che vedere ha trasformato la semplice fantasia nel desiderio di incanto di neve e ghiaccio. A distanza di un mese.

Da queste parti poi siamo in piena tempesta alfabetica: la pupa è tutto uno scrivere il suo e i nostri nomi, a chiedere sillaba per sillaba per poter rifare e riprodurre le parole su carta. E’ un gioco affascinante del quale capisco come fossi io il bisogno prepotente. E’ lo stesso che sentivo quando ero bambina. Ed è stato allora naturale comprare all’istante una confezione di stampi da biscotto a forma di letterine. Minuscole e graziose, perfette da inserire nelle bustine da calendario. 

Pr la base dell’impasto ho scelto ingredienti semplici, variando l’abituale frolla da biscotto con una manciata di farina di mandorle e di riso.

Infine dopo la cottura le ho rivestite con una glassa semplice semplice, fatta di zucchero a velo, acqua, gocce di limone e semi di vaniglia. Per un effetto bianco che sa già di neve e ghiaccio.

 

Per chi volesse cimentarsi con un calendario fatto a mano, mano, occorrono un pannello sottile cartonato pesante o di compensato e dipinto di bianco, 24 bustine bianche e relative puntine, un timbro di tema natalizio. E ovviamente via libera alla fantasia per il disegno sottostante che prenderà forma a mano a mano che il vostro bambino sceglie una bustina.
Così come il racconto che farà da filo incantato ai vostri 24 giorni a Natale.

La ricetta, dai 12-18 mesi.

Ingredienti

200 g di farina 00

50 g di farina di riso

50 g di farina di mandorle

1 uovo + 1 tuorlo

60 g di burro

70 g di zucchero a velo + 50 g circa per la glassa

vaniglia in polvere o in stecca

un nonnulla di scorzetta di limone bio

 

Procedimento

Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete il burro e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungete le tre farine ben stemperate e la scorzetta e impastate. Dovete ottenere una palla che rivestite con pellicola e passate in frigo per una mezz’oretta.

Riprendete l’impasto e ritagliate le vostre letterine o altro che volete. Cuocete in forno a 175° per 7-8 minuti.

Fate raffreddare i biscotti, nel frattempo preparate la glassa. Mescolate lo zucchero a velo con un cucchiaino di acqua, qualche goccia di limone e unite un pizzico di vaniglia in polvere o qualche semino all’interno della stecca.

decorate i biscotti e fate asciugare per un’oretta.

 

Di rapa, prime e concorsi

Oggi è uno di quei post dove ci sarebbe molto da dire, in realtà scriverò poco, poco considerato che mi sono beccata il primo malanno di stagione e sono al calduccio sotto la coperta.  Uhm, la testa non è che sia proprio lucida, lucida, e quindi meglio limitare le parole.

Naturale che la cucina è quasi chiusa, eccetto per brodini&passati di quelli "comfort food autunno&raffreddori". E ovviamente una ricetta ve la lascio, perfetta per la sottoscritta ma anche per i bebè inizio svezzamento o quasi.


Il soggetto è il sedano rapa, sì lui bitorzoluto e dalla forma buffa, dal gusto delicato. Ho acquistato il primo la scorsa settimana ed è finito per diventare vellutata, semplice, semplice, con giusto una melina annurca e una manciata di quinoa, ricca di sali minerali e proteine vegetali.

Però oggi la cucina è più una scusa per segnalare ben due dimenticanze, mie. Si sa però, alle donne con la pancia si perdona tutto o quasi.

Allora la prima. E rispondo così a chi mi ha chiesto e scritto (grazie!): la presentazione ufficiale poco formale de Il Cucchiaino di sabato a Librogiocando, Monza è andata molto bene. Al di là che è un posto fantastico per i più piccoli, ma non solo, è stato veramente un piacere raccontare e sentirsi accolti in maniera così calorosa. E’ un po’ come se anche il libro, spiegando e chiacchierando, diventasse sempre più concreto  e reale.

E per una che non si è portata neanche una penna ed è rimasta un po’ stupita alla prima che ha domandato firma e dedica, ha fatto indubbiamente bene.

Ecco qualche foto.

L’aspetto più divertente? L’informalità, con tanto di cuscini a terra, gambe incrociate o quasi e bambini in giro.

Seconda dimenticanza, e sottolineo segnalazione da non perdere.

Il sito www.cakemania.it ospita un giveaway da non perdere, ehe, ehe, ehe, che in palio c’è una copia de Il Cucchiaino.

Non avete una vostra copia? ne volete una sceonda o terza o quarta da regalare? Andate qui e  lasciate un vostro commento, chissà mai. Io per ora mi sono letta con piacere i commenti, giusto per scoprire quali sono i dolci legati ai ricordi d’infanzia che vanno per la maggiore.

E il vostro qual è? Personalmente, con una mamma poco incline alla pasticceria, credo la torta di mele o ananas caramellate, uhm, non è che si spingesse molto in là:-)

 

Infine la ricetta di oggi, dai 9-12 mesi. Frullate la quinoa se il bimbo fatica a masticare.

Ingredienti (per tre)

1 sedano rapa, circa 400 g

1 mela annurca (o metà mela golden)

cipollotto  

1 patata

100 g di quinoa

olio extravergine d’oliva

(sale, pepe, erba cipollina per mamma&papà)

 

Procedimento

Pelate la patata, il sedano rapa e tagliate a tocchetti, sbucciate la mela. Fate stufare il cipollotto a fettine sottili per pochi minuti con un cucchiaino di olio, quindi aggiungete le verdure e la mela a pezzi, rabboccate con acqua tiepida (un paio di litri scarsi) e portate a cottura. Frullate tutto.

Sciacquate la quinoa e fatela cuocere in una quantità d’acqua doppia rispetto al suo volume. Unitela al passato intera o frullate insieme.

Servite al bebè con un cucchiaino di olio a crudo,  aggiustate il resto del passato di sale, pepe macinato al momento ed eventuale erba cipollina fresca.

 

Voglia di fette biscottate homemade

C’era una volta la ex-ragazza di Lui, che lasciava messaggi al mattino come "Amore, bla, bla, bla, la moka è già pronta, basta che accendi e… baci tra lala". Questa ex-ragazza apprezzava molto l’aperitivo, molto meno la colazione, che considerava tempo rubato al letto. Meglio cinque minuti ronfando piuttosto che pane&marmellata. Non che non amasse la cucina, anzi, ma non al mattino, soprattutto se c’era un treno da prendere e la sveglia maledetta. Poi è arrivata la colazione del campione. E tutto è cambiato.

Alla mia prima panza, la colazione era il momento più bello della giornata. Mi alzavo in netto anticipo, quotidiano da una parte e tutto il resto dell’altra: latte, yogurt, succo di mirtillo o spremuta, pane e marmellata. 

Poi ci sarebbe stato il pranzo, ma veloce che era una pausa pranzo (per intenderci quelle da cartellino lavorativo), e la cena, beh per mesi è stata da dimenticare.

Con la pupa il rito della colazione è continuato, ma più per lei che per me. 

Fino a qualche mese fa, quando si è riaffacciata lei, la colazione del campione. Più spietata, esclusiva e della serie "se non c’è potrei piangere disperata".

Scherzo? No, affatto. 

Gli occhi hanno cominciato a spalancarsi insieme allo stomaco a orari per me impossibili, ovvero molto presto. A mia discolpa il digiuno o quasi serale. 

Ci sono stati momenti in cui ho scosso Lui, ancora addormentato per un latte schiumato e due fette biscottate homemade con velo di marmellata di mirtillo (la mia preferita). Una pazza:-). 

Pe fortuna poi le nausee sono rientrate e la marea è passata, prima che travolgesse qualcuno. 

Ora sono diventata una di quelle che sanno che la colazione è il momento più importante della giornata, saggia a distribuire le calorie:-), ma non così matta da azzannare chi disturbasse il mio rito.

Di tutto ciò è rimasta un’unica e non ancora risolta fissazione: la fetta biscottata homemade proprio come la fa il mio panettiere superpreferito. 

Archiviati anni di fette buone ma industriali, direi che la biscottata artigianale è di sicuro uno dei must per la mia "panza". Di quelle con il bollino "Ho voglia di…"

Unico problema? Quando mi fissata che dovevo provare a ricrearle a casa. Ho sbirciato gli ingredienti segnalati sulla confezione a biro blu e ho cercato la ricetta perfetta.

E ho tentato. Il risultato a parere di Lui (che la pupa è più da panino al latte) è molto buono, a mio parere simile ma non identico. E va beh, ci sarà un motivo per cui lui fa il panettiere e io pasticcio con le parole. 

Come si fa? Partite un paio di giorni prima o quasi, quindi se come me avete voglie da gestire, badate bene all’aspetto temporale che vi separa dall’oggetto del desiderio.

Perché prima dovrete pensare alla lievitazione, poi alla seconda lievitazione, poi alla cottura, 

 

poi al risposo al fresco, poi alla doratura delle fette e poi ci sarà finalmente il vostro coltello che spalmerà il velo di marmellata o miele preferiti.

Per le mie ho usato una marmellata di gelsi, regalo di un’amica reduce da un viaggio in terra siciliana.

Fette biscotti simili a quelle del mio panettiere, o quasi:-)

piesse: ho letto in rete che un ingrediente che fa la differenza è il malto d’orzo, non vedendolo segnalato nella famosa lista del panettiere non l’ho messo, però sono pronta a ricredermi

Ingredienti

400 g di farina manitoba

100 g di farina ai cereali

90 g di zucchero di canna

200 ml di latte

2 uova+ 1 tuorlo per spennellare

100 g di burro

1 bustina di lievito secco

vaniglia in polvere

 

Procedimento

Sciogliete lo zucchero nel latte tiepido, unite le uova e sbattete. Stemperate il lievito con le due farine e la vaniglia in polvere, quindi amalgamate all’impasto insieme al burro a temperatura ambiente. Formate una palla e lasciate a lievitare in luogo caldo (ad esempio forno a 30°-35°). Riprendete dopo un paio d’ore e ricavate due salsicciotti che rimetterete a lievitare per un’oretta. Quindi fate attenzione: a me è capitato che mi addormentassi sul divano e Lui mi facesse ritrovare i due panetti già infilati in due teglie diversi. Grazie, un tesoro, ma no!!! Vanno posizionati nella stessa teglia da cake, uno sopra l’altro, spennellati con tuorlo d’uovo e passati in forno caldo a 170° per circa 20 minuti, quindi coprite con un panno per non far dorare troppo e terminate la cottura per altri 20 minuti circa.

Lasciate raffreddare per tutta una notte, quindi riprendete il panetto e affettate. Passate le fette a dorare e seccare in forno a 160° per 20-30 minuti.

 

 

 

Il Cucchiaino: la sua prima!

 

Rincorro il lavoro in questi giorni, o forse il lavoro rincorre me. Non ho ancora ben stabilito con certezza, comunque questo per dire che è da giorni che dovevo decidermi a fare un post comunicando che sabato, sì sabato fra due giorni, c’è la prima presentazione de "Il Cucchiaino" (il libro:-)), presso la libreria Librogiocando, via Vittorio Emanuele II 13, Monza, ore 16.30. 

Si chiacchiererà e i pupi avranno l’occasione di pasticciare creando un libro delle spezie. 

Ci saranno altre presentazioni? Probabilmente sì, anche se la pancia della sottoscritta non permette giri lunghi, lunghi e molto in là nel tempo. 

 

Per il momento vi aspetto a Librogiocando (qui le specifiche), caso mai foste in zona, altrimenti pensatemi da lontano che devo ancora capire che dire:-)